Fucile Pedersoli Lorenz 1854
Poco dopo il 1850, in un momento di rapida evoluzione della armi da fuoco, il fucile Lorenz visse il periodo di transizione fra i fucili a canna liscia ad avancarica e quelli rigati a retrocarica. E lo troviamo ancora sui moderni campi di tiro sportivo.
Le repliche di armi storiche Pedersoli sono ben note da decenni e includono alcuni modelli di armi a polvere nera ad avancarica più iconici fra quelli che hanno segnato l’evoluzione delle armi militari nel corso del XVIII e XIX secolo.
Per quelli di voi meno pratici di moderne repliche di armi storiche: non stiamo parlando di oggetti “inerti” da appendere alla parete, ma di riproduzioni reali, accuratamente fedeli agli originali e “funzionanti” che tiratori sportivi in tutto il mondo ancora usano con grande soddisfazione in competizioni di tiro internazionali.
Ognuna di queste repliche “a polvere nera” ha la sua storia da raccontare: nata in Austria, ma utilizzata anche nel corso della Guerra Civile Americana, il fucile Pedersoli Lorenz 1854 è una di queste.
Quando nel 1854 l’Austria decise che era tempo di pensionare il vecchio moschetto Augustin 1842, la scelta per sostituirlo cadde sul frutto della mente del tenente Joseph Lorenz.
La versione originale era piuttosto moderna per i suoi tempi: riconosceva la goffaggine delle lunghe canne da moschetto e il bisogno di stabilizzare il proiettile per ottenere una buona precisione. Non era però un progetto del tutto originale, ispirandosi manifestamente all’Enfield Pattern 1853.
Il Lorenz era più corto, più maneggevole, ed era inteso per ingaggi a distanze più ridotte. Esistevano varianti per medie e lunghe distanze, con canne più lunghe e passi di rigatura più stretti, ma la versione corta, a carabina, rimase la più popolare.
Il calibro era ridotto da .58” (14.73”) a .54” (13,72 mm) e sebbene si riporta comunemente che usasse una palla Minié, il Lorenz usava in effetti un proiettile completamente diverso, anch’esso mutuato dal progetto inglese: il proiettile Wilkinson Solid. Del peso di un’oncia (28 grammi) era propulso da 55 grani di polvere nera (caricamento militare).
Sebbene la motivazione usualmente accreditata per la riduzione in calibro fosse una maggior precisione, immagino che il risparmio in piombo e polvere rispetto al caricamento originale da .58” dell’Enfield (70 grani di polvere e 34 grammi di proiettile) trovò parecchi sostenitori tra gli addetti alla logistica coinvolti nel processo di approvazione.
Il proiettile Wilkinson
Sebbene si dica spesso che il Lorenz sparava una palla Minié, ciò non è corretto. Il proiettile Minié è caratterizzato da una base cava, che si espande sotto la pressione dei gas di sparo.
Il Lorenz sparava il proiettile Wilkinson, caratterizzato da due profonde scanalature cui corrispondono altrettante flange. Sebbene queste possano essere scambiate per solchi di grassaggio, non lo sono: il proiettile Wilkinson era sparato con una pezza di carta grassata.
Quando l’arma fa fuoco, la naturale inerzia del proiettile si oppone al movimento mentre la brusca spinta dei gas fa collassare la parte centrale del proiettile schiacciandola nelle flange, che si allargano stampandosi nella rigatura, assicurando la tenuta e la stabilizzazione.
Per chi fosse interessato a riprodurre il caricamento dell'epoca, Pedersoli offre anche il proiettile Wilkinson calibro .54 originale.
Il proiettile era calcato in canna con una bacchetta piuttosto elaborata, caratterizzata da una testa a tulipano con un incavo per accogliere la punta del proiettile e avvolta da una fascia d’ottone per risparmiare la rigatura della canna dal contatto con l’acciaio, per quanto ciò che potesse accadere alla delicata volata durante i frenetici momenti del caricamento in battaglia fosse tutta un’altra faccenda. La testa era traforata per accogliere una pezza al fine di pulire l’arma.
