Come tutelare i possessori di armi? Comunicando online
Dibattiti, riunioni, tavoli di lavoro e convegni con l’immancabile tramezzino: le associazioni del comparto armiero si incontrano fra di loro e discutono con chiunque, ma fanno fatica a proteggere gli interessi dell'industria e i diritti dei possessori di armi dagli attacchi degli anti-armi, che creano consensi comunicando online
Nota importante – dopo che abbiamo pubblicato l'articolo che state leggendo su questa pagina, probabilmente per evitare problemi, in un momento non precisabile della giornata odierna la piattaforma online Tiscali Notizie ha nascosto il video di GUNSweek.com utilizzato in apertura della loro faziosa notizia, sostituendolo con un altro.
Al momento (ore 21 del 19 luglio 2018) il video di GUNSweek.com risulta però ancora residente nella cache del portale Tiscali Notizie:
https://webcache2.fss.tiscali.com/flashpdit/cmsv/779f6e89434bd25d061a58f...
Un articolo fazioso pubblicato oggi da Tiscali News è il pretesto per alcune considerazioni sul modo di comunicare in favore del mondo armiero.
Sono oltre vent’anni che diversi dirigenti del comparto armiero continuano a ripetermi che “trattare certe tematiche sulle pubblicazioni di settore non serve più a niente, perché si parla solo a chi già conosce le armi, è già favorevole ed è già dalla nostra parte. Dobbiamo uscire dal nostro comparto, parlare al pubblico, a tutti gli altri”.
Che per il mondo armiero l’efficacia della comunicazione sia ridotta utilizzando sempre e soltanto le “pubblicazioni del settore” potrebbe essere un’affermazione vera per le riviste su carta, ma non certo per le pubblicazioni online come GUNSweek.com – italianissima, nonostante il nome – che a distanza di soli due anni dall’avvio delle pubblicazioni ha già iniziato a fissare alcuni paletti fondamentali nel modo di fare comunicazione sul mondo delle armi, realizzando contenuti che raggiungono anche persone al di fuori del bacino tradizionale degli appassionati di armi, come dimostra l'articolo pubblicato online da Tiscali News, che per sostenere le sue faziose conclusioni ha utilizzato un nostro video.
Certo, come altri media generalisti, Tiscali News prende spunto dai nostri contenuti per "attaccare" il comparto armiero, non certo per sostenerlo. Ma se per farlo utilizza un contenuto realizzato da GUNSweek.com – come l'intervista a Salvini realizzata a HIT Show 2018 – , quel contenuto raggiunge anche una parte di audience che altrimenti non andrebbe certo mai a leggere cosa scrivono le pubblicazioni del settore armiero. Ecco quindi che il "nostro" punto di vista sulle armi, i legali detentori di armi e se esista o meno un pericolo reale per la società, raggiunge anche persone esterne al nostro mondo.
Per cui, se perfino media importanti come il quotidiano La Repubblica, per arraffazzonare le loro tesi politiche hanno utilizzato riferimenti palesi a quanto GUNSweek.com ha documentato sul Comitato Direttiva 477 o sulle affermazioni del Ministro Salvini, questo dimostra chiaramente che l’informazione prodotta da GUNSweek.com è “già” uscita dalla cerchia ristretta del mondo armi e parla “già” anche al mondo esterno, tanto da essere stata utilizzata come “fonte” dove trovare informazioni (da distorcere).
Oscar Wilde disse: “non importa che se ne parli bene o male, l'importante è che se ne parli”. Perché la cosa importante è creare attenzione attorno al problema.
Per la cronaca, anche nei giorni scorsi, per il caso relativo all’arresto della (supposta) spia russa Maria Butina, pubblicazioni di varie parti del mondo hanno utilizzato immagini del 2014 prese dal sito all4shooters.com: ma non è un caso, visto che la squadra di base che realizzò quelle immagini è infatti la stessa che dal 2016 lavora per GUNSweek.com. Un’ulteriore conferma quindi sul fatto che il Web non è la carta stampata, e che il nostro modo di fare informazione non è quello tipico delle pubblicazioni di settore.
