La cartuccia di Murphy
La prima legge di Murphy afferma che "se una cosa può andar male, lo farà". Sebbene si prendano tutte le precauzioni del caso, esiste sempre la possibilità che l'arma possa avere un malfunzionamento... ma non sempre e non necessariamente per colpa sua!
La prevenzione è l’unica forma di assicurazione contro i malfunzionamenti.
Le regole da seguire sono:
- Utilizzare sempre armi perfettamente funzionanti, nuove o di cui si conosce la vita operativa.
- Curare la manutenzione dell’arma pulendola dopo ogni volta che è utilizzata ( si spera spesso per addestramento) o comunque periodicamente.
- Controllare le parti meccaniche dell’arma, sostituendo dopo un certo numero di colpi quelle che nel modello posseduto sono soggette a rottura.
- Controllare lo stato dei caricatori.
- Adottare tipo e marca di cartucce per difesa, solo dopo averne sparate diverse scatole, senza aver riscontrato nessun problema con l’arma in cui saranno impiegate.
- Se si vive in ambienti estremi, considerare la sostituzione periodica delle cartucce contenute nel caricatore.
- Se si è abituati a scaricare la pistola giornalmente, controllare la cartuccia che viene tolta e reinserita ripetutamente nella camera di cartuccia.
Come ripeto sempre nei miei articoli, i malfunzionamenti delle armi devono essere prevenuti.
Tutte le manipolazioni che si insegnano per tentare di rimettere in funzione un’arma, spesso non tengono conto delle tempistiche ridotte e delle distanze brevi, durante le quali avvengono gli scontri a fuoco.
Certamente è meglio sapere come intervenire in caso l’arma faccia “click” o il bossolo resti incastrato tra la canna e l’otturatore ma in questi frangenti, quando l’avversario ci è addosso, forse l’unica soluzione e dargli la pistola in faccia con tutta la forza che abbiamo.
Detto questo può accadere che, nonostante la nostra accortezza, si verifichi l’imponderabile.
È il caso capitato a un tiratore, con una cartuccia che non ha sparato, perché... nel bossolo, la sede dell'innesco era priva del foro di vampa!
Fortunatamente il fatto è accaduto durante un allenamento in poligono.
Mentre un tiratore sparava, invece del classico rumore, si è udito il rumore secco prodotto dall’innesco, come nel caso in cui manchi la polvere nel bossolo.
La pistola è rimasta chiusa con il bossolo incastrato all’interno. Nessuna manovra eseguita a mani nude ha permesso di estrarre il bossolo.
Tramite un attrezzo si è provveduto, non senza difficoltà, a estrarre il bossolo che risultava incastrato nel risalto della camera di cartuccia. In realtà la palla era ancora al suo posto mentre l’alveolo che alloggia l’innesco era vuoto.
Ad un esame visivo, è risultato che per difetto di fabbricazione, non era stato ricavato nell’alveolo il foro di vampa, occorrente al passaggio del dardo di accensione della polvere da sparo.
Il percussore, colpendo la capsula aveva generato la vampa e relativa pressione che, non trovando sfogo, aveva spinto indietro quanto basta il carrello per far uscire la capsula stessa dall’alveolo, mandando nello stesso tempo in avanti la cartuccia a incastrarsi nella canna.
Un malfunzionamento dovuto al bossolo senza foro di vampa è impossibile da prevedere e soprattutto da risolvere senza utilizzare qualche attrezzo per fare leva.
Certo, dopo aver sparato negli anni migliaia di cartucce e averne viste sparare ancora di più sulle linee di tiro, è la prima volta che mi capita di assistere a un malfunzionamento occorso a causa di un bossolo mal lavorato.
Probabilmente al tiratore non capiterà mai più di incappare in un simile problema ma come abbiamo visto, la legge di Murphy è sempre in agguato.