Cannocchiale Sightron SIIISS 6-24x50 LR Dot
Il tiro sportivo di precisione oltre i duecento metri sta crescendo molto anche in Italia, e con esso l’offerta di armi e ottiche a prezzi interessanti, come questo cannocchiale Sightron SIIISS 6-24x50 LR Dot
Per gli sportivi appassionati di tiro di precisione con carabina la scelta dell’ottica è sempre cruciale e delicata: senza una buona ottica, nemmeno la miglior carabina del mondo potrà mai dare grandi soddisfazioni. Ma dotarsi di una buona ottica potrebbe richiedere un sacrificio economico di gran lunga superiore a quello necessario per l’acquisto dell’arma stessa. Per chi ha la possibilità di investire migliaia di euro, l’offerta del mercato è ricca di prodotti di altissima qualità, ma quando si cerca di contenere i costi, il rischio è quello di ritrovarsi alle prese con prodotti dalla qualità mediocre.
Tuttavia, negli ultimi anni il mercato delle ottiche ha visto l’ingresso di aziende che cercano di offrire prodotti di qualità a prezzi accessibili. Tra queste figura l’americana SIGHTRON, distribuita in Italia dalla DIAMANT di Forlì.
Ve ne parlo perché qualche tempo fa ho optato per questa marca e per la mia attività sportiva di tiro a lunga distanza ho preso una loro ottica: la Sightron SIIISS 6-24x50 LR Dot – quella che vedete in questa pagina – che consente appunto un range da 6 a 24 ingrandimenti.
Nella confezione troviamo il paraluce, una pezzuola per la pulizia delle lenti e la chiave a brugola per l’azzeramento delle torrette, che avviene allentando 3 microscopiche viti presenti su ogni torretta. C'è anche una pratica custodia in neoprene, utile quando l’ottica è montata sulla carabina e questa si trova riposta nella sua valigetta.
La Sightron SIIISS 6-24x50 LR Dot monta un tubo da 30 mm e la lente frontale è da 50 mm. L’oculare monta una ghiera per la messa a fuoco rapida, mentre le due torrette sono resettabili/azzerabili, con regolazioni su ¼ di MOA e protette da coperchi avvitati. A sinistra del tubo troviamo anche la ghiera di regolazione della parallasse.
Sulle torrette le direzioni indicate (Up e Down, Left e Right) sono riferite al punto d’impatto del proiettile sul bersaglio, soluzione sicuramente più logica ed istintiva rispetto alle indicazioni dello spostamento del reticolo (che corrisponde all’opposto del punto d’impatto!).
I riferimenti sulle torrette in color oro sono belli da vedere, ma decisamente poco pratici da usare in un poligono al chiuso, poiché nella penombra si fa molta fatica a distinguere esattamente la numerazione, cosa che non accade, a parità di condizioni di luce, con quelli in bianco.
La vocazione sportiva di quest'ottica traspare dalla scelta dei reticoli disponibili (sull’ottica da noi provata avevamo un classico “Cross Fine Dot”, a nostro avviso una delle migliori opzioni per l’uso sportivo), e dal loro posizionamento sul primo piano focale, che mantiene invariata la dimensione del reticolo all’aumentare degli ingrandimenti. La vocazione sportiva dell’ottica è rimarcata anche dal notevole numero di “click” offerti dalla meccanica delle torrette: sono ben 100 MOA per alzo e deriva.
La possibilità di un’ampia escursione delle torrette diventa fondamentale quando si voglia utilizzare la carabina sulle lunghe distanze: per i meno esperti, è bene sapere che volendo sparare alla distanza di 1.000 yard con un calibro .308, con palla da 180 grani, da una taratura iniziale per i 100 m, è necessario aggiungere ulteriori 35 MOA circa. Con quest’ottica, quindi, si potrebbero tranquillamente affrontare tiri sulle lunghe distanze anche senza ricorrere all’uso di una basetta inclinata per l’ottica.
Per valutare l’ottica sul campo l’ho montata su una carabina SABATTI Tactical in calibro .223 Remington. Ho prima tarato l’ottica sulla distanza di 200 m, poi ho dato i click necessari per alzare il tiro di 9 MOA e siamo passati alla distanza di 500 m, tirando su un gong metallico di 30 cm, dove la taratura finale ha richiesto solo pochi colpi. Infine, passati sul bersaglio cartaceo regolamentare, ho leggermente corretto lateralmente la rosata, e tutti i colpi sono rimasti tra il 10 ed il 9.
