Valutare gli inneschi per carabina
Inneschi Murom Magnum, Federal Gold Medal, CCI 400 e CCI BR4: li abbiamo provati in un caricamento da tiro in calibro .223 Remington e siamo andati in poligono
L’apparecchio d’innesco, o Primer, come siamo abituati a veder scritto sulle confezioni commerciali più diffuse, è il componente più economico di una munizione, ma allo stesso tempo è quello che svolge la funzione più importante, ovvero determinare la partenza del colpo!
Una cartuccia commerciale può anche utilizzare bossoli di qualità scadente (il mercato è invaso da munizioni di qualità medio-bassa, realizzate anche con bossoli in ferro o alluminio), e se non si vuole raggiungere la massima precisione andranno bene un qualsiasi tipo di polvere e di palla. Ma per l’innesco il discorso è meno flessibile: l’innesco deve essere affidabile.
Se poi da una munizione – commerciale o ricaricata – ci aspettiamo ottime prestazioni balistiche in termini di precisione di tiro, anche utilizzando i migliori componenti, un innesco sbagliato o di bassa qualità vanificherà tutto.
Un innesco di scadente qualità potrebbe non accendersi, provocando l’inceppamento dell’arma, con nefaste conseguenze se essa venisse utilizzata per difesa personale o nel corso di una gara di tiro dinamico, mentre, nella realizzazione di cartucce di precisione – come nel caso delle armi lunghe rigate -, l’intensità e regolarità del dardo di fiamma è fondamentale per ottenere munizioni dalle prestazioni ottimali.
Chi si dedica alla ricarica delle proprie munizioni, conosce bene l’importanza dell’innesco e lo sceglie sulla base delle proprie esigenze:
- per le munizioni da pistola, dove è fondamentale l’affidabilità di funzionamento, avendo la precisione una rilevanza minore in considerazione delle distanze di ingaggio, si ricerca un prodotto che magari abbia un buon rapporto qualità/prezzo
- se si tratta di armi da competizione particolari, dove per ottenere scatti particolarmente leggeri si è andati a lavorare sulle molle della catena di scatto, diminuendo così la velocità del cane (accade facilmente nei revolver), si va alla ricerca di un prodotto realizzato con una coppetta di minore durezza, in grado di assicurare l’accensione della miscela esplosiva anche con una percussione non particolarmente energica
- per chi realizza cartucce con cariche magnum, sia per armi corte che lunghe, è necessario disporre di un innesco dedicato, che, sviluppando un dardo di fiamma di portata maggiore, possa garantire la regolare combustione di un quantitativo importante della carica di lancio, che in questi casi è quasi sempre costituita da propellenti abbastanza progressivi, magari da far bruciare nella corta canna di un revolver da difesa
- quando si vogliono realizzare cartucce da carabina dalle elevate prestazioni in termini di precisione, la qualità dell’innesco diventa fondamentale, per assicurare una regolare combustione della polvere, che si deve tradurre in costanza di rendimento della munizione in termini di velocità di uscita del proiettile
In questa nostra semplice prova empirica abbiamo voluto mettere a confronto gli inneschi Small Rifle di alcuni importanti produttori presenti sul mercato italiano, utilizzando i loro prodotti al top della gamma.
Ogni ricaricatore di cartucce ha le sue preferenze in termini di componenti per la ricarica, ed ovviamente l’innesco non fa eccezione; avendo frequentato per anni i campi di long range, ho sentito decantare le lodi di un innesco e denigrare gli altri; ho visto tiratori disperati per non essere riusciti a trovare in armeria i loro inneschi preferiti ed essere stati costretti ad allestire la loro cartuccia da gara con un innesco diverso.
È un dato di fatto che cambiando marca o tipo di innesco, il comportamento balistico di una cartuccia da carabina cambia in maniera evidente, per cui, per chi ha messo a punto la propria cartuccia da gara e tarata l’ottica con munizioni realizzate con un certo innesco, rappresenta un serio problema doverne utilizzare un altro.
