Controllo delle armi: scopi dichiarati e scopi reali a confronto
Mentre la campagna CarryNow di Firearms United ottiene consensi anche oltreoceano, il fotografo e autore americano Oleg Volk ci offre il suo punto di vista sui "veri scopi" del Gun Control rispetto ai suoi fini dichiarati
I sostenitori del Gun Control sostengono che il disarmo della popolazione civile sia necessario per il bene della società. Le misure punitive che sono disposti ad attuare per trasformare le loro ipotesi sulla sicurezza pubblica in realtà suonano molto come il vecchio "La picchia perché le vuole bene" – o come una vecchia barzelletta sovietica che diceva: "Combatteremo per la pace con tale vigore che non resterà vivo nessuno".
Il controllo delle armi si può imporre solo con altre armi, quindi di fatto il risultato è di concentrare il poterte militare nelle mani di piccoli gruppi con lo scopo di far tenere bassa la testa a tutti gli altri, e per sempre. Alcuni sostenitori del Gun Control potrebbero effettivamente essere illusi di lottare per una causa giusta, ma la maggior parte di loro mentono sapendo di mentire. In questo articolo sfaterò alcune delle loro menzogne a beneficio di quei lettori che ancora si stiano chiedendo quale sia lo scopo di tutto questo.
L'ossessione per il disarmo sociale
Tanto per cominciare: la "popolazione" non è un concetto omogeneo, non più di quanto non lo fossero i nazisti e gli ebrei negli anni '40. Una parte della popolazione si comporta in maniera delinquenziale, una parte no. Pensate a voi stessi: attacchereste qualcun altro per divertimento o profitto? La maggior parte delle persone non lo farebbe mai, quindi disarmarle non ha senso.
Le persone disponibili ad aggredire gli altri senza motivo sono molto diverse dal resto della società, quantomeno in termini di "Mindset". Le più classiche misure di controllo delle armi hanno effetti molto scarsi quando si tratta di disarmare questi criminali violenti, che hanno molti meno problemi del resto dei membri della società nel correre i rischi legati al violare la legge.
Per le persone pacifiche, le armi sono strumenti da autodifesa da utilizzarsi solo in casi estremi; per i violenti si tratta dei mezzi necessari a "guadagnarsi da vivere" o ad affermarsi nei loro circoli.
Nel contesto delle famose "Gun-Free Zones" (luoghi designati dalla legge USA dove è illegale portare armi, N.d.T), la maggior parte delle persone obbediscono a tale Diktat perché la punizione, in caso di violazione, è severissima. Ma a criminali, terroristi e assassini di massa non importa – e vi s'introdurranno armati comunque.
Le loro potenziali vittime potranno magari avere il coraggio di difendersi a mani nude, ma non introdurranno mai un'arma – per quanto discreta – in tali zone. Il coraggio che nasce dalla disperazione è un fenomeno comprensibile, ma vogliamo parlare dell'intimidazione praticata dalle autorità che desiderano mantenere i loro cittadini disarmati?
I disarmisti non fanno differenza tra armi "offensive" e armi difensive; si tratta di una volontaria distorsione della realtà allo scopo di separare le persone pacifiche dalle loro armi sportive e difensive.
Praticamente ogni cosa può diventare un'arma offensiva, perché sono sempre gli assalitori a scegliere l'ora, il posto e le circostanze. Le armi da fuoco si possono dunque facilmente sostituire con un coltello, una bottiglia piena di benzina, le mani nude, un veicolo, praticamente qualsiasi cosa; è persino possibile pugnalare a morte qualcuno usando dei fogli di carta arrotolati a cono.
Le armi difensive sono molto più complesse. Poiché l'aggressore ha sempre il vantaggio dell'iniziativa e spesso anche il vantaggio della forza, del numero, della mobilità e dell'addestramento, chi si difende deve poter contare su strumenti adeguati – e ovviamente, saperli usare.
E se vi chiedete cos'è che gli esperti considerano "adeguato", guardate le dotazioni di chi protegge i Capi di Stato e di Governo: pistole, fucili a canna liscia, armi a raffica, fucili di precisione, e ovviamente protezioni balistiche individuali.
Il vero scopo: una società indifesa
Il Gun Control è inaccettabile perché riduce le capacità dei non-violenti di difendersi da attacchi violenti e immotivati: i disarmisti vedono nella disponibilità di armi da fuoco per le persone pacifiche un problema maggiore rispetto a quello posto da persone violente armate di pistole, fucili, coltelli, o anche solo mani nude.
La riduzione o l'eliminazione totale della possibilità di difendere noi stessi e le nostre famiglie da un aggressore è uno scopo malvagio. Di proposito – e non come "effetto collaterale" non voluto! – il Gun Control trasforma i cittadini in soggetti indifesi, impauriti, e dipendenti dalle autorità che fanno promesse di sicurezza che non possono mantenere: l'unico modo in cui le autorità possono offrire tale livello di protezione è dare a tutti una scorta.
E non è strano che i politici disarmisti continuino a tenersele, le loro scorte, anziché licenziare le loro guardie del corpo per "ridurre il numero di armi in circolazione"?
