CarryNow: Firearms United per la difesa personale!
CarryNow, una nuova iniziativa della rete di Firearms United, affronta sia l'inutilità delle restrizioni sulle armi legittimamente detenute alla luce dei più recenti atti terroristici che la necessità, per la sicurezza di tutti, di leggi più liberali sia sul possesso d'armi che sul loro porto per difesa
Come abbiamo detto e scritto più volte – anche molto recentemente – molti degli attentati terroristici che hanno insanguinato l'Europa nell'ultimo anno e mezzo avrebbero potuto avere un esito differente e meno sanguinoso se non fosse stato per le rigidissime leggi sul possesso e soprattutto sul porto legale di armi nella maggioranza degli Stati Membri dell'UE; e la recente modifica della direttiva europea sulle armi non migliorerà certo la situazione.
Troppe volte abbiamo visto innocenti indifesi – uomini, donne e bambini – massacrati nell'inutile attesa del soccorso da parte delle Forze dell'Ordine. Ci sono volute ore, o giorni, alle autorità per individuare e fermare gli attentatori di Parigi e Berlino, e molto più recentemente a Londra abbiamo visto persone disperate difendersi gettando sedie e bicchieri contro i terroristi armati di coltello mentre i poliziotti di pattuglia, che nel Regno Unito non portano armi, anziché intervenire scappavano per salvarsi la vita.
Ma pur senza tirare in ballo il terrorismo, non è un mistero che i cittadini europei vivano da anni sotto la crescente minaccia del crimine violento. Quante persone sono state assalite, minacciate con armi da fuoco o coltelli, costretti a subire violenze e soprusi perché disarmate per decreto? Quante volte abbiamo sentito di cittadini indifesi sorpresi appena fuori casa da bande criminali e sottoposti a rapine brutali per pochi spiccioli, senza la minima possibilità di difendersi?
Quando è troppo è troppo, dice la rete di Firearms United. Per questo, chiuso il Dossier della direttiva europea sulle armi e in attesa di una nuova mobilitazione collettiva per il recepimento nei singoli Paesi, la rete ha lanciato una nuova iniziativa – stavolta mirata a sensibilizzare la pubblica opinione riguardo ai problemi causati dall'eccessiva restrittività delle leggi relative al porto difensivo d'armi in tutto il continente: CarryNow.
Tra le menzogne più vergognose della favella antiarmi c'è l'idea che la diffusione del porto difensivo d'armi causerebbe un picco di criminalità e violenza, con conseguenze disastrose per la società. Sfortunatamente tale menzogna è stata accettata così ampiamente da essere entrata a far parte del pensiero anche di frange della comunità di possessori d'armi in Europa, che spesso fanno una netta distinzione tra la "desiderabilità" di un possesso diffuso di armi sportive, venatorie o difensive, e la "non desiderabilità" del porto difensivo, decisamente meno Politically Correct.
Non solo la stessa Europa ha dei chiari esempi di come ciò non possa essere più lontano dal vero (si pensi alla Repubblica Ceca, ove ad un livello piuttosto elevato non solo di possesso, ma anche di porto difensivo d'armi fa da contraltare un tasso bassissimo di criminalità e violenza) ma – come già detto – da anni soffriamo sulla nostra pelle le conseguenze disastrose, in termini di vite umane, di quell'enorme fallimento politico, ideologico, sociale e pratico noto come "controllo delle armi".
È su questo che si concentra l'iniziativa CarryNow di Firearms United: col supporto di dati, esempi di vita reale e molto altro – a guisa di come Firearms United ha agito sinora – l'iniziativa CarryNow mira ad aprire gli occhi non solo ai possessori d'armi in Europa, ma anche all'opinione pubblica in generale su come leggi più permissive sul porto difensivo d'armi non debbano essere temute o osteggiate, ma supportate ed incoraggiate alla pari di un rilassamento generale delle leggi sul possesso legittimo delle armi da fuoco.
Un sistema più liberale consentirebbe comunque di impedire che le armi da fuoco finiscano in maniera legale nelle mani di delinquenti, terroristi e persone psicologicamente instabili, ma al contempo offrirebbe ai cittadini onesti ed equilibrati un'occasione di difendere se' stessi e il loro prossimo dagli attacchi violenti di qualsiasi natura.
Con la criminalità e il terrorismo che devastano l'Europa, e con la spada di Damocle del recepimento della nuova direttiva europea sulle armi che in molti Paesi minaccia di peggiorare la situazione in fatto di pubblica sicurezza, l'iniziativa CarryNow ha il potenziale di far aprire gli occhi a molti su ciò di cui i cittadini europei hanno veramente bisogno.
La speranza è, ovviamente, che l'iniziativa CarryNow arrivi a compattare quanti più possessori d'armi attorno alle organizzazioni che fanno parte della rete di Firearms United. Ovviamente noi di GUNSweek.com sappiamo bene che il tema del porto difensivo è sensibile, per usare un eufemismo, e che potrebbero volerci anni per un cambiamento in tale direzione, ma se la rete di Firearms United dovesse ottenere il sostegno di cui ha bisogno, le associazioni che ne fanno parte saranno forti abbastanza da far capire a politici e burocrati che aria tira.
L'obiettivo a breve termine sarebbe probabilmente quello di ottenere un recepimento Soft, o non restrittivo, della nuova direttiva europea sulle armi, e a medio termine quello di impedire che essa venga riaperta per un nuovo Round di restrizioni entro due o cinque anni.
Per ammissione stessa di Firearms United, tuttavia, lo scopo a medio-lungo termine è quello di ottenere un rilassamento delle leggi sia sul possesso che sul porto difensivo d'armi negli Stati membri dell'UE – il modello di riferimento della rete di Firearms United è quello della Repubblica Ceca! – nonché l'obbligo legale per ciascuno Stato membro (anche per quelli che non rilasciano porti d'arma per difesa personale!) di riconoscere e onorare i titoli abilitanti al porto difensivo emessi in tutta l'UE.