Intervista a Riccardo Armiraglio
"Il tiro a segno è uno sport che si vive sia dentro che fuori dal poligono". Intervista motivazionale a Riccardo Armiraglio, campione italiano Juniores di Carabina 3 Posizioni
Riccardo Armiraglio, 20 anni nato a Busto Arsizio, è da poco entrato a far parte della Polizia di Stato, nel gruppo sportivo Fiamme Oro. Lo abbiamo incontrato durante una sessione di allenamento al Tiro a Segno Nazionale di Busto Arsizio.
"Da otto anni pratico questo sport e da quattro ho iniziato a girare per il mondo con la Nazionale, prima facendo gare solo di aria compressa, poi anche allungando le distanze a cinquanta metri con la specialità tre posizioni a fuoco."
Quest’ultima è quella che più mi entusiasma e in cui per ora sono riuscito a raggiungere dei buoni traguardi; l’anno scorso con la squadra italiana abbiamo vinto la coppa del mondo junior a Suhl, e chiudendo quinto come individuale, ho siglato un nuovo record nazionale e vinto i campionati italiani; quest’anno mi sono piazzato settimo sia al mondiale (sempre tenutosi a Suhl, Germania) che al campionato europeo, che si è svolto a Baku, Azerbaijan, e ho vinto nuovamente il campionato italiano."
Come descriveresti il tuo sport ad un profano?
"In pratica, colpire il centro di un bersaglio a dieci metri è distanza con la carabina ad aria compressa e a cinquanta metrico la calibro 22; fin qui tutto facile (sorride) finché non si parla di numeri: il “centro” di un bersaglio a dieci metri è grande mezzo millimetro, un puntino di penna, a cinquanta metri una monetina da due centesimi."
Il tiro a segno è uno sport educativo?
"Il tiro a segno è uno sport che si vive sia dentro che fuori dal poligono. Per il modo in cui sviluppa certe nostre capacità e in cui modella aspetti della nostra personalità, a differenza di altri sport in cui c’è una relazione diretta con l’avversario, come può essere la scherma, il nostro sport non ci regala questa possibilità; il tiratore non potrà mai affermare che ha disputato una brutta gara perché l’avversario era più forte, ma unicamente perché non è stato in grado lui stesso, di ottenere un buon punteggio o di raggiungere gli obiettivi che si era prefissato.
Questo però insegna fin da subito, soprattutto ai più giovani, a gestire nel miglior modo possibile le situazioni più stressanti e a dare il tutto per tutto per risolverle, sia durante la gara, ma soprattutto a ragionare a mente fredda a posteriori."
Insieme a Sabrina Maniscalco (tiratrice e sua fidanzata) Riccardo Armiraglio è ideatore della Shooting Academy, progetto di studio e allenamento per giovani e giovanissimi agonisti presso il TSN di Busto Arsizio.
Quali sono i benefici che il tiro a segno offre ai più giovani?
"confrontarsi non può che far bene. Insegnare ai ragazzi che intraprendono questo sport a parlare di sé stessi, delle proprie emozioni e delle proprie sensazioni e a far proprio quello che gli altri, a loro volta dicono per scoprire nuove soluzioni ai problemi che si presenteranno o per avere altri punti di vista sulle modifiche che abbiamo apportato alla nostra tecnica.
Ultima, ma non meno importante fra le capacità che il tiro a segno contribuisce ad accrescere è la capacità di concentrazione; di questo sono testimoni i ragazzi che fanno parte del progetto Shooting Academy di Busto Arsizio, dove ho iniziato e dove tuttora continuo ad allenarmi, che comprende ragazzi dai 10 ai 16 anni.
Questi giovani atleti sono in piena età scolastica, ed è appunto a scuola, durante interrogazioni e verifiche, dove hanno notato l'accrescere della loro capacità di concentrarsi per raggiungere al meglio il loro obbiettivo."
Il tiro a segno ha cambiato la tua vita?
"No, non l’ha cambiata. A cambiarla sono state le persone che ho incontrato praticando questo sport, in primis il mio allenatore Roberto Facheris, con il quale due anni fa ho iniziato un percorso che mi ha reso un’atra persona, dentro e fuori dal poligono, poi anche Marco De Nicolo (atleta che conta cinque olimpiadi in carriera) con il quale ho iniziato ad allenarmi e confrontarmi nell’ultimo anno, e la mia fidanzata Sabrina, ovviamente conosciuta in poligono, che mi tiene in riga e che senza la quale, una vota lontano migliaia di chilometri da casa, riesce a non farmi sentire solo."
Ci congediamo da Riccardo augurandogli un enorme "in bocca al lupo!" per i suoi prossimi impegni: le selezioni per l'internazionale IWC a Monaco, trampolino di lancio per far parte degli Europei a squadre.
Molte volte ci si sofferma a guardare solamente la marca della giacca o il modello di carabina usati da un atleta, quando, in realtà, la sua performance arriva dalla mente e dal cuore.