Armi & Balistica, la rivista diretta da Paolo Tagini / www.armiebalistica.com (Edizioni Lumina)

Un tempo c’erano i belgi, poi vennero gli spagnoli, oggi sono arrivati i cinesi e i turchi: il mercato delle armi ha in ogni epoca fame di prodotti funzionali ma economici e in ogni epoca emergono paesi in cui il costo del lavoro è abbastanza contenuto da permettere prezzi di vendita finali appetibili per una larga fascia di utenza.

Le aziende di questi paesi impostano normalmente la produzione su modelli ben conosciuti dal pubblico, vuoi per capitalizzare sulla loro fama vuoi per evitare le cospicue spese legate ai programmi di ricerca e sviluppo di progetti originali: un tempo gli eventuali brevetti venivano bellamente ignorati, ma oggi i fabbricanti stringono accordi e ottengono licenze dai legittimi detentori delle privative.

Se ciò non riguarda i produttori di quello che fu il Celeste Impero, le cui armi riproducono modelli i cui brevetti sono scaduti da tempo o non sono mai esistiti, nel caso dei discendenti della Sublime Porta le cose sono diverse; non pochi fucili e pistole di fabbricazione turca si ispirano infatti a omologhi occidentali ancora in catalogo presso le aziende originali, il che rende imperativi gli opportuni accordi.

Questo è il caso della Canik Arms, azienda che prende il nome dal distretto della provincia turca di Samsun ove è basata, che dopo aver presentato nel 2009 la serie di pistole P120 di chiara ascendenza CZ 75 ha fatto un importante passo in avanti nel 2011, ottenendo dalla Walther la licenza per assumere a base tecnica e concettuale di un nuovo modello di ultima generazione la celeberrima P99 versione AS (Anti Stress).

Il risultato è la gamma TP9, accolta assai bene sui mercati internazionali e che oggi comprende vari modelli, dal 2017 disponibili anche in Italia grazie al distributore Origin STB.

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L'onda del bosforo

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Smart rifle

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Grande il "bellino"

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Express di scuola italiana

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