Tecnica di tiro: non perdiamo di vista il bersaglio
Esistono molti tipi di bersagli utilizzabili per allenarsi al tiro con armi da fuoco, ma forse non tutti sono indicati per l’addestramento alla difesa personale
Innanzi tutto, i miei articoli sulla difesa rispecchiano opinioni personali che potrebbero non essere condivisibili. Metto i miei pensieri su carta, anzi sul web, ipotizzando che suscitino qualche riflessione. Questa volta mi sono soffermato sui bersagli che si utilizzano nei poligoni di tiro.
Spesso, per edulcorare le attività dove si impiegano le armi da fuoco, qualsiasi addestramento deve sembrare un'attività sportiva. Parlare di difesa personale è un tabù, e nelle strutture dove si pratica il tiro, tutto deve essere ricondotto a fare 10 sul bersaglio. Quando permesso e proprio si vuole esagerare, si possono utilizzare i bersagli da Tiro Dinamico, con alfa, delta, charlie.
Persino le sagome "dotate di una sporgenza rettangolare posta sulla sommità" - che può richiamare alla lontana una testa stilizzata - non sono viste di buon occhio. Peggio ancora se qualcuno si azzarda a tirare fuori un innocuo bersaglio sul quale è raffigurata una silhouette umana.
Eppure, si tratta pur sempre di bersagli di carta... bersagli che come dicono gli americani, don’t shoot back!
Per quanto riguarda le distanze, c’è ancora chi posiziona il bersaglio ai classici 25 metri del tiro sportivo. Distanza che per addestramenti difensivi, definire assurda sarebbe un eufemismo.
Visto che l’addestramento alla difesa personale è difficile da impostare, in quanto non è possibile ricreare gli effetti dello stress e l’imprevedibilità di tali eventi, non dovrebbero esserci motivi per fare a meno degli accessori adatti.
Eppure, si continuano a condurre addestramenti su bersagli raffiguranti dei centri concentrici o su sagome di cartone, che invogliano solo a fare punti come in gara.
Non solo ma i bersagli utilizzati sono chiari o addirittura bianchi, ottimi per facilitare la mira. Peccato che nella realtà il bersaglio potrebbe essere vestito di scuro, senza tenere conto delle condizioni di luce sfavorevoli che potrebbero esserci durante uno scontro a fuoco “mortale”.
Da considerare inoltre l’impossibilità di mettere a fuoco i congegni di mira, per le note modifiche provocate dagli ormoni dello stress, che peggiorano la capacità di mettere a fuoco piccoli oggetti.
In conclusione, a mio parere, dopo l’iniziale e necessario periodo di addestramento base, andrebbero eliminati dal training tutti i bersagli utilizzati per il tiro accademico, utili per conteggiare i punti, ma non per addestrarsi al tiro operativo, istintivo, difensivo, reattivo o come meglio piace chiamarlo.
Da eliminare anche qualsiasi bersaglio che, avendo colori chiari, faciliti lo stagliarsi dei congegni di mira.
Nei pochi ambienti ove è consentito impiegarli, anche i sacrileghi bersagli con la silhouette umana stampata su un foglio quadrato a fondo bianco, creano delle perplessità sul loro utilizzo. I colpi andati fuori dalla silhouette nera, saranno sempre visibili sulla parte bianca del bersaglio e in un certo senso potrebbero appagare il tiratore, convinto di aver ottenuto comunque un certo risultato.
Tra i bersagli espressamente dedicati all’addestramento difensivo, metterei in secondo piano alcune tipologie, tra l’altro quasi introvabili, pesanti ed estremamente costosi come i 3D Target o quelli, in speciale materiale plastico, che permettono il richiudersi del foro lasciato dalla palla. Anche quelli metallici, oltre a essere scomodi per il loro peso, una volta colpiti "risuonano" e abituano al riscontro uditivo del risultato. Buono per lo sport, molto meno per la realtà.
Le caratteristiche del mio bersaglio ideale per addestramento alla difesa, prevedono che questo debba essere “usa e getta”, fabbricato in economico cartone, esclusivamente colorato in nero opaco, in modo da non far risaltare i congegni di mira e nascondere il più possibile i fori provocati dai colpi. In questo modo non andremo a prendere l’abitudine di controllare il risultato durante il tiro.
La silhouette umana, a grandezza naturale, dovrebbe essere ritagliata nel cartone ed essere provvista di appendici laterali utili a posizionare il bersaglio su dei supporti di opportuna ampiezza.
Nella foto qui accanto vedete un prototipo (migliorabile) del bersaglio da me ideato. la sagoma ritagliata da un foglio di cartone colorata nero opaco, impedisce di vedere bene sia i congegni di mira sia i fori lasciati dalle palle (nota bene: il bersaglio non è in commercio)
Uno o più bersagli di questo tipo, andrebbero posti a distanze variabili da 0 (zero) a massimo 7 metri.
Tutti gli esercizi dovrebbero prevedere, raggiunto il livello di sicurezza opportuno, l’estrazione dalla fondina e qualche spostamento, laterale o in avanti, eseguito durante il tiro.
Un ulteriore sistema per nascondere i fori praticati durante il tiro, consiste nel rivestire con della stoffa tali bersagli. Delle vecchie T-shirt nere o di colore scuro sarebbero l’ideale.
Addestriamoci alle situazioni peggiori, non vinceremo coppe o medaglie ma forse avremo più possibilità di tornare a casa con le nostre gambe e... fare contenti gli avvocati.