Olimpiadi di Parigi 2024: il tiro confermato nel programma olimpico
La 131° sessione del Comitato Olimpico internazionale (CIO) che si è svolta a Lima ha confermato il tiro tra gli sport olimpici anche per l’Olimpiade di Parigi del 2024, ma a quale prezzo? Cancellazioni di eventi a fuoco e nuovi eventi misti!
È cosa nota che, a partire da Tokyo 2020, due discipline storiche del tiro a segno e una del tiro a volo non saranno più presenti alle Olimpiadi. Sono stati difatti cancellati dal programma olimpico gli eventi di Carabina Libera a Terra (50m), di Pistola Libera (50m) e il Double Trap.
La prossima settimana, dal 23 al 30 ottobre si svolgerà a New Delhi la Finale di Coppa del Mondo 2017, e ormai sicuramente questa sarà l’ultima volta che le discipline di Carabina Libera a Terra e di Pistola Libera saranno in programma in una manifestazione di coppa del mondo.
Le motivazioni che hanno portato a questa cancellazione risiedono secondo la ISSF (International Shooting Sport Federation) nella necessità di assecondare alcune richieste del CIO (comitato Internazionale Olimpico), richieste tese a garantire una maggiore parità di eventi e di partecipanti tra i due sessi.
Il CIO ha raccomandato a tutte le federazioni internazionali aderenti di volersi attivare al fine di favorire la massima equità tra i partecipanti dei due sessi, in pratica ha chiesto di sostituire eventi prettamente maschili con eventi misti, per favorire la presenza femminile.
Queste sono le ragioni ufficiali, ma nel settore del tiro come si diceva questo ha portato alla cancellazione di due eventi storici a 50m, eventi prettamente maschili, con due eventi misti la carabina a 10 metri e la pistola a 10 m "Mixed Team" ovvero composti da un tiratore di sesso maschile e uno di sesso femminile.
Questa formula è stata testata durante i principali eventi internazionali (europei, mondiali, coppe del mondo) ottenendo, bisogna dire, un discreto riscontro tra gli atleti.
Tuttavia nel mondo del tiro, notoriamente tradizionalista, la cancellazione di due eventi storici presenti nel programma olimpico sin dagli albori non poteva non passare inosservata e non generare aspre critiche, da parte dei tiratori, di molti tecnici e di molte federazioni nazionali.
Critiche alimentate oltretutto dal sospetto che tali cancellazioni (unite a quelle del tiro a volo) rientrino in una più ampia volontà del CIO di cancellare dal programma olimpico ogni evento che preveda l’impiego di armi, sia da fuoco che ad aria compressa, sostituendole con strumenti laser, come quelli già in uso nelle gare di pentathlon moderno.
Critici severi di queste cancellazioni sono stati campioni come Rajmond Debevec, leggenda del tiro mondiale, come Warrent Potent (campione mondiale uscente di Carabina Libera a terra) ed Henri Junghanel, ma anche presidenti di federazioni nazionali come il nostro Luciano Rossi, che si è posto in prima fila per richiedere una Assemblea Straordinaria ISSF che si è svolta la scorsa estate a Monaco, ma che purtroppo non ha portato a nessun risultato sostanziale, tranne un vago impegno di ISSF a riproporre al CIO l’inserimento di queste specialità nel prossimo quadriennio olimpico.
ISSF dal canto suo ha assicurato che gli eventi cancellati pur eliminati dal programma olimpico e da quello delle coppe del mondo resteranno ugualmente presenti nei programmi delle manifestazioni continentali (leggasi campionati europei, asiatici, panamericani etc.) sia in quelli dei Campionati Mondiali, ma questo visti i precedenti di altre specialità ex-olimpiche (come il tiro a 300 m), che a seguito della rimozione dal programma olimpico hanno subito un netto calo sino a diventare specialità di nicchia, non può affatto rassicurare i tiratori e gli appassionati.
Se difatti la Carabina Libera a Terra vanta nel mondo e in Italia un numero impressionante di praticanti, essendo la seconda disciplina più praticata dopo la carabina ad aria, e quindi ha discrete possibilità di sopravvivenza anche fuori dalle olimpiadi, stessa cosa non si può dire per la Pistola Libera, per la quale questa cancellazione equivale ad una condanna a morte.
Inutili sono altresì stati gli interventi delle maggiori aziende del settore, in primis i produttori delle armi sportive e delle munizioni impiegate in queste discipline, preoccupati per gli inevitabili risvolti economici che sarà provocato dal prevedibile calo dei praticanti.
Il quadriennio olimpico è ora iniziato, non resta che vedere l’evolversi della vicenda.