Munizioni non letali per difesa abitativa
Quando si parla di difesa personale, uno degli argomenti più discussi è l’uso di munizioni non letali, tipicamente pallettoni in gomma, nella difesa abitativa. Vediamo origini, campo d'impiego e validità di questo tipo di munizioni.
Oltre alle armi "letali" in senso stretto ne esistono altre tipologie, definite "Less Lethal" (meno letali) o "Less Than Lethal" (meno che letali), a seconda della loro capacità offensiva. Questo concetto si applica anche alle munizioni utilizzabili nelle armi da fuoco, in particolar modo quelle lunghe ad anima liscia.
Le munizioni “meno che letali” (“Less Than Lethal” in inglese) nascono in ambito di polizia, intese per avere una ridotta capacità lesiva allo scopo di "interrompere" l'azione aggressiva di un malintenzionato, ma senza dover ricorrere a munizionamento letale.
Inizialmente previste per il controllo delle folle in ambito di ordine pubblico, sono oggi più comunemente utilizzate nel contenimento a distanza di soggetti che non rappresentino un'immediato pericolo letale per gli agenti o per terzi, per esempio un criminale armato di coltello, isolato in mezzo a una strada.
Si tratta di cartucce caricate tipicamente a pallettoni di gomma o con un robusto sacchetto polimerico riempito di pallini di piombo (che mantiene la sua integrità colpendo il bersaglio come una sorta di pugno), spinti da una carica di polvere ridotta.
Il primo problema che incontriamo con questo tipo di munizione è che è inteso per un uso all’aperto, entro una ben precisa distanza massima, oltre la quale i proiettili perdono rapidamente velocità ed efficacia, e non prima di una ben precisa distanza minima, sotto la quale, a causa della velocità ed energia alla bocca necessarie a garantire efficacia a una distanza accettabile, la munizione è comunque in grado di infliggere lesioni gravi o anche fatali, specialmente se a essere colpite sono aree delicate come testa o gola. Ma il fatto è che negli scenari tipici della difesa abitativa, la distanza d’ingaggio è quasi sempre sotto la distanza minima di sicurezza.
Il secondo aspetto, direttamente legato al primo, riguarda l’opportunità di sparare pallettoni di gomma in un ambiente chiuso. Ci preoccupiamo, giustamente, delle possibilità di rimbalzi con il normale munizionamento in piombo: sparare pallettoni di gomma in un ambiente chiuso significa avere la quasi certezza di numerosi e ripetuti rimbalzi in ogni direzione, compresa la nostra.
Il terzo aspetto è anch’esso legato al primo: come si può osservare da filmati di forze di polizia in azione, i casi in cui il munizionamento non letale fallisce nell’indurre desistenza, anche dopo ripetuti colpi a segno, anche a distanza ravvicinata, sono numerosissimi.
Questo perché il munizionamento LTL si basa sul dolore come strumento di persuasione e, come ben sappiamo, la sensibilità al dolore è del tutto soggettiva, dipendente dallo stato dell’aggressore e il risultato che produce può variare grandemente, dall’indurre sottomissione in chi viene colpito al farlo infuriare.
Anche se non si tratta propriamente dell'argomento di questo articolo, vale la pena fare un breve discorso a parte riguardo alle armi non letali a proiezione di agenti chimici, come il Capsicum (unico legale in Italia).
Si tratta di armi non letali di buona efficacia, se usate entro il contesto per cui sono state progettate, ma occorre sempre tenere presenti i limiti di questo genere di dispositivi.
Dobbiamo inoltre stare ulteriormente attenti a quali di questi dispositivi somiglino a un’arma da fuoco: non mancano i casi in cui la vittima è stata scambiata per l’aggressore da agenti giunti in soccorso.
Molte “pistole” LTL oggi sono colorate a colori vivaci per renderle immediatamente identificabili da tutti come tali, ed è sempre bene, ove possibile, scegliere una di queste colorazioni rispetto a quelle più “marziali” ma potenzialmente foriere di pericolosi malintesi.
Infine, una formazione all’ utilizzo di questi dispositivi è comunque sempre necessaria, non importa quanto “facile da usare” il loro produttore dica che siano.
Il quarto aspetto, che deriva dal terzo, è che l’operatore dotato di arma caricata a munizione non letale è sempre affiancato da altri operatori dotati di armamento letale, pronti a intervenire se l’opzione non letale dovesse rivelarsi inefficace.
In uno scenario di difesa abitativa saremmo quasi certamente gli unici ad essere armati, cosa che ci obbliga alla scelta di un’arma in grado di sparare affidabilmente sia munizioni LTL che ordinarie, forzando in sostanza ad usare un fucile a pompa. In ogni caso sprecare un colpo per sparare una munizione comunque ad efficaca grandemente ridotta potrebbe essere fatale, oltre che inutile, considerando il punto seguente.
Vi è infatti l’aspetto legale: per la legge, che abbiate sparato a qualcuno con munizionamento letale o LTL, avete comunque sparato a qualcuno, con tutte le conseguenze del caso.
Alla luce di tutto ciò, possiamo trarre una conclusione: o non ci sono le condizioni per cui necessitiamo di sparare a qualcuno, e allora non gli spariamo con nulla, nemmeno munizionamento non letale, a evitare escalation e conseguenze legali che possono condurre a esiti catastrofici, oppure c’è necessità di sparargli, e allora dobbiamo essere quanto più possibile certi di porre immediatamente fine all’azione aggressiva, minimizzando il rischio corso da noi medesimi ed eventuali terzi che cerchiamo di proteggere.