Tale dipendenza fa rinascere relazioni di tipo feudale: in teoria i signori feudali e i loro cavalieri avrebbero dovuto proteggere il loro popolo dai pericoli esterni, ma storicamente la realtà è sempre stata un'altra, fatta di repressione e brigantaggio.
Una popolazione disarmata dipende dal suo re o dal suo equivalente, non solo per essere difesa dai delinquenti – protezione sempre promessa, quasi mai realmente offerta – ma pone del tutto la sua vita al servizio di chi comanda.
Tutti diventano soggetti alla volontà di chi controlla le armi, motivo per cui ad esempio solo i nobili in molte società medievali potevano portare spade. Dal punto di vista di chi persegue il controllo delle armi come un "bene della società", il controllare le armi e impartire ordini a chi le porta per lavoro è un altro privilegio del potere politico.
Se volete degli esempi eclatanti di ciò, guiardate a Cuba e alla Corea del Nord: una élite armata controlla del tutto una popolazione disarmata e privata di ogni diritto.
Nessun'arma è al sicuro
Tornando ai nazisti e agli ebrei, possiamo notare come la riduzione delle capacità dei comuni cittadini di difendersi tende sempre ad essere totale. Nel 1938, i nazisti proibirono agli ebrei tutti i tipi di arma, persino i bastoni. Nelle giurisdizioni restrittive di oggi, assieme alle armi da fuoco vengono spesso proibiti strumenti di difesa non letali come sfollagente o spray al pepe.
Come sempre, i sostenitori del controllo delle armi dicono di opporsi alla "circolazione incontrollata" delle "armi più moderne e pericolose", ma nessuno di loro si sognerebbe mai di consentire ai cittadini di portare anche solo armi obsolete di più di un secolo e mezzo fa'.
Alcuni di loro dichiarano di non avere nulla contro le armi ad avancarica, o quelle da caccia – come se i diritti non esistessero e tutto fosse una gentile concessione! – ma anche in quel caso mentono, dato che le leggi che essi stessi propongono e supportano mirano a mettere al bando qualsiasi cosa, avancariche comprese.
E nella furia distruttiva dei disarmisti nei confronti degli strumenti difensivi a disposizione della popolazione, si arriva anche a mettere fuori legge i coltelli e i giubbotti antiproiettile.
Certo, al giorno d'oggi le spade e le cotte di maglia non sono ideali per la difesa... ma laddove sono proibite le armi da fuoco moderne, lo sono spesso anche loro.
I bigotti che odiano la difesa personale si spingono spesso anche oltre i livelli mostruosi dell'esercito giapponese durante l'occupazione di Okinawa: almeno, all'epoca, i contadini potevano difendersi con gli strumenti da lavoro, mentre nelle legislazioni restrittive moderne sono spesso proibiti anche tali strumenti, anche se trasformati in oggetti sportivi (si pensi ai Nunchaku).
L'intento non è quello di vietare solo le "armi più pericolose", ma di disarmare la popolazione come si disarmano i prigionieri: totalmente e in maniera brutale. In alcuni Paesi, il possesso di un'arma calibro .22 a colpo singolo arriva ad essere un crimine più grave dello stupro – visto che uno stupro non è visto come una minaccia all'autorità costituita, mentre un'arma da fuoco in mano ad un cittadino non inquadrato nei corpi dello Stato invece si.
Più sicurezza? Tutte balle!
Per farla breve: disarmare una popolazione non aumenta la sicurezza nessuno. Il numero di armi in circolazione può calare, ma finisce per concentrarsi tra gli agenti dello Stato, le grandi organizzazioni criminali e terroristiche, e i delinquenti di strada.
E quando lo Stato si trova ad essere l'unico protettore dei cittadini rispettosi delle leggi, non solo non può che fallire in questo suo compito, ma quasi sempre si ritroverà ad abusare del monopolio dell'uso della forza.
Le armi in mano ai cittadini sono pericolose? Certo, ovviamente, la loro funzione!
Fortunatamente la loro pericolosità si estrinseca sempre solo in maniera mirata, sia negli intenti che nella direzione, e di fatto sono pericolose solo contro criminali violenti, aggressori, terroristi, animali pericolosi o – in casi specifici – agenti di quei governi che decidano di trasformarsi apertamente in dittature.
Privare un popolo libero dei mezzi più adeguati a difendersi non è diverso dal sopprimere il sistema immunitario di chiunque per eliminare le allergie di cui soffrono solo poche persone.
Qualunque persona sana di mente preferirebbe avere la febbre da fieno che l'AIDS, e etichetterebbe come ciarlatano chiunque proponga l'HIV come soluzione per i raffreddori di stagione. Similmente, una persona sana di mente dovrebbe sempre preferire avere quanto meno la possibilità di armarsi rispetto ad un divieto assoluto di dotarsi degli strumenti più adeguati a difendere se' stessi e i propri cari.
Ricordate: il disarmo delle persone libere e delle libere società non è mai stato e mai sarà davvero "per il loro bene", nonostante quanto vogliano farvi credere i ciarlatani che spacciano il Gun Control quale inevitabile ed unica soluzione a criminalità, terrorismo, violenza diffusa, femminicidi e stragi della follia.