Bufera in arrivo sull'IPSC Rifle World Shoot 2017?
Arrivano alla rete di Firearms United notizie da alcuni Paesi europei che potrebbero mettere in discussione la partecipazione dei tiratori internazionali ai campionati di tiro IPSC con armi lunghe che si terranno in Russia alla fine del mese
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Come vi abbiamo già annunciato lo scorso 21 aprile, dal 25 maggio all'11 giugno prossimi il campo di tiro "Patriot" di Kubinka, nella regione di Mosca, ospiterà lo IPSC Rifle World Shoot 2017, il primo campionato mondiale di tiro dinamico dedicato specificamente al tiro sportivo con armi a canna rigata.
Ebbene, secondo alcune notizie ricevute dalla rete di Firearms United, potrebbe esserci in arrivo sulla manifestazione – almeno indirettamente – una tempesta che potrebbe impedire la partecipazione di numerosi tiratori di alto livello provenienti dall'Europa.
Il problema verrebbe da una interpretazione restrittiva del Regolamento UE 258/2012, in attuazione del Protocollo delle Nazioni Unite sulle Armi da Fuoco, che al Capo II impone norme relative all'export anche temporaneo delle armi destinate all'impiego in eventi venatori o sportivi.
Pià nello specifico, secondo la rete di Firearms United, risulterebbe che Francia, Germania e Olanda – forse non casualmente, anche i Paesi che più hanno spinto per l'approvazione delle modifiche restrittive alla direttiva UE sulle armi! – si rifiuterebbero di applicare le eccezioni di cui agli articoli 9, 10 e 11 del Capo II del Regolamento UE 258/2012, negando dunque automaticamente le licenze di esportazione temporanea a quei loro cittadini che intendono recarsi in Russia con le loro armi per partecipare all'evento. E i problemi potrebbero estendersi anche ad altri Paesi.
Uno dei motivi addotti parrebbe essere legato alle sanzioni a cui la Russia è ancora sottoposta da parte di UE, USA, Canada e altri ancora a causa del coinvolgimento di Mosca nella perdurante guerra civile in Ucraina.
Sempre secondo la rete, il mondo dei tiratori si starebbe organizzando: gli sportivi provenienti da Paesi che non pongono questi problemi starebbero cercando di portare con se' più armi da prestare ad altri sportivi sul campo di tiro, e addirittura il Gruppo Kalashnikov avrebbe pronta una tiratura limitata di 60 fucili da noleggiare a quei tiratori che si vedranno negata la licenza d'importazione temporanea per la manifestazione.
Il problema è che si tratta comunque di soluzioni-tampone che non potranno completamente sopperire ad un comportamento degli Stati europei apertamente mirato a tarpare le ali ai tiratori sportivi onesti. Inoltre, per dirla con le parole di un tiratore svedese:
L'iniziativa del Gruppo Kalashnikov è ammirevole,
ma se ti prepari a combattere per le medaglie servono AR-15 da competizione, non AK!
Dal punto di vista sportivo, la manifestazione di Kubinka rischia dunque di trasformarsi in uno One-Man Show dominato dai tiratori russi, che oltre ad avere il vantaggio del campo potranno utilizzare armi con cui si sono allenati, che hanno personalizzato in base alle loro esigenze, e che conoscono molto bene.
Dal punto di vista politico, invece, la vicenda è un preclaro esempio di come i tiratori europei abbiano un disperato bisogno di raccogliersi attorno ad un'associazione in grado di far guadagnare loro peso politico, a livello nazionale ed internazionale, al fine di evitare simili vessazioni. Che sia chiaro a tutti: solo perché una normativa prevede un'eccezione, non significa che il vostro governo vorrà applicarla.
Non si può inoltre evitare un'altra amara considerazione: forse l'IPSC avrebbe potuto ponderare meglio l'assegnazione di un evento così importante, scegliendo come Paese ospitante uno che non si trovasse in condizioni politiche tali da precludere la partecipazione ai tiratori internazionali. La situazione era ben nota, dopotutto, in quanto la Russia è sotto sanzioni già dal 2014.