Smith & Wesson si trasferisce in Tennessee!
Smith & Wesson ha annunciato l'inizio del processo di trasloco che vedrà, entro il 2023, la chiusura dei suoi uffici e delle sue strutture in Massachussets, Connecticut e Missouri e il completo trasloco in Tennessee. Motivo? Le leggi sulle armi!
Smith & Wesson trasloca: non è la prima azienda del settore armiero USA a farlo, e probabilmente non sarà l'ultima, visto il clima politico.
Con un comunicato stampa del 30 settembre 2021, l'azienda ha annunciato che entro il 2023 la gran parte delle sue attività industriali saranno trasferite a Maryville, nello Stato del Tennessee, dando dunque definitivamente l'addio alla storica sede di Springfield, nel Massachussets, che l'azienda ha occupato stabilmente sin dalla sua fondazione nell'ormai lontano 1852.
Smith & Wesson, dicevamo, non è la prima a lasciare la New England Gun Valley: aziende come Beretta, Remington, Steyr e molte altre negli ultimi dieci anni hanno "virato a sud", spostando le loro sedi principali o le loro rappresentanze USA dall'area geografica compresa tra Connecticut, Massachussets e Stato di New York – storicamente il cuore dell'industria armiera statunitense – per approdare in altri lidi, soprattutto Tennessee e Alabama.
Il comunicato-stampa di Smith & Wesson, tuttavia, non lascia adito a dubbi: Mark Smith, amministratore delegato dell'azienda, ha specificamente indicato tra le motivazioni del trasloco le nuove leggi anti-armi in discussione del Massachussets, che se approvate renderebbero impossibile la produzione di alcune tipologie di armi sul territorio dello Stato.
« Queste leggi impedirebbero a Smith & Wesson di produrre armi che sono legali quasi ovunque in America, e che vengono usate da decine di milioni di cittadini americani che, legalmente e in tutta sicurezza, esercitano ogni giorno i diritti di cui godono in base al Secondo Emendamento della Costituzione americana, per proteggere se' stessi e le loro famiglie, e per praticare discipline sportive. Anche se speriamo che queste proposte dannose e arbitrarie saranno respinte, la vendita delle armi in questione vale il 60% del bilancio totale dell'azienda, e la possibilità che le stesse proposte possano essere avanzate di nuovo in futuro ci ha costretti a prendere questa dolorosa decisione.»
L'azienda ha comunicato che la chiusura e il trasferimento riguarderà sia la sede di Springfield, nel Massachussets, che la sede di distribuzione di Columbia, nel Missouri, e la fabbrica di componenti polimeriche di Deep River, nel Connecticut. 750 posti di lavoro si sposteranno in Tennessee non prima del 2023, e l'investimento per il trasloco e l'accentramento di tutte le operazioni di produzione industriale, immagazzinamento, distribuzione e amministrazione a Maryville ammonterà a 120 milioni di dollari.
Smith & Wesson intende anche conservare i livelli occupazionali: lo stabilimento di Maryville occuperà (almeno all'inizio) 750 persone, la maggior parte delle quali l'azienda spera siano suoi attuali dipendenti, ai quali saranno forniti incentivi per trasferirsi nel Tennessee e continuare a lavorare per Smith & Wesson. A quelli di loro che non potranno, o non vorranno, trasferirsi, Smith & Wesson verrà incontro con generosi pacchetti di liquidazione e assistenza nella ricerca di nuove occupazioni.
In tutto ciò, a saltare all'occhio è (o dovrebbe essere) l'impatto economico e industriale delle politiche disarmiste: non solo il Connecticut, il Massachussets e lo Stato di New York, ma anche tutti gli altri Stati USA con leggi estremamente restrittive sul possesso, il porto e l'uso legittimo di armi da fuoco (California, Illinois, New Jersey, e altri ancora) hanno nel corso degli anni visto la fuga di importanti realtà produttive del comparto armiero, con conseguenti perdite economiche, fiscali, e di posti di lavoro.
Questo, sinora, non è stato sufficiente a far capire ai paladini del disarmismo – su entrambe le sponde dell'Atlantico – che le leggi restrittive non hanno un impatto negativo solo sulla sicurezza pubblica e sui diritti individuali dei cittadini, ma anche sul benessere collettivo dal punto di vista industriale e sociale.
La fine del capitolo Massachussets della "storia americana" di Smith & Wesson sarà sufficiente a far capire agli abitanti delle zone interessate dalla presenza di aziende produttrici d'armi che devono fare molta più attenzione alle idee dei politici che eleggono, e che soprattutto devono evitare di cadere nella trappola delle favole di "riconversione industriale" e di "nuovi posti di lavoro più etici e green" che vengono raccontate puntualmente dai sostenitori della chiusura forzosa delle "fabbriche di morte" – e che sono sempre puntualmente rimaste favole, lasciando alla fine con un pugno di mosche tutti quelli che ci hanno creduto?
Ne dubitiamo, ma finora la speranza non è ancora proibita.