Le 4 regole di sicurezza nel maneggio delle armi
Anche quando priva di caricatore e senza colpo in canna, la pistola è da considerare “sempre carica” e come tale deve essere maneggiata. Vediamo le 4 regole base per garantire la sicurezza in ogni condizione
Anni di permanenza sulle linee di tiro come istruttore, mi hanno permesso di imparare quali sono gli errori più frequenti e comprendere perché è stato necessario stilare le famose 4 regole di sicurezza che devono essere osservate per evitare danni, quasi sempre gravi, che si possono commettere quando si maneggiano le armi da fuoco.
Occorre ribadire che le armi da fuoco, essendo oggetti inanimati non sono di per sé pericolose. Il pericolo è relativo al soggetto che le maneggia.
Tutte le sicure manuali e automatiche applicate sulle armi da fuoco sono inutili se l'utilizzatore non ha appreso il corretto maneggio dell'arma.
La mancata conoscenza della meccanica delle armi e del loro funzionamento contribuisce ad aumentare il rischio di compiere manovre sbagliate.
Prima di iniziare a maneggiare un'arma, è importante documentarsi e leggere il manuale d'uso.
Ho conosciuto tiratori che non utilizzavano la sicura manuale abbatticane, perché erano convinti che provocasse lo sparo.
Alcuni ignoravano a cosa servisse la leva arresto carrello. Altri non erano a conoscenza dell'esistenza sulla loro arma della sicura automatica al percussore o di quella applicata al sistema di percussione di alcuni revolver.
Si evitano molti errori fatali, durante la sequenza dell'accertamento dello stato dell’arma, se si comprende come avviene il ciclo di sparo e la funzione del caricatore.
Le 4 regole di sicurezza
Queste 4 regole d'oro, veri e propri comandamenti, furono codificate oltre cinquant'anni fa da Jeff Cooper. Queste 4 regole di sicurezza hanno tutte la medesima importanza e sono tutte correlate tra loro, ma preferisco ricordarle in questo ordine:
- Tutte le armi sono sempre cariche
- Non puntare mai la canna verso qualcosa che non hai intenzione di colpire
- Tieni il dito fuori dal griletto fino a quando non hai le mire sul bersaglio
- Identifica il tuo bersaglio, e quello che c'è dietro di esso
di Bruno Ardovini
John Dean “Jeff” Cooper
(10 maggio 1920 Los Angeles ca - 25 settembre 2006 Paulden AZ)
Jeff Cooper è stato un Marine degli Stati Uniti d’America, attivo durante la Seconda Guerra Mondiale, poi coinvolto anche nella guerra di Corea, durante la quale si guadagnò il grado di Tenente Colonnello. Leggendo la sua biografia su Wikipedia si apprende che si laureò in Scienze Politiche all’Università di Stanford e che al termine della sua seconda guerra, per alcuni anni della sua vita insegnò storia.
Sulla base di quanto aveva vissuto in guerra, sul campo di battaglia, a partire dagli anni ’50 Jeff Cooper iniziò a sviluppare delle tecniche moderne per l’uso dell’arma corta in combattimento, fino ad arrivare al 1976, anno in cui fondò l’American Pistol Institute (API) e successivamente la Gunsite Academy.
Famoso per aver sviluppato ulteriormente tecniche di tiro come la posizione Weaver, o per aver idolatrato il calibro .45 ACP per arma corta, da lui ritenuto l’unico in grado di sviluppare un efficace potere d’arresto.
Ha concepito e disegnato la pistola Bren Ten in calibro 10mm Auto e ha scritto molti libri sul tema del combattimento a fuoco, elencando i vari stati mentali in cui ci si viene a trovare, codificando inoltre le varie opzioni relative al porto dell’arma corta semiautomatica, dalla Condition 4 alla 0.
Ma alla gran parte delle persone è noto soprattutto per aver codificato le 4 regole di sicurezza relative alle armi da fuoco, di cui vi parliamo in questa pagina.
Nel corso della sua carriera, Jeff Cooper ci ha lasciato innumerevoli motti sulle armi. Uno tra tanti: “possedere una pistola non ti rende armato, così come possedere una chitarra non farebbe di te un musicista”.
Alcuni suoi concetti sono stati in seguito rivisti, alcuni contestati e altri abbandonati, ma non c’è dubbio sul fatto che il Colonnello Jeff Cooper abbia contribuito a modernizzare l’uso dell’arma corta, in un mondo che tende a essere concettualmente statico.
