Un'arma non è come un cane da guardia
Una rivista che parla di armi dovrebbe spingere i lettori a comprarle ma quando si tratta di difesa personale e abitativa, occorre fare delle riflessioni e andare cauti.
"Compro un’arma per difendermi". Una frase che si ascolta spesso, nella convinzione che l’arma sia sufficiente a metterci al riparo da qualsiasi aggressione. Jeff Cooper, ideatore delle ben note 4 regole di sicurezza nel maneggio delle armi diceva "avere una pistola non vi rende armati, così come avere una chitarra non fa di voi dei musicisti".
Senza considerare le problematiche legali che emergono dopo averla utilizzata, sembra quasi che alcuni paragonino l’arma da fuoco a una guardia del corpo o a un cane da difesa ben addestrato.
Visto che una guardia del corpo può permettersela solo un V.I.P. a spese proprie (o un politico a spese nostre), prendiamo a paragone il cane da difesa con un’arma da fuoco.
L’istinto "protettivo del branco" posseduto dal cane
Un cane, senza un particolare addestramento ma solo per istinto oppure a un nostro ordine può scagliarsi verso una minaccia, difenderci e addirittura avvertirci con anticipo se nell’aria c’è un pericolo.
I sensi del cane riescono a sentire le mutazioni ormonali e odorose di malintenzionati percependo dei segnali per noi impossibili da rilevare.
Anche mentre dorme, il cane, come qualsiasi altro predatore, non è mai completamente addormentato. Basta una minima variazione nell’ambiente come un odore o un suono per far risvegliare immediatamente il nostro amico a quattro zampe e renderlo vigile e pronto al combattimento.
L’istinto del cane fa si che anche in assenza del padrone, in mancanza di ordini specifici, possa individuare autonomamente la minaccia e tentare di neutralizzarla utilizzando le sue armi: denti e aggressività istintiva.
I cani di grossa taglia o di particolari razze hanno un morso tanto potente da poter lacerare la carne, bloccare e mettere potenzialmente fuori combattimento un aggressore che si è introdotto in casa o che vuole assalirci mentre siamo all'esterno.
Un cane come Kevin, il pastore tedesco della foto, è un giocherellone, è molto intelligente e grazie all’addestramento ben condotto da Fabrizio, il proprietario, è socievole con gli estranei che non rappresentano una minaccia ma in un batter di ciglia, non appena si dovesse materializzare un pericolo, l’istinto protettivo e predatorio, farebbe tramutare il simpatico pastore tedesco in un temibile difensore pronto ad attaccare chiunque metta in pericolo il suo amico umano.
Analizziamo ora l’arma da fuoco acquistata per difesa personale e abitativa.
L’arma da fuoco è un oggetto inerte, non ragiona e non si attiva indipendentemente dalla nostra volontà.
Per fortuna, al contrario di quanti possano pensare, l’arma non spara da sola. È solo l’utilizzatore che la rende pericolosa o sicura.
Non solo non ci avverte del pericolo ma se non è pronta all’uso o non sappiamo come utilizzarla correttamente diventa un oggetto inutile o addirittura un pericolo essa stessa.
Un’arma è una macchina non di uso comune, come può essere un coltello, quindi richiede un apprendimento lungo e continuo.
Quanti comprano un arma e poi la lasciano inutilizzata, chiusa e ben riposta, hanno ben poche speranze in caso di bisogno di averla in mano in tempi brevi, saperla adoperare e non combinare danni. Solo la pratica rende perfetti.
Possiamo fare un paragone con l’automobile. Pensiamo di conseguire la licenza di guida dopo aver sostenuto il corso previsto. Poi lasciamo l’automobile chiusa in garage per anni senza mai più guidare nessun tipo di autovettura.
Cosa accade se per una emergenza abbiamo assoluto bisogno della nostra autovettura e dobbiamo correre nel traffico caotico della città? Incidente assicurato.
Considerazioni e misure precauzionali
Senza un addestramento continuo e mirato all’uso difensivo, avere un’arma da fuoco serve a poco. Forse solo a provocare danni sia materiali sia legali. Pensiamo a colpi partiti per sbaglio o che vanno a colpire estranei presenti ai fatti.
L’addestramento all’uso dell’arma per difesa, da eseguire sotto controllo di istruttori qualificati, prevede degli esercizi che ripetuti estensivamente, fanno acquisire una memoria muscolare specifica.
In caso di necessità, si ha una reazione istintiva che, messa in atto dal cervello in situazione di stress, consente di non fare danni collaterali quando gli eventi impongono di utilizzare l’arma da fuoco per difendere la nostra vita o quella dei nostri cari.
A poco serve la pratica sportiva ove si utilizzano armi e buffetterie particolari e tutti gli esercizi sono improntati a fare punti sparando su una statica e passiva sagoma di cartone.
Oltre gli esercizi a fuoco, la continua e soprattutto corretta manipolazione dell’arma porta a osservare sempre le 4 norme di sicurezza e a conoscere l’arma per averne rispetto ma non paura.
Per concludere, prima di acquistarne una e in base alla destinazione d’uso, sport o difesa, dovremmo sapere anche quale calibro sia più indicato, tenendo inoltre presente i tempi e i luoghi di utilizzo.
Non basta, perché c’è da considerare il condizionamento mentale e la reazione individuale a un pericolo mortale. Troppa etica posseduta, può bloccare la nostra reazione verso chi, al contrario, non tiene minimamente conto del valore della vita umana.
Quanti nel momento critico sarebbero disposti a recare danno a un essere umano, sebbene questi rappresenti una minaccia mortale? Nessuno può prevedere se nel momento cruciale sarà in grado di azionare quel grilletto.