Smith & Wesson Modello 29 in cassetta di legno
Introdotta nel 1955, la Smith & Wesson Modello 29 è uno dei revolver più iconici di sempre, ancora oggi in produzione. Vediamo quella che allora fu definita “la pistola più potente del mondo”, in una versione commemorativa di qualche anno fa
La saga della Smith & Wesson Modello 29 inizia con il famoso tiratore e scrittore di armi Elmer Keith, e il suo tentativo di migliorare le prestazioni relativamente blande della cartuccia .44 Special. Di fronte alla scelta tra proiettile veloce ma leggero e proiettile pesante ma lento, Elmer Keith con la sua indole poco incline a compromessi e approccio tipicamente americano sceglie... pesante e veloce.
Lavorando con ricariche ben oltre il tetto massimo della .44 Special, Keith sfrutta la capienza del bossolo nato per la polvere nera per metterci quantità inusitate di polvere infume, sviluppando un nuovo calibro capace di velocità drasticamente superiori, analogamente a quanto già fatto in precedenza per passare dal .38 Special al .357 Magnum.
Sulla scorta del .357 Magnum, la nuova cartuccia viene denominata .44 Magnum (che in latino significa “grande”) e il bossolo viene allungato per impedire di caricarle accidentalmente in armi camerate per il .44 Special con esiti catastrofici, date le pressioni molto più elevate del .44 Magnum.
Keith esorta la Remington a produrre industrialmente la nuova cartuccia e Smith & Wesson a realizzare una versione del loro revolver a telaio N camerata per il nuovo, potente calibro.
La produzione inizia nel 1955 e nel 1957 viene data la denominazione ufficiale di “Modello 29”. Intesa per la caccia a grossa selvaggina e la difesa contro gli animali pericolosi delle regioni selvagge degli Stati Uniti, l’arma guadagna un piccolo ma fedele seguito d’estimatori tra quanti vivono all’aria aperta in territori impervi, i cacciatori, i tiratori alla silhouette metallica e i rappresentanti delle Forze dell’Ordine.
Per circa 15 anni le vendite restano stabili, ma non sono altissime. Finché non succede qualcosa che le fa schizzare alle stelle.
Nel 1971 esce il film di Don Siegel "Dirty Harry", da noi conosciuto come “Ispettore Callaghan, il caso Scorpio è tuo”, con il laconico e violento ispettore del San Francisco Police Department Harry Callaghan (“Callahan” in originale) interpretato da Clint Eastwood, già famoso per la serie TV western Rawhide e la recente Trilogia del Dollaro di Sergio Leone.
La scena più memorabile è quella in cui, dopo aver eliminato alcuni rapinatori di banca, Callaghan spiana la sua Modello 29 in faccia all’ultimo della banda e recita il famoso monologo: “So quello che stai pensando. Tu pensi: avrà sparato tutti e sei i colpi o soltanto cinque? Per dirti la verità non lo so neanch'io in tutta questa baraonda. Però questa è una pistola eccezionalmente potente e precisa [n.d.a “la pistola più potente del mondo” in originale], capace di farti saltare la testa con un solo colpo. Perciò fatti bene i conti. Ti conviene rischiare? Deciditi, bestia!”
La “pistola più potente del mondo” è forse la frase più citata parlando della Modello 29 e, sebbene esistessero diverse pistole camerate per cartucce wildcat più potenti e alcune pistole monocolpo camerate per cartucce da fucile, al momento della sua uscita la Modello 29 era effettivamente la pistola di serie più potente al mondo.
Il film diventa subito un blockbuster e la Modello 29 lo segue a ruota, subito ribattezzata "Dirty Harry" dal nome del personaggio, con migliaia di esemplari venduti in breve tempo, vendite che sono rimaste ottime da allora e appassionati di armi di tutto il mondo (sottoscritto incluso), che appena han potuto se ne sono messi una in cassaforte.
La Modello 29 è divenuta un classico ed è rimasta in produzione ininterrottamente fino a oggi, con svariate migliori e modifiche implementate nel progetto originale: siamo oggi al modello 29-10. Il revolver fotografato è consegnato in una bella cassetta di legno chiaro con chiusure in ottone, logo della casa inciso a laser e l’interno rivestito di velluto blu.
Essendo un esemplare commemorativo, quest’arma specifica ha finiture superiori alla media, con metalli lucidati e finiti con una brunitura profonda, accentuata dalle guancette in caldo legno esotico con il logo S&W e una finitura satinata invece dell’usuale verniciatura lucida.
Con questo modello commemorativo, Smith & Wesson saggiamente non ha deviato di un millimetro dal classico che ha reso il Modello 29 famoso: canna da 6” ½ (sebbene nei film per certe inquadrature venga usato un modello da 8” ¾ per motivi scenici), mirino standard con inserto rosso e tacca di mira regolabile con filetto bianco.
Alcune differenze minori sono costituite dal percussore, oggi flottante nel castello, e la serratura di sicurezza, ormai sfortunatamente obbligatoria, ma qui in parte nascosta dal pulsante d’apertura del tamburo. La canna ha lo stesso profilo del modello originale e la poderosa volata è protetta da una coronatura classica.
Non serve dire che gli scatti sono netti e puliti, con una singola azione a rottura di cristallo e una doppia fluidissima con la classica “esitazione” a circa ¾ della corsa del grilletto che permette a un tiratore ben allenato di sparare in doppia armando il cane nella prima tratta di corsa del grilletto per poi fermarsi un istante per mirare e finire di premerlo in quella che diventa sostanzialmente una singola molto pesante, permettendo di ottenere una precisione considerevole anche in doppia azione.
Sebbene l’impugnatura in legno possa apparire più bella che comoda su un revolver di grosso calibro, va detto che il rinculo del .44 Magnum è in larga parte un mito. Certo, la botta si sente, ma l’arma è davvero comoda con le guancette in legno, anche usando le cariche più robuste e, con un po’ di pratica, si riesce anche a doppiare il colpo con ragionevole celerità.
Anche se questa è una versione commemorativa, e anche se la Modello 29 non è più “la pistola più potente del mondo”, superata da armi assai più prestanti, sarebbe davvero un peccato lasciarla in cassaforte: questa è un’arma che è veramente divertente da usare: fluida, potente ed estremamente precisa.
L'arma fotografata è stata messa a disposizione dall'Armeria Casabella di Casatenovo (LC)