Quando il proprio innesco preferito, poi, è prodotto negli U.S.A., il problema diventa ancora più serio nei periodi in cui il loro mercato interno assorbe gran parte della produzione e qui da noi arrivano solo le briciole.
Per cercare di capire se e quali differenze ci sono tra i vari inneschi, quindi, abbiamo scelto di testare gli inneschi Small Rifle di due colossi americani, CCI e FEDERAL, mettendoli a confronto con un nuovo competitor del vecchio continente, i cui prodotti sono da poco disponibili anche sul mercato italiano: l’azienda russa MUROM. Per i meno esperti, la JSC «MAPP» (Joint-Stock Company «Murom Apparatus Producing Plant») è un'azienda russa che fu fondata nel 1941, per far fronte all'enorme richiesta di inneschi del tempo.
Per i marchi statunitensi la scelta è ricaduta sui CCI 400, CCI BR4 e i Federal Gold Medal AR Small Rifle Match, mentre per l’innesco russo, la scelta è caduta sul Murom KVB-223M Small Rifle Magnum.
Sono tutti inneschi adatti al tiro Bench Rest di precisione, ad eccezione del CCI 400: che è stato inserito per cercare di capire se e quali differenze ci possano essere tra un innesco di alta qualità ed uno “normale”.
Per fare questo confronto, la scelta del calibro da usare è caduta sul 223 Remington, sia perché è una delle munizioni più usate dai tiratori di carabina, ma soprattutto perché, usandolo da anni nelle gare di “Five at 200”, la sua ricarica ed il suo potenziale rendimento non hanno segreti.
Per allestire le nostre cartucce, i componenti prescelti sono stati i bossoli Geco, ricaricati dopo il primo sparo nella stessa carabina usata per il test, ai quali abbiamo ricalibrato il solo colletto usando il Dies Nec della LEE.
Come per la maggior parte dei bossoli europei di questo calibro, è stato necessario svasare il foro della tasca dell’innesco, perché in origine crimpata dal fabbricante (accade sempre quando si usano le stesse linee di produzione del munizionamento militare); per farlo ci siamo avvalsi della pratica fresetta presente nel kit della Smart Reloader, appositamente realizzata per questa operazione.
La scelta delle palle è caduta sulle SIERRA Match King HPBT da 69 grani, prodotto facilmente reperibile sul mercato e dall’ottimo rapporto qualità/prezzo.
Per la polvere abbiamo optato per la Hodgdon CFE223, propellente Ball Powder dall’ottima dosabilità, specifico per la ricarica del calibro prescelto, usando una dose di 24,2 grani (le tabelle di ricarica fornite dal produttore, per una palla da 69 gr vanno da un minimo di 23,5 ad un massimo di 25,00 grani, per cui noi abbiamo scelto una carica media).
Per ogni innesco abbiamo realizzato 25 cartucce, con dosi di polvere pesate singolarmente e con un OAL (lunghezza complessiva della cartuccia) pari a 59,4 mm (quindi, molto superiore alla quota CIP). Cinque cartucce per ogni tipo sono state utilizzate per le prove al cronografo, mentre, con le restanti 20, abbiamo realizzato 4 rosate da cinque colpi sulla distanza dei 200 metri.
Per la nostra prova ci siamo affidati ad una carabina SAVAGE 12 F-TR Target, con una canna inox dal diametro in volata di ben 27 mm e passo di rigatura 1/9, arma che sa dare il meglio di sé proprio con questo peso di palla, dotata di ottica LEUPOLD VX-3.
Per cercare di ridurre al minimo l’errore umano, nelle prove di rosata abbiamo usato un appoggio anteriore con il solido rest della SMART RELOADER ed appoggio posteriore con sacchetto.
Per fare in modo che i valori di velocità registrati non fossero condizionati dal surriscaldamento della canna (che già di per se è poco incline al surriscaldamento), abbiamo sparato le nostre 20 cartucce con la cadenza precisa di un colpo ogni 3 minuti, per giunta alternando sempre le quattro ricariche oggetto della nostra prova.
