La Repubblica, Matteo Salvini e il patto d'onore con i "Cittadini Onesti"
Al quotidiano La Repubblica interessa far credere agli italiani che esiste un patto d'onore fra Matteo Salvini e la Lobby delle Armi. Nella realtà, quello che esiste è semplicemente un patto fra Matteo Salvini e gli onesti cittadini detentori di armi, i cui diritti devono essere tutelati dallo Stato, come quelli di chiunque altro, sulla base di quanto stabilito dalle Norme Costituzionali del nostro paese
Vogliamo innanzitutto a sottolineare che l'affermazione che leggete sul'immagine di apertura non viene dal Ministro Matteo Salvini, ma da noi, per fissare in modo chiaro e inequivocabile il nòcciolo delle questione e i fatti reali alla base del patto che Matteo Salvini ha sottoscritto con i legali detentori di armi, cittadini onesti.
Che la comunità dei legittimi possessori d'armi in Italia sia abituata ad essere diffamata dalla stampa generalista non significa che debba piacere farsi prendere a schiaffi da tutti i Media generalisti ad ogni piè sospinto.
Peggio ancora quando a farlo è un articolo pubblicato ieri da uno dei principali quotidiani del Paese – La Repubblica – che è stato rapidamente ripreso da molti siti Internet, da Tiscali allo Huffington Post, nonché da Radio Capital; un articolo che, oltre ad essere apertamente fazioso, è un coacervo di falsità messe insieme dai soliti Mastermind del pensiero antiarmi italiano, nel tentativo di indebolire le posizioni della Lega e del Ministro dell'Interno Matteo Salvini in vista di appuntamenti politici importanti per il nostro mondo come il regolamento sui poligoni privati, la riforma della legittima difesa e il recepimento della direttiva europea sulle armi.
A prescindere da quel che noi di GUNSweek.com si pensi di un articolo del genere – ma ad esempio: è opinione di chi scrive che l'autore dell'articolo dovrebbe essere deferito al Consiglio di disciplina dell'Ordine dei Giornalisti, a causa delle false affermazioni che l'articolo contiene – abbiamo preferito lasciare la parola ai diretti interessati, citati nell'articolo con intento diffamatorio. Ovvero al Comitato Direttiva 477, nella persona del presidente Giulio Magnani, e alla rete di Firearms United, i cui vertici abbiamo raggiunto telefonicamente.
Per chi ancora non ne fosse a conoscenza, qui sotto potete inoltre vedere il video che testimonia COSA e PERCHÉ l'attuale Ministro dell'Interno Matteo Salvini ha sottoscritto durante la campagna elettorale - senza che questo possa essere scambiato per un "patto d'onore con la Lobby delle Armi", come vorrebbe far credere l'articolo pubblicato ieri dal quotidiano nazionale La Repubblica.
Il commento del Comitato Direttiva 477
« Oltre ad essere infarcito di inesattezze – troppe per essere elencate – l'articolo è francamente offensivo nell'insinuare che il Comitato Direttiva 477 sia finanziato o sostenuto economicamente dal settore industriale e distributivo armiero, o che abbia qualche tipo di tornaconto economico.
L'articolo de La Repubblica, ad esempio, sembrerebbe far credere che al Comitato vada una parte dei soldi incassati dai poligoni di tiro privati di tutt'Italia, quando ovviamente non è così, e che sia finanziato da produttori e distributori di armi, quando in realtà solo poche imprese hanno voluto offrire un sostegno e i nostri rapporti con ANPAM sono relativi al solo e ben noto tavolo di lavoro.
La verità, per quanto al fronte anti-armi possa non piacere, è che il Comitato Direttiva 477 è espressione diretta della società civile, nelle persone dei legittimi possessori e utilizzatori delle armi, ed è sostenuto esclusivamente dalle quote di iscrizione dei nostri soci.»
Secondo il Comitato Direttiva 477 l'articolo solleva la questione dell'onore in modo fazioso:
"È davvero così strano che un politico decida di mantenere un impegno preso in campagna elettorale?
O forse i politici dovrebbero disattendere gli impegni presi, quando questi non sono graditi ai disarmisti, che parlano in totale irriverenza nei confronti dei diritti dei cittadini, delle Leggi dello Stato e delle Norme Costituzionali?"
Il Presidente Giulio Magnani prosegue: « Per quanto riguarda poi la famosa "questione d'onore" di cui La Repubblica parla, l'impressione è che certi giornalisti credano di poter raccontare liberamente fandonie, anziché attenersi ai fatti reali.
Non esiste nessun 'contratto' tra noi e il Ministro dell'Interno Matteo Salvini - afferma Magnani: quella che Matteo Salvini ha firmato è solo un'assunzione pubblica di impegno a tutela del comparto e dei legittimi possessori d'armi che è stata sottoscritta in occasione dello HIT Show dello scorso febbraio, dunque nell'ambito di una manifestazione pubblica, sotto gli occhi delle telecamere, dei visitatori della manifestazione e della stampa specializzata e generalista presente all'evento.
Evidentemente il quotidiano La Repubblica ritiene strano, o addirittura vergognoso, che un politico decida di mantenere un impegno preso in campagna elettorale. Ma non è invece proprio questo ciò che tutti i cittadini si aspetterebbero dalla politica?
