Il tiro sportivo di precisione con la carabina: considerazioni in libertà (ma non a vanvera)
Penso spesso al futuro del tiro sportivo con la carabina di precisione e sempre più vedo un orizzonte nuvoloso, per questo sport, per la mia passione. Folli logiche commerciali hanno spinto sempre più in alto i costi di carabine, ottiche e accessori, usando come termine di paragone le carabine custom da competizione.
Il messaggio è chiaro: se non spendi almeno 5.000 euro per la carabina e almeno 2.500 euro per l’ottica, non puoi nemmeno pensare di avvicinarti al tiro sulle medie e lunghe distanze. Anzi, peggio, se non hai la carabina da 5.000 euro neanche puoi sparare decentemente ai 100 metri. Ma cosa ben più grave e dannosa è quanto vedo sui campi di tiro: i tiratori che si sono accodati a questa aberrante logica suicida sono aumentati.
Mi chiedo: dov’è finito il “piacere” del tiro?
Chi ha detto che con una carabina dal prezzo contenuto non si può prendere un gong a 1.000 metri o un bersaglio da gare F-Class a 600 yards?
L’emozione di sentire ripetutamente il suono del gong ci emozionerà lo stesso e anche senza fare tante V-bull, piazzare colpi sul 5 e sul 4 del bersaglio basteranno per divertirsi e tornare a casa felici.
Oggi, le chiacchiere da poligono stanno uccidendo intere generazioni di potenziali tiratori che farebbero rinascere un mercato locale, quello italiano, ormai ridotto alla maschera dell’ossigeno.
Quando siete in poligono guardatevi attorno, vedete forse tiratori ventenni, trentenni? Sono rarissimi. Se siete fortunati vi capiterà di vedere un quarantenne benestante.
Per ottenere questo assurdo risultato gli “esperti poligonari” hanno impiegato anni, a volte aiutati dagli stessi gestori dei campi di tiro privati. Insieme, hanno speso energie e consigli non richiesti: “ma cosa vuoi combinare con quel pezzo di ferro? Se non hai la carabina XYZ da 5.000 € neanche prendi un camion”, … “quella marca non vale un c..zo. Questa mia invece è tutta un’alta cosa”.
I discorsi da poligono fatti dagli “esperti della domenica” alla fine hanno demotivato molti di quelli che negli ultimi anni si sono avvicinati al tiro con la carabina, impedendo l’ingresso dei più giovani, le cui capacità di acquisto sono ovviamente e ragionevolmente più ridotte.
Così alla fine sulla linea di tiro di carabina ci troviamo noi cinquatenni e qualche pensionato: perdendo i giovani, ovvero il futuro di questo sport. Il futuro di qualsiasi sport.
Ad eccezione dei tiratori più esperti e capaci che gareggiano ai livelli agonistici alti, per praticare il tiro di precisione con la carabina non c'è assolutamente bisogno di armi ed equipaggiamenti costosi.
Sabatti, Remington, Savage, Bergara hanno a catalogo carabine di qualità per tutte le tasche, perfette per chi vuol spendere il giusto per imparare, divertirsi e anche gareggiare, con bersagli su carta o su piastre metalliche (come nelle discipline PRS), alle distanze offerte dai poligoni italiani.
Divertirsi, giocare, divertirsi e ancora giocare, lasciando fuori dal poligono le inutili e dannose menate di questi pseudo esperti di tiro di precisione con l’arma lunga. Dobbiamo proteggere questo bellissimo sport, ignorando le teorie di chi invece vorrebbe che diventasse uno sport “elitario”, riservato a pochi facoltosi “scienziati del tiro”.
Da tempo mi diletto a guardare le classifiche del Campionato Italiano F-Class, svolto nella quasi totalità in campi di tiro da 500+ metri, notando che le carabine partecipanti alla categoria Open – contraddistinta dall’utilizzo di armi e accessori particolarmente sofisticati e costosi e da cartucce super prestanti – di fatto non riescono a superare i punteggi finali ottenuti dalle carabine nella categoria TR.
Al di là delle teorie, questo dimostra ad esempio che alle 600 yards il .308 Winchester si conferma un calibro vincente, e che per “partecipare e vincere” non è strettamente necessario utilizzare calibri poco o per nulla commerciali. Logicamente quanto da me appena affermato parte dal presupposto che i tiratori delle due categorie abbiano pari capacità atletica e pari conoscenza tecnica su armi e munizioni.
Il Campionato PRS Italia 2021 è finalmente partito: mi riferisco alla specialità Precision Rifle Series – praticata negli USA già da alcuni anni - in cui i tiratori di carabina si confrontano con bersagli metallici posti a varie distanze, tirando da posizioni differenti, con diversi livelli di difficoltà.
È sempre un piacere vedere quelle opere dell’ingegneria meccanica che sono le carabine custom della Divisione Open, come BCM e Kelbly.
Ma sinceramente, ho provato un’emozione maggiore gustandomi la Divisione Factory, caratterizzata da carabine strettamente di serie, come Sabatti, Savage e Remington, dal prezzo non superiore ai 2.500 euro. A mio parere il giusto approccio per creare un serbatoio di nuovi tiratori.
Il tiro di precisione con la carabina non può essere identificato come “un mondo per soli iniziati ad una strana alchimia”, perché così non è. Non esiste alcuna alchimia, e le regole del gioco sono molto più semplici di quanto si creda.
Dobbiamo tutti impegnarci per recuperare il senso del gioco e del divertimento: quello spirito sincero, semplice e collaborativo, di cui abbiamo tutti bisogno per avvicinare persone nuove e giovani al mondo del tiro sportivo.