Certo che però, c’è un problema. Essendo visibili anche all’esterno del mondo armi e quindi accessibili a un numero e a una tipologia di utenti diversi da quelli tipici delle riviste su carta del settore armiero, con le nostre informazioni a volte abbiamo “risvegliato il can che dorme”: perché grossi media come Repubblica e Tiscali – ma non solo loro – si sono accorti di quello che abbiamo fatto e di come lo abbiamo fatto.
Ma soprattutto, si sono resi conto che le affermazioni del Ministro Salvini, come anche quelle del Presidente Giulio Magnani, che noi abbiamo raccolto “in video” con uno stile giornalistico “puro” (rendendole quindi più adatte a una platea ben più ampia di quella chiusa del mondo armi) hanno rotto le uova nel paniere di qualcuno. Che ora perciò sta tornando all'attacco contro il comparto (e contro il Ministro dell'Interno, Matteo Salvini).
Uova rotte, nel paniere di qualcuno che ora sta strumentalizzando l’assoluta trasparenza di queste dichiarazioni per costruire tesi prive di fondamento e approfittare dell’ignoranza dell’opinione pubblica “contro” il Ministro Salvini, contro l’industria armiera e contro il lavoro di aggregazione che il Comitato Direttiva 477 sta facendo fra i legali detentori di armi italiani: un lavoro non facile, quello del CD-477, che per la prima volta nella storia armiera italiana sta dando i suoi frutti, supportando e rappresentando realmente gli interessi dei possessori di armi in seno a vari tavoli di lavoro istituzionali, ma che proprio per questo ora viene attaccato anche dai media generalisti, che si sono accorti dell’esistenza di un certo Giulio Magnani (Salvini già lo conoscevano) e ora “temono” che anche in Italia possa esplodere un fenomeno NRA.
Detto fra noi: che in Italia, gli italiani possano riuscire a costruire un “successo sociale” come quello della NRA negli Stati Uniti è difficile. Ma non perché l’Italia ha meno abitanti degli Stati Uniti.
NO. Il problema dell'Italia è che i nostri “legali detentori di armi” per i quali il Comitato Direttiva 477 sta lavorando “quotidianamente”, non si rendono minimamente conto del “potere” che potrebbero ottenere IMMEDIATAMENTE spendendo TUTTI 20 Euro ORA per iscriversi al Comitato Direttiva 477, per finanziarlo, creando così la corazza necessaria a potersi difendere dagli attacchi cialtroni di giornalisti cialtroni, prezzolati dalla politica anti armi (che invece, di fondi per attaccare, ne ha).
Ma perché il Comitato Direttiva 477 possa raggiungere lo scopo, non bisogna più dare ascolto a tutti quelli che vi dicono “noi c’eravamo prima”, “noi lo diciamo da anni”, “la nostra associazione è più bella della loro”.
NO! In questo momento esiste una sola organizzazione indipendente di questo tipo, a cui sia stato riconosciuto il diritto di partecipare, interagire o anche solo monitorare il lavoro degli enti preposti a quanto si sta facendo in materia di poligoni privati, legittima difesa e di recepimento della nuova Direttiva europea armi.
Questa organizzazione si chiama Comitato Direttiva 477 e fino a oggi ha lavorato senza il sostegno di nessuno, come anche Firearms United, con cui collabora a livello internazionale. Organizzazioni nate spontaneamente, come la NRA, perché nessuna associazione di categoria spenderà mai un solo euro per tutelare gli interessi dei cittadini, men che meno gli interessi dei possessori di armi.
Probabilmente non lo farete, ma provate a immaginare cosa accadrebbe se all’improvviso tutti i possessori di armi in Italia (e magari qualche loro familiare) decidessero di “investire” 20