Per anni gli italiani si sono lamentati di politici abituati a far carta straccia – sin dal giorno dopo le elezioni – degli impegni presi con gli elettori; ora ci si lamenta del Ministro Matteo Salvini perché intende mantenere fede all'impegno preso? Impegno, fra l'altro, fondato semplicemente su una volontà di tutela dei diritti di cittadini onesti che pagano le tasse e rispettano le Leggi dello Stato?»
Il commento di Firearms United
Molto meno "istituzionale" e più esplicito il commento di Firearms United, che si è incentrato soprattutto sul sottolineare le falsità presenti nell'articolo
« L'articolo pubblicato oggi dal quotidiano La Repubblica è un chiaro tentativo orchestrato da ben noti personaggi della lobby anti-armi – ma dovremmo dire anti-diritti – del nostro Paese, realizzato per indebolire la posizione del Ministro dell'Interno Matteo Salvini sulle questioni legate alla detenzione legale di armi da parte di onesti cittadini e sulla legittima difesa.
Questioni, tuttavia, che come la sua storia politica dimostra, fanno da sempre parte del suo programma, e alle quali difficilmente vorrà rinunciare solo perché è stato pubblicato un articolo fazioso su un quotidiano peraltro notoriamente orientato sulle posizioni delle forze politiche oggi all'opposizione. E nemmeno si può pensare che quest'articolo possa riuscire a far "traballare" qualche esponente politico dell'altra "gamba" dell'attuale coalizione di governo.»
« In merito alla falsa indignazione del quotidiano La Repubblica riguardo all'impegno di Matteo Salvini nei confronti del Comitato Direttiva 477, è opportuno ricordare come il Comitato abbia contattato tutti i partiti e i movimenti politici italiani, a destra come a sinistra, con gli stessi toni e proponendo loro di sottoscrivere lo stesso impegno a tutela della sicurezza e dei diritti dei cittadini, ma anche di un comparto produttivo che vale mezzo punto di PIL all'anno.
Non è certo colpa di nessuno – se non delle parti politiche che 'non hanno risposto all'invito' – se Matteo Salvini è stato il primo e tra i pochissimi a rispondere e sottoscrivere. Dai partiti di sinistra, ad esempio, ovvero quelli a cui il quotidiano La Repubblica è ideologicamente più vicino, è arrivato solo un silenzio che sapeva di insulto nei confronti di un'intera categoria sociale: quella dei legittimi possessori e utilizzatori di armi, che statisticamente è la meno incline in assoluto a commettere crimini o a cedere ai "momenti di follia" tanto paventati dagli antiarmi.»
« Ma se neppure i referenti politici più indefessi del fronte antiarmi riusciranno a fare "buon uso" dell'articolo pubblicato da La Repubblica, lo si deve solo all'incredibile concentrato di fandonie che contiene – perché definirle "inesattezze" significherebbe ignorare la malafede e il pregiudizio degli autori. Fandonie, ad esempio, sulla questione dei poligoni privati, in cui il Comitato Direttiva 477 ha iniziato a partecipare al tavolo di concertazione quando il Dossier giaceva già da anni sui tavoli degli uffici competenti del Ministero dell'Interno, con un ruolo di osservatore, e certamente senza la possibilità di poter "bloccare" nulla.
Ma del resto, l'articolo de La Repubblica dipinge i poligoni di tiro come campi d'addestramento per terroristi dove si spara con "armi militari" – che tuttavia invece, Leggi dello Stato Italiano riconoscono come "armi sportive moderne", quindi del tutto legali e detenibili, che ai disarmisti piaccia o meno.
Insomma, gli antiarmi italiani ed europei usano la stessa retorica di quelli statunitensi... ma quale sia stato negli USA il risultato di tale Modus Operandi è sotto gli occhi di tutti: governo e Congresso saldamente proarmi, possibilità di un rafforzamento del Partito Repubblicano alle elezioni di novembre, adesioni alla NRA e vendite di armi ai massimi storici.»
« Nessuno, sempre a titolo di esempio, può prendere sul serio l'articolo pubblicato ieri nel momento in cui indica come "provenienti dal giro dei poligoni francesi" le armi usate negli attentati di Parigi del gennaio e novembre 2015, quando anche pubblicazioni totalmente antiarmi come l'americano Time e l'inglese The Telegraph dovettero ammettere che si trattava di armi militari provenienti dai Balcani, illegalmente importate nel territorio dell'Unione Europea e vendute sul mercato nero belga da persone, peraltro, ben note ai servizi di sicurezza francesi. Proprio come indicato nel nostro studio del marzo 2016, a cui i giornalisti di La Repubblica evidentemente non si sono degnati di dare neppure uno sguardo.
Insomma, l'articolo di La Repubblica è riuscito solo in una cosa: a rendere esplicito il livello di falsità a cui gli antiarmi sono in grado di arrivare e a dare visibilità al Comitato Direttiva 477 e a Firearms United, rendendo palese a tutti i possessori d'armi d'Italia che esistono finalmente delle realtà che lottano per la tutela dei loro diritti. Realtà di cui il fronte disarmista ha paura. E di questo ringraziamo sentitamente!»