Ogni 20 colpi, ossia dopo una rosata per ricarica, abbiamo pulito la canna, ma prima di iniziare una nuova prova, abbiamo sparato un colpo per asciugare le rigature da eventuali tracce di olio.
Purtroppo non siamo stati molto fortunati per l’effettuazione delle prove di rosata, avendo scelto una mattina non fredda (temperatura di 18° ad inizio prova e di 20° al termine della stessa), ma con cielo molto nuvoloso e pioggia intensa; in queste condizioni l’aria è molto stabile, cosa che non inficia la precisione del proiettile in volo, ma la visibilità era veramente ridotta, tant’è che, per effettuare le nostre rosate avevamo predisposto dei bersagli con sottili riferimenti rossi, ma durante la prova ci siamo resi conto che nonostante i 25 ingrandimenti a disposizione era praticamente impossibile vederli, per cui siamo stati costretti a modificarli, ripassandoli con pennarello di colore nero ed aumentandone le dimensioni.
Inutile aggiungere che nelle condizioni in cui si è svolta la prova era assolutamente impossibile vedere i piccoli fori sul bersaglio del calibro 223, per cui non è stato possibile andare a modificare il punto di mira per cercare di stringere la rosata (cosa che si fa abitualmente in gara).
Se consideriamo che è stata usata una ricarica mai usata prima di questa prova, quindi non ottimizzata per la nostra arma, che si è sparato in pessime condizioni di luce e senza vedere nitidamente il bersaglio, non avendo avuto la possibilità di modificare il punto di mira per ottimizzare la rosata, c’era da aspettarsi risultati non eccezionali.
D’altronde, la nostra prova non aveva lo scopo di ricercare la migliore prestazione possibile, ma solo quello di valutare la variazione di rendimento, a parità di condizioni, tra diversi inneschi.
Nonostante tutto, i risultati ottenuti sono stati più che soddisfacenti, con rosate che, se fatte in una gara di “Five at 200”, avrebbero permesso di stare tranquillamente sul podio. Andiamo, allora, a vedere le prestazioni ottenute.
Intanto va detto che, prima di iniziare la nostra prova, abbiamo azzerato l’ottica utilizzando una munizione ricaricata con la stessa palla della SIERRA, lo stesso O.A.L., un innesco FEDERAL GOLD MEDAL, ma spinta da 23,0 gr di polvere VIHTAVUORI N 135; ebbene, dopo aver piazzato due colpi di questa ricarica perfettamente al centro del bersaglio, abbiamo iniziato la nostra prova, accorgendoci che, con il propellente statunitense scelto per questa nostra comparativa, il punto d’impatto risultava di circa 1 M.O.A. più in basso (che a 200 m sono poco meno di 6 cm).
Per quanto riguarda la migliore rosata ottenuta con le quattro realizzate per ogni diverso innesco, abbiamo subito una conferma, quella dell’innesco FEDERAL GOLD MEDAL, certamente il più apprezzato dai tiratori di Bench Rest di tutto il mondo: con questo componente, i migliori 5 colpi sono racchiusi in un diametro di 21,6 mm.
Quello che potrebbe fare clamore, invece, è il risultato registrato con l’unico innesco non prodotto negli U.S.A. utilizzato in questa nostra prova, il russo MUROM Magnum. D’altronde, il suo importatore ci aveva assicurato che trattasi di un ottimo prodotto, che non ha nulla da invidiare alla più blasonata produzione statunitense. Ed infatti, con una rosata di 22,2 mm, la cartuccia realizzata con questo innesco si è avvicinata moltissimo alla migliore rosata della nostra prova.
