Colt interrompe la produzione di armi lunghe per il mercato civile
Numerose fonti USA hanno dato la notizia che Colt ha deciso di interrompere la produzione di fucili e carabine di derivazione AR-15 per il mercato civile. Quali sono le possibili motivazioni di tale decisione?
Due settimane fa la comunità degli appassionati di armi negli Stati Uniti è stata gettata nel panico da un messaggio postato sul noto forum AR15.com da un utente che pubblicava uno Screenshot di un messaggio di posta elettronica ricevuto dal servizio clienti dello RSR Group, uno dei principali distributori d'armi sul mercato civile americano.
Nella mail, lo RSR Group confermava di aver ricevuto dalla Colt la notizia che l'azienda avrebbe sospeso la produzione di tutte le armi lunghe per il mercato civile, nazionale e internazionale, per focalizzarsi sui contratti militari.
Non è facile capire quali ragionamenti abbiano spinto la Colt a prendere una tale decisione, ma certo, negli ultimi anni l'azienda è andata più volte vicina al fallimento e ha dovuto ristrutturare il suo debito in base alle leggi statunitensi sulla bancarotta.
Molti hanno speculato sul fatto che l'azienda possa aver deciso di cedere alla pressione che i gruppi antiarmi stanno esercitando su tutti i produttori di armi di derivazione militare – come gli AR-15 che Colt produce sin dagli anni '60 – e persino sull'NRA, con politici e cosiddetti "Opinion Leader" disarmisti che chiedono a banche e aziende di carte di credito di chiudere ogni rapporto con le aziende che producono questo genere di armi.
In tal caso, la Colt non sarebbe stata la prima a cadere vittima di tali pressioni: già ad aprile, dopo la sparatoria di Christchurch, la Lithgow Arms – azienda australiana di proprietà del gruppo Thales – aveva annunciato di aver cancellato "per motivi etici" la produzione del fucile semi-automatico Atrax, versione civile del suo fucile d'assalto bull-pup F90.
Tuttavia, la verità potrebbe stare da un'altra parte, almeno stando a quanto si legge sul sito americano The Truth About Guns, il primo a dare la notizia in via ufficiale, intervistando anche Paul Spitale, vicepresidente Colt con delega al settore commerciale. Nell'intervista a TTAG, Spitale ha confermato la sospensione della produzione di fucili e carabine di derivazione AR-15 per il mercato civile, sottolineando però che la compagnia ha abbastanza armi in magazzino per sostenere la domanda per oltre 110 giorni (un parametro commerciale per noi non molto chiaro) mentre la produzione si sta focalizzando sulle pistole di derivazione 1911 e sulla gamma di revolver in doppia azione che l'azienda ha recentemente rilanciato.
Si tratta quindi di un addio agli AR-15 Colt per il mercato civile, oppure di una temporanea sospensione dovuta alla necessità di svuotare i magazzini USA, a causa di una contrazione della fetta di mercato che Colt ha in questo specifico segmento?
D’altra parte, se è vero che dagli anni Sessanta il nome AR-15 è stato sinonimo di Colt, negli ultimi 10-15 anni le cose sono cambiate radicalmente: la domanda di armi sportive su piattaforma AR-15 è letteralmente esplosa in tutto il mondo, e sono ormai centinaia le aziende che offrono armi e accessori di qualità di questo tipo, con modelli e design decisamente più moderni e accattivanti.
I problemi di cui soffre la Colt sono dunque probabilmente (ancora una volta) di tipo strutturale e anche sul mercato militare la concorrenza è ormai ampia e agguerrita, e tuttavia, il famoso marchio americano resta ancorato ai modelli tradizionali che hanno fatto la sua fortuna, sicuramente appetibili per molti appassionati Colt, ma non più in linea con i trend attuali del mercato internazionale.
Noi ci sentiamo di dare a Colt lo stesso consiglio spassionato che daremmo a qualunque altra azienda nell’industria: non è creando la sensazione di un'imminente scarsità di prodotto che si incrementano le vendite e si riconquistano fette di mercato. Innovazione e comunicazione, in chiave moderna e dinamica, 200 anni fa come oggi, rappresentano ancora la via migliore per affermare il proprio brand e competere nel mercato attuale, indubbiamente sovraffollato.
Colt risponde alla notizia diffusa da varie pubblicazioni in tutto il mondo
Company Response to Questions about Colt Participation in Consumer Markets
WEST HARTFORD, Conn. (September 19th, 2019) – There have been numerous articles recently published about Colt’s participation in the commercial rifle market. Some of these articles have incorrectly stated or implied that Colt is not committed to the consumer market. We want to assure you that Colt is committed to the Second Amendment, highly values its customers and continues to manufacture the world’s finest quality firearms for the consumer market.
The fact of the matter is that over the last few years, the market for modern sporting rifles has experienced significant excess manufacturing capacity. Given this level of manufacturing capacity, we believe there is adequate supply for modern sporting rifles for the foreseeable future.
On the other hand, our warfighters and law enforcement personnel continue to demand Colt rifles and we are fortunate enough to have been awarded significant military and law enforcement contracts. Currently, these high-volume contracts are absorbing all of Colt’s manufacturing capacity for rifles. Colt’s commitment to the consumer markets, however, is unwavering. We continue to expand our network of dealers across the country and to supply them with expanding lines of the finest quality 1911s and revolvers.
At the end of the day, we believe it is good sense to follow consumer demand and to adjust as market dynamics change. Colt has been a stout supporter of the Second Amendment for over 180 years, remains so, and will continue to provide its customers with the finest quality firearms in the world.
Very respectfully,
Dennis Veilleux
President and Chief Executive Officer