Il progetto era buono, e la scelta di un proiettile di calibro inferiore e di una lunghezza dell’arma ridotta rendevano il Lorenz un’arma maneggevole e precisa, almeno sulla carta.
Sfortunatamente, l’arsenale di stato austriaco (che aveva standard qualitativi di produzione molto elevati) non poteva nemmeno lontanamente soddisfare la domanda di mercato, per cui la produzione fu in buona parte assegnata a produttori privati che, abituati com’erano alla costruzione di moschetti a canna liscia, mancavano della precisione e delle attrezzature adeguate a tenere il passo con l’arsenale di stato in un progetto tanto moderno, così che la qualità delle armi prodotte da terzi variava notevolmente e la precisione ne soffriva.
I Lorenz prodotti dall’arsenale erano ambiti, mentre la maggior parte delle armi prodotte privatamente soffrivano di svariati problemi che le rendevano poco amate dalle truppe.
Le versioni corte avevano una tacca di mira fissa, ma la media e la lunga avevano una tacca regolabile graduata, che poteva essere usata per colpire con precisione fino a 900 passi contro unità di fanteria e fino a 500 contro bersagli singoli.
Laddove la precisione del moschetto a canna liscia era approssimativa, specie con caricamenti “da battaglia”, il proiettile ogivale Wilkinson del fucile rigato Lorenz consentiva prestazioni di tutt’altro genere.
Addestrato a piazzare il mirino in tre differenti posizioni nella tacca, con la base della tacca di mira che serviva da aiuto alla mira per il terzo posizionamento, e mirando a diverse parti del nemico, un fante poteva colpire a distanze notevoli.
Il sito Pedersoli fornisce una descrizione piuttosto dettagliata dell’uso della tacca di mira Lorenz, completa di diagrammi dal manuale originale, il che è buona cosa, perché i Lorenz Pedersoli sono dotati di canne PMG (Precision Match Grade).
Al di là dei problemi di costanza qualitativa, il Lorenz vide un uso diffuso in numerose nazioni nel mondo, tra cui Francia, Messico, Italia, in cui fu usato nella seconda e terza Guerra di Indipendenza in battaglie famose come Magenta e Solferino, e da ambo le parti della guerra di secessione americana.
Sappiamo che l’Unione comprò 226,924 fucili. Meno precise sono le stime degli acquisti confederati, ma sappiamo da una fattura Eley Brothers datata 18 luglio 1863 che vennero acquistate 600.000 cartucce per Fucile Austriaco, in aggiunta a quelle che la Confederazione indubbiamente produceva da sé: questo, unitamente ad altri indizi, sembra suggerire una cifra attorno ai 100.000 fucili.
La replica Pedersoli è certamente all’altezza degli standard dell’Arsenale di Stato. I fucili originali erano prodotti con varie finiture, ma molti erano semplicemente lasciati in bianco, come il Lorenz di Pedersoli.
Smontando l’acciarino della moderna replica Pedersoli del fucile Lorenz, le superfici interne mostrano un livello di finitura davvero buono.
I legni, ben lucidati e dalla piacevole grana, hanno ottimi accoppiamenti col metallo, e canna e calcio sono tenuti assieme dalle tipiche fascette a spaziatura irregolare, la seconda spostata più verso la volata rispetto alla mezzeria. Le punzonature replicano quelle d’epoca, con la caratteristica data di fabbricazione a tre cifre.
La replica ha una pala del calcio dotata di poggia guancia come si trovava su alcuni Lorenz originali, a seconda del produttore. Di nuovo, si tratta di una caratteristica utile nel tiro di precisione.
E così come i militari del tempo impararono a sfruttare le doti di precisione del fucile Lorenz modello 1854, lo stesso fanno gli sportivi di oggi, sui campi di gara, anziché quelli di battaglia.
Il prezzo di listino del fucile Pedersoli Lorenz 1854 è di 1.522 euro