A rigor di logica, il terzo gradino del podio, a questo punto, avrebbe dovuto essere occupato dall’innesco specialistico della CCI, che essendo di qualità superiore, dovrebbe garantire un miglior rendimento rispetto a quello standard. E invece, il risultato della nostra prova ha sconfessato la logica: non solo l’innesco standard CCI 400 ha consentito di realizzare una rosata migliore rispetto al modello da Bench Rest, ma è stato anche l’unico dell’intera prova che sia riuscito a concentrare 3 dei 5 colpi della rosata in un unico foro!
Nel dettaglio, la rosata migliore ottenuta con l’innesco CCI 400 è stata di 23,0 mm, mentre con quello BR-4 non si è scesi al di sotto dei 23,3 mm.
Va comunque detto che sono tutte ottime rosate, soprattutto se si considera con quali pessime condizioni meteo si è sparato; basti pensare che nella mia carriera di tiratore di “Five at 200”, mi è capitato anche di vincere una gara con una rosata di 25,0 mm, ottenuta, per giunta, in una giornata soleggiata.
I risultati si stravolgono parzialmente se, invece della migliore rosata ottenuta, andiamo a tener conto della media delle tre migliori rosate realizzate.
In questa diversa classifica, è il CCI BR-4 a primeggiare, con una sorprendente media di 24,7 mm.
Alle sue spalle troviamo il FEDERAL GOLD MEDAL, la cui media delle migliori 3 rosate ci da un valore di 27,2 mm.
La medaglia di bronzo se l’aggiudica il MUROM MAGNUM, con i suoi 31,7 mm di rosata media.
Chiude la nostra speciale classifica, ovviamente, l’unico innesco standard della nostra prova, ovvero il CCI 400, con una rosata media di 34,2 mm.
Questi risultati medi, tuttavia, hanno solo un valore di cronaca, perché nel loro complesso potrebbero essere stati troppo influenzati dalle avverse condizioni meteo. È vero si che la prova di rosata si è svolta tutta nell’arco della stessa mattinata e, quindi, con condizioni meteo sempre uguali, ma sicuramente l’intensità della pioggia non è stata sempre costante, per cui, se è vero che per tutte le ricariche provate abbiamo avuto uno spiraglio di condizioni meteo meno sfavorevoli in cui realizzare la migliore rosata, tant’è che i valori di queste hanno fatto registrare tra loro differenze minime, così non è stato per il complesso delle 4 rosate sparate per ogni ricarica, dove è bastato che due delle quattro rosate venissero realizzate nelle condizioni di visibilità peggiore, per condizionare l’esito della prova.
Per completare la nostra prova, abbiamo cronografato le velocità delle restanti 5 cartucce di ogni ricarica, per verificare anche dal punto di vista delle velocità, la qualità di ogni innesco.
Per misurare le velocità dei proiettili, come detto, ci siamo avvalsi di un cronografo CALDWELL Ballistic Precision. Si tratta di uno strumento molto compatto e pratico da utilizzare, fornito in una borsa da trasporto che contiene la macchina e tutti i suoi accessori, compreso il cavalletto di supporto, che si monta in pochi minuti ed è immediatamente pronto all’uso.
Cosa molto particolare di questo cronografo, è la possibilità di poterlo utilizzare anche al buio! Nella sua confezione, infatti, è presente anche un kit con il quale illuminare la zona di lettura dei sensori, così da consentirne l’impiego anche nei poligoni in galleria.
Trattandosi di un prodotto statunitense, offre letture solo nelle unità di misura anglosassoni, ovvero “piedi” o “miglia”. Noi abbiamo scelto di ottenere le velocità in piedi, in quanto si tratta dell’unità di misura più utilizzata in balistica; ricordiamo che il “foot” anglosassone corrisponde a circa 33 cm, per cui, se si volesse ottenere una misurazione in metri al secondo, basterebbe dividere per 3 il valore registrato.
Per le nostre prove, questa volta abbiamo trovato una splendida giornata di sole, l’ideale per il funzionamento dello strumento (posto all’ombra), con una temperatura dell’aria di 10 gradi, cosa che ci ha consentito, sparando ad un ritmo abbastanza lento, di mantenere costante la temperatura della canna. La velocità è stata rilevata ad una distanza di 2 metri dalla volata della carabina.
