Attacchi terroristici e teorie sulla sicurezza che non c'è
Le restrizioni della Commissione Europea sulle armi, pubblicate sulla Gazzetta Ufficiale UE il mese scorso, sono state giustificate con la scusa politica della "lotta al terrorismo"...
Ora finalmente, chiaramente, e drammaticamente, il mondo intero verifica tutta l'inutilità di queste assurde teorie politiche, create dai politici, per la politica dei governi.
Tutte le associazioni a difesa dei diritti dei legittimi detentori di armi lo avevano detto.
Tutte le forze politiche democratiche europee lo avevano sostenuto e confermato.
Non serviva essere degli scienziati per capire che gli assunti della Commissione Europea su come combattere il terrorismo erano sbagliati. Scuse per proteggere interessi personali.
Tutti gli attentati dello scorso anno e mezzo, attuati proprio nei Paesi UE più disarmati, mostrano ora chiaramente e drammaticamente, tutta la verità: il terrorismo NON si combatte disarmando i cittadini onesti.
Sulla natura della realtà, Ayn Rand scrisse:
Le contraddizioni non esistono. Quando pensate di trovarvi di fronte a una contraddizione, controllate le vostre premesse. Scoprirete che una era sbagliata.
Dopo il nuovo attacco terroristico di Londra, sono in tanti a sottolineare come le restrizioni sul possesso e l'uso di armi da fuoco da parte dei comuni cittadini vadano nella direzione contraria rispetto alla tutela della sicurezza dei cittadini stessi.
Tali considerazioni partono da una premessa sbagliata: quella secondo cui ai membri della Commissione Europea, del Consiglio dell'Unione Europea (ovvero i rappresentanti dei nostri governi nazionali!) e dello stesso Parlamento Europeo, importi qualcosa della sicurezza dei cittadini dell'Unione.
Non è così!
La prima, ultima, unica e sola preoccupazione di chi occupa posizioni politiche e decisionali all'interno dell'Unione Europea è di conservare, consolidare ed espandere la propria posizione di potere e controllo sui popoli degli Stati membri.
Sotto questo punto di vista, la pervicacia dimostrata nell'imporre restrizioni sulle armi semi-automatiche sportive moderne (incorrettamente definite "d'impostazione militare") e sui loro caricatori di capacità non ridotta ha perfettamente senso.
Il 21 dicembre 2016, quando si concluse il trilogo sulle modifiche alla direttiva europea sulle armi, il Presidente della Commissione Europea Jean-Claude Juncker dichiarò:
Abbiamo combattuto duramente per un accordo ambizioso che riduca il rischio di sparatorie nelle scuole, nei campi estivi, e di attacchi terroristici con armi legali.
Ovviamente, avremmo voluto andare ancora più un la', ma sono felice che l'attuale testo rappresenti una pietra miliare del 'Gun Control' nell'Unione Europea.
Ne siamo certi: le famiglie delle vittime degli attacchi terroristici ringraziano il Presidente Jean-Claude Juncker per questa preziosa "pietra miliare".
Poche settimane prima, a porte chiuse, ad alcuni europarlamentari, i rappresentanti della Commissione Europea apparentemente dichiaravano che il vero motivo per cui le restrizioni si rendevano necessarie era che "Non è possibile fare una Maidan con le doppiette" – con ovvio riferimento alle proteste di popolo iniziate a novembre 2013 a Kiev che hanno portato al rovesciamento del governo ucraino.
È dunque del terrorismo, della criminalità e delle stragi, che hanno paura... o dei loro cittadini?
Per due volte in due mesi, il Regno Unito – Paese capofila nel Gun Control a livello mondiale – ha dimostrato cosa succede ad una popolazione che si lascia disarmare. L'attentato al ponte di Londra è stato fermato dall'intervento della Polizia in otto minuti: quegli otto minuti sono costati sette morti e cinquanta feriti.
Le restrizioni europee sulle armi non sono ancora in vigore, e già fanno danno.
Meditate... ed agite di conseguenza!