La Corte Suprema USA dichiara incostituzionali le leggi sul porto d'armi di New York!
Gli antiarmi statunitensi, galvanizzati dalle tragedie di Uvalde e Buffalo, hanno ricevuto uno schiaffo dalla Corte Suprema degli Stati Uniti, che ha dichiarato incostituzionali le leggi che limitano la disponibilità di licenze di porto d'armi per difesa personale nello Stato di New York!
È arrivata ieri, quasi a sorpresa, con una schiacciante maggioranza – sei voti a favore, tre voti contrari – una sentenza della Corte Suprema degli Stati Uniti che avrà sicuramente l'effetto di smorzare gli entusiasmi della lobby antiarmi USA, che in seguito alle tragedie di Buffalo e Uvalde delle scorse settimane ha riportato in auge il discorso sul Gun Control, ovviamente mirato sempre e soltanto ai legali detentori di armi, usando come scusa le azioni criminali di pochi individui e le mancanze delle autorità.
Col suo verdetto sulla causa intentata dalla New York State Rifle and Pistol Association contro Kevin P. Bruen, capo della Polizia di Stato di New York, la Corte Suprema ha ritenuto incostituzionali le leggi dello Stato di New York che oggi richiedono ai cittadini di dimostrare di avere un "giustificato motivo e una speciale necessità di protezione distinguibile da quella della popolazione generale" per richiedere un porto d'armi per difesa personale.
Fino ad oggi, lo Stato di New York rimaneva uno dei più restrittivi d'America – in alcuni casi, addirittura peggiori dell'Italia o di altri Paesi europei! – sia con riguardo alle leggi relative all'acquisto e al possesso d'armi, sia (soprattutto) riguardo alle leggi relative al loro porto per fini difensivi da parte dei comuni cittadini, adottando un regime di rilascio restrittivo ("May Issue") che dava alle autorità ampia discrezionalità di negare i permessi anche in assenza di obiettive condizioni ostative di legge.
Già con le sentenze DC v. Heller del 2008 e McDonald v. Chicago del 2010, la Corte Suprema aveva dichiarato l'incostituzionalità delle leggi di alcune città e alcuni Stati che vietavano del tutto il possesso di armi corte e il loro porto difensivo.
Ad oggi, in seguito a tali sentenze, tutti e 50 gli Stati dell'Unione hanno delle leggi – più o meno restrittive – in base a cui i cittadini possono richiedere un permesso per girare armati per autodifesa, e addirittura dall'aprile di quest'anno 25 Stati su 50, ovvero esattamente la metà, godono di un regime di Constitutional Carry, in base al quale qualsiasi cittadino che non si trovi nelle condizioni ostative di legge per acquistare e detenere un'arma da fuoco non necessita più di alcuna autorizzazione aggiuntiva per girare armato.
Insomma, proprio nel momento in cui gli antiarmi negli USA tornano ad affannarsi per cercare di ottenere l'imposizione di restrizioni nei confronti dei legali detentori di armi, la Corte Suprema affossa i loro sforzi con una sentenza che afferma ancora una volta – se mai ce ne fosse bisogno – la centralità dei diritti di cui al Secondo Emendamento della Costituzione.
Sia il sindaco della città di New York, Eric Adams, sia la governatrice dello Stato Kathy Hochul (entrambi del Partito Democratico) si sono affrettati a condannare la sentenza, usando parole molto forti ed irrispettose, e hanno dichiarato che lavoreranno a nuove leggi che ne "mitighino l'impatto".
La verità è che gli antiarmi dello Stato di New York ben poco potranno fare per impedire che esso si doti di leggi permissive sul porto occulto difensivo, e tutti gli altri Stati con leggi restrittive – California, Connecticut, Delaware, Hawaii, Maryland, Massachussets e New Jersey – sono ora a rischio di cause legali che, forti della sentenza della Corte Suprema, potrebbero demolire tale impianto.
È ancora presto per verificare quale sarà il reale impatto della sentenza, ma è certo che la Corte Suprema degli Stati Uniti ha lanciato un forte segnale nei confronti di tutti quei politici, attivisti e opinionisti – e dei loro finanziatori – che vorrebbero disarmare i cittadini americani svuotando di significato il Secondo Emendamento.
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