Il "chamber check" ai tempi di Davy Crockett

Tempo di lettura
3 minuti
Letto finora

Il "chamber check" ai tempi di Davy Crockett

Postato in:

Armi in Pillole / Assicurarsi se un’arma sia o meno carica, con “un colpo in canna”, è una verifica di sicurezza primaria che non riguarda solo le armi moderne: e il “chamber check” infatti si faceva già con le armi ad avancarica.

Il "chamber check" ai tempi di Davy Crockett

I film d’azione hanno abituato persino i meno acculturati in fatto di armi tra il pubblico a vedere l’eroe dirigersi verso il pericolo dopo essersi assicurato che la sua arma sia carica, effettuando un veloce “chamber check”, arretrando leggermente il carrello della pistola quanto basta a esporre parzialmente il colpo in camera di cartuccia.

 

Questa necessità, tuttavia, è vecchia quanto le armi da fuoco e, quando le armi ad avancarica dominavano il campo di battaglia e i terreni di caccia, assicurarsi che la propria arma fosse pronta all’uso era vitale in entrambe le circostanze, dato che tirare il grilletto di un’arma scarica poteva essere fatale in battaglia così come nell’ultima caccia prima di un lungo inverno, dove perdere quell’ultimo cervo poteva significare diventare magri a livello… terminale.

In un'arma ad avancarica, il foro della volata è l'unico "punto di accesso" alla canna

In un'arma ad avancarica, il foro della volata è l'unico "punto di accesso" alla canna

Polvere nera e proiettile: una volta caricata, in un'arma ad avancarica non è possibile "vedere" cosa c'è nella canna

Polvere nera e proiettile: una volta caricata, in un'arma ad avancarica non è possibile "vedere" cosa c'è nella canna

Dato che Garibaldi o il Passatore non potevano certo verificare la presenza di un colpo in canna dalla “finestra d’espulsione”, visto che non avevano né la finestra, né l’espulsione, perché le armi non erano a retrocarica, come potevano allora verificare che la loro arma ad avancarica fosse carica? Caricarla nuovamente non era un’opzione, perché sparando si poteva causare un grave cedimento della canna.

 

C’è, naturalmente, un modo per verificare se un fucile o una pistola ad avancarica siano carichi.

 

La cosa è più semplice di quanto si possa pensare. Le armi ad avancarica erano (e ancora sono) caricate usando una bacchetta di caricamento, usata per spingere il proiettile lungo la canna e posizionarlo sopra la carica di polvere nera.

 

Per verificare se l'arma era carica, bastava prendere la bacchetta e inserirla all'interno della canna, dalla volata:
 

  • Se la bacchetta entrava completamente nella canna, fino in fondo, la canna era vuota: ovvero, l'arma era scarica.
     
  • Se invece la bacchetta rimaneva "visibilmente" fuori dalla volata, questo indicava che la canna era carica, con polvere nera e piombo in fondo alla culatta.
Foto 1

Foto 1

Foto 2

Foto 2

Foto 3

Foto 3

Foto 4

Foto 4

La misura della penetrazione della bacchetta nella canna indica se la canna è carica (immagine 3) oppure no (immagine 4).

 

Ogni fucile o pistola ad avancarica aveva la sua bacchetta di caricamento, di lunghezza differente, e le persone dovevano imparare a sapere "quanto dentro o fuori" ogni bacchetta specifica indicava una canna vuota o carica. E per questo motivo, le bacchette di caricamento erano spesso "marcate" manualmente (con tacche sulla bacchetta stessa) in modo da aiutare a capire non solo SE la canna era carica, ma anche con quanta polvere.

 

Questo sistema è utilizzato esattamente nello stesso modo, ancora oggi, dai moderni tiratori e cacciatori che usano armi ad avancarica.

 

Il test della bacchetta era ugualmente efficace sia sulle armi ad anima liscia che su quelle rigate, lunghe o corte, e persino sull'artiglieria, e fu utilizzato fino all'avvento del revolver ad avancarica, dove bastava uno sguardo frontale alle camere del tamburo per scoprire se l'arma era carica.

 

Poi, con l'arrivo delle armi a retrocarica, la verifica di arma carica con cartuccia camerata divenne solo una questione di... aprire l'otturatore e dare un'occhiata alla camera di cartuccia. Cosa che tuttavia, ancora oggi non tutti sanno fare correttamente, e gli incidenti non mancano.

Armi in pillole: il "chamber check" ai tempi di Davy Crockett

Armi in pillole: il "chamber check" ai tempi di Davy Crockett

Ci sono soluzioni "moderne" che rappresentano un vero e proprio ritorno al passato...

 

Copiando una soluzione che tiratori e cacciatori hanno usato per circa tre secoli, lo stesso principio viene usato oggi anche dal Safety Stick distribuito da TFC, un attrezzo molto semplice brevettato allo scopo di permettere di verificare se una pistola o una pistola mitragliatrice abbia o meno il colpo in canna.

 

Si tratta di una semplice bacchetta di plastica con una banda verde (arma scarica) rossa (arma carica) e un segno più o meno a metà che dovrebbe arrivare a essere visibile se, con l’arma scarica tenuta verticalmente e la bacchetta inserita in canna, si preme il grilletto, cosa che consente di verificare che il percussore funzioni correttamente.

 

Se uno strumento come il Safety Stick sia una soluzione a certi incidenti accaduti ultimamente, ad esempio con la Beretta PMX, sulla quale i Carabinieri hanno sollevato dubbi di sicurezza, o se invece si sarebbe potuto usare un approccio differente (ad esempio lavorando sull'addestramento) lo lascio decidere alla saggezza del lettore.

 

Purtroppo, a noi esperti di armi, certi “strumenti moderni” ci fanno sorridere, perché conoscendo l’evoluzione storica delle armi da fuoco e delle procedure per garantirne la sicurezza, sappiamo che mentre con le armi ad avancarica non c’erano molte alternative pratiche per verificare la presenza del colpo in canna, con le armi moderne una tale verifica richiederebbe un approccio differente, basato su conoscenza, attenzione, addestramento, esperienza. Gli unici veri strumenti da usare per poter garantire i maneggio sicuro di  qualsiasi arma (qualsiasi).