Il primo comandamento
Il primo punto deve essere preso alla lettera anche se si rischia di sembrare stupidi. È chiaro che se l'arma ha il carrello bloccato in apertura, manca visibilmente la cartuccia nella canna e il caricatore è estratto dal fusto, l'arma non spara ma la norma fa riferimento alle cattive abitudini. Movimenti ripetitivi possono essere appresi ed eseguiti inconsciamente per disattenzione, stanchezza o stress.
Non si deve fare distinzione tra arma carica e “scarica”. Se accerto che l’arma è oggettivamente scarica e la maneggio con leggerezza, mettendo il dito sul grilletto o indirizzando l'arma verso cose o persone, apprendo dei movimenti errati e posso farlo inavvertitamente e pericolosamente con l'arma carica.
il secondo comandamento
Il secondo punto è facile da rispettare in poligono dove esistono delle direzioni idonee dove puntare l'arma, create allo scopo. In casa o in qualsiasi altro luogo ove si è reso necessario manipolare l'arma le cose si complicano.
In teoria non esistono zone sicure perché nella malaugurata ipotesi che il colpo parta, qualche danno la facciamo comunque. Come minimo un bel buco nel muro (spesso anche da parte a parte!).
Questa norma è correlata alle altre. Infatti se consideriamo l'arma sempre carica e non mettiamo il dito sul grilletto non parte nessun colpo. Le armi da sole non sparano.
Per completezza, si deve evitare di scaricare l'arma puntando la volata verso superfici che favoriscono i rimbalzi come marmo, maioliche o sanitari.
Mai indirizzare l'arma verso una finestra. Massima attenzione a non puntare l'arma verso noi stessi o altre persone presenti.
Dei tanti sistemi alternativi da tenere in casa come para palle alternativo, credo che il migliore sia quello che consiste nel sovrapporre tre o più elenchi telefonici ognuno di circa 4 cm di spessore (tra poco introvabili).
il terzo comandamento
La resistenza dello scatto di un'arma, corta o lunga che sia, in doppia o singola azione, è sempre meno resistente della forza che può essere applicata dal dito sul grilletto durante un'azione inconscia. La maggior parte degli incidenti avvengono per stress unito a cattivo addestramento.
Il grilletto è posizionato ergonomicamente per essere facilmente raggiunto dal dito. Pertanto, senza un condizionamento adeguato, risulta difficile eliminare la cattiva abitudine di porre il dito sul grilletto quando la situazione non richieda di sparare nell'immediato. Una tensione improvvisa, come la paura di cadere, provoca una contrazione incontrollata della mano che chiudendosi fa partire quasi certamente il colpo.
L'effetto provocato dagli ormoni dello stress che riducono la sensibilità delle parti distali del corpo, fa sì che in tali situazioni, non si riesca a sentire il contatto del dito con il grilletto e controllare la pressione esercitata sullo stesso.
Diversi filmati presenti sul web, testimoniano la frequenza di questo tipo di incidente che accade alle forze dell’ordine, durante interventi che richiedono di tenere sotto mira un soggetto pericoloso.
Questa imprescindibile norma di sicurezza richiede la massima attenzione e deve essere appresa nel minor tempo possibile.
il quarto comandamento
Nessuno vorrebbe sparare e colpire soggetti innocenti. L’ultima norma è valida a 360°, per difesa abitativa, personale, caccia e impiego ludico delle armi. Le intrusioni nelle abitazioni avvengono al buio: muniamoci di una torcia tattica. Non possiamo indirizzare l’arma verso ombre indistinte che si potrebbero rivelare nostri familiari.
In ambito venatorio, non si deve sparare al minimo frusciare delle foglie. Ci dobbiamo accertare che il segnale che abbiamo sentito sia stato provocato dall’animale cacciato.
Troppo spesso si acquista un’arma attratti dalla potenza del calibro. Basta qualche lettura di balistica terminale per rivelare che una semplice palla di 9 parabellum o 9x21, dotata di circa 50 kgm di energia cinetica, può perforare il muro divisorio di una moderna abitazione e trapassa facilmente un corpo umano, conservando abbastanza energia cinetica per ferire persone innocenti che si trovano lungo la sua traiettoria.