Come si potrà immediatamente notare leggendo i valori rilevati, l’innesco russo è un “magnum” di nome e di fatto, essendo quello che ha saputo sviluppare le velocità maggiori. Ha brillato anche come costanza di rendimento, avendo fatto registrare la minore deviazione tra il picco massimo e quello minimo di velocità. In questo caso, la prova cronografica ha confermato quanto di buono era emerso nella precedente prova di rosata, ovvero che si tratta veramente di un prodotto di ottima qualità, in grado di offrire prestazioni ai massimi livelli.
Ci ha lasciato un po’ perplessi, invece, quanto registrato con l’innesco FEDERAL, che a fronte di un rendimento eccezionale in termini di rosata, non ha dimostrato particolari qualità all’atto della verifica strumentale. La velocità media del proiettile è la più bassa tra quelle degli inneschi di elite, mentre il valore della deviazione tra la velocità minima e quella massima è di gran lunga il più elevato tra tutte quelle rilevate.
Alla verifica strumentale fa, invece, bella mostra di se il CCI BR4, che ha fatto registrare una velocità media solo di pochissimo inferiore (4 foot, ossia 1,3 metri) a quella dell’innesco MUROM, eguagliandolo poi come valore di deviazione massima.
Per quanto riguarda la prestazione velocistica pura, il fanalino di coda è rappresentato dall’innesco CCI 400, ma non ci saremmo aspettati nulla di diverso, visto che si trattava dell’unico prodotto non di alta gamma della nostra prova. Nonostante però si sia dimostrato quello che fatica di più a far bruciare la carica di lancio nella canna del nostro SABATTI usato per la prova, come dimostra la velocità del proiettile, inferiore a tutte le altre registrate, la deviazione di valore riscontrata tra la velocità minima e quella massima è decisamente accettabile per essere un innesco non specialistico.
In conclusione, vi starete chiedendo quali considerazioni tecniche abbiamo tratto dall’esito di questa prova comparativa. Una sola: ovvero che la balistica si è ancora una volta dimostrata una scienza quanto mai inesatta!
Le nostre esperienze sui campi di gara, confermate poi dall’esito di questa prova, ci avevano sempre detto che l’innesco FEDERAL GOLD MEDAL rappresenta quanto di meglio disponibile sul mercato, salvo poi dimostrarsi, alla severa verifica strumentale, quello che garantisce la minore costanza di rendimento, mentre prodotti meno blasonati possono comunque fornire prestazioni migliori. Abbiamo poi visto come, a parità di caricamento e di condizioni di tiro, la differenza tra un innesco e l’altro sia quasi irrisoria, almeno a livello di rosata.
L’unica conclusione certa che possiamo trarre dalla nostra prova è che, almeno a livello di precisione della rosata, tutti gli inneschi di gamma alta, tra cui includiamo ora anche i russi Murom, sono equivalenti tra loro. Ma se proprio dovessimo designare un vincitore di questa nostra comparativa, questo sarebbe proprio l’innesco MUROM: per le prestazioni fornite sulla linea di tiro e davanti al cronografo, ma anche per l’ottimo rapporto qualità/prezzo e la fsua acile reperibilità sul mercato.
Come abbiamo detto in apertura, il più grande problema di ogni tiratore di carabina che ricerchi nella ricarica il raggiungimento della perfezione è, non solo quello di mettere a punto la cartuccia perfetta per la sua carabina, ma soprattutto poterla rifare sempre uguale; già il dover cambiare il lotto di polvere rappresenta un problema, se poi a questo si dovesse aggiungere anche la necessità di dover cambiare innesco, perché sul mercato non si riesce a reperire in quel frangente il prodotto con il quale si era sviluppata la munizione, potrebbe essere un dramma!
Ognuno tragga le proprie conclusioni.