Ho tirato circa 60 colpi, senza mai variare il punto d’impatto a 500 metri. La limpidezza delle lenti è risultata molto buona, consentendo di vedere anche i piccoli fori del .223 sulla parte bianca del bersaglio a 500 m: una condizione tuttavia possibile anche grazie alla bella giornata di sole con aria tersa e secca nella zona di montagna dove ci trovavamo.
Per alcune prove di rosata in senso stretto ho preferito i 200 m, preparando cartucce con palle Sierra Match King da 69 gr, polvere Vithavuori N130 nella dose di 22,7 gr, inneschi Federal Gold Medal, il tutto assemblato su bossoli Hornady, con una altezza della cartuccia di 59,4 mm.
La cartuccia, che non avevo mai testato in precedenza su una carabina Sabatti, si è dimostrata abbastanza precisa, consentendomi di realizzare delle discrete rosate di circa 1 MOA, nonostante le prove si siano svolte in un caldo pomeriggio, con temperatura dell’aria di circa 30°, che ha fatto soffrire non poco la canna con volata da 23 mm.
Ho effettuato la classica prova del “quadrato”, utilizzando un bersaglio bianco sul quale ho segnato un punto di mira, nell'angolo in basso a sinistra del foglio. Per praticità di riferimento e comprensione, nell'illustrazione lo vedete indicato dal quadrato grigio di 6 cm di lato, corrispondenti a circa 1 MOA a 200 metri.
Una volta tarata l’ottica sui 200 metri, ho realizzato una prima rosata di 3 colpi sul punto di mira contrassegnato sul bersaglio; quindi ho dato 4 MOA a salire, senza stare a contare i click, ma solo basandomi sui riferimenti numerici presenti sulle torrette, e ho realizzato una seconda rosata di 3 colpi; poi ho agito sulla torretta della deriva e spostata di 4 MOA verso destra per una terza rosata di 3 colpi; quindi ho riportato a “0” l’alzo per una quarta rosata di 3 colpi.
Infine ho riportato a “0” anche la torretta della deriva e, come sempre dovrebbe essere (ma non è sempre così), i 3 colpi di qeusta quinta rosata sono coincisi sullo stesso asse verticale della prima rosata, anche se di pochi centimetri più in alto: ma dopo circa 50 colpi sparati nell’arco di 60 minuti, con temperature estive, un po’ di migrazione termica ci sta tutta!
Tuttavia, osservando le rosate a occhio, poi misurandole meglio una volta tornato a casa, ci siamo accorti che qualcosa non quadrava.
Dato infatti che alla distanza di 200 metri 1 MOA corrisponde a poco meno di 6 cm, spostando le torrette di 4 MOA, le 4 rosate avrebbero dovuto distare sempre circa 24 cm l’una dall’altra, ma già ad occhio nudo si vedeva chiaramente che non era così.
Le rosate sulla stessa verticale, realizzate agendo sulla torretta dell’alzo (la 1-2 e la 3-4) distano infatti tra loro di 26 e 27 cm rispettivamente, quindi 2-3 cm più del dovuto; quelle poste sullo stesso piano orizzontale, realizzate agendo sulla torretta della deriva (la 2-3 e la 4-1) distano invece tra loro di 20 cm e 23 cm rispettivamente, ovvero da 1 a 4 cm in meno di quanto avrebbe dovuto essere.
Il fatto che l’ultima rosata sia tornata (quasi) esattamente al punto di partenza testimonia che le torrette prendono regolarmente le regolazioni date e le trasferiscono al reticolo con precisione sufficiente, ma la difformità riscontrata nei punti d’impatto delle rosate non depone a favore dell’assetto della meccanica interna dell’ottica.
Nonostante queste osservazioni, anche in considerazione del fatto che la qualità ottica delle lenti è piuttosto buona, in conclusione mi sento di dire che questa ottica Sightron SIIISS 6-24x50 LR Dot si presta comunque allo scopo, un buon prodotto affidabile quanto serve nella pratica e con un buon rapporto qualità/prezzo, reperibile in armeria intorno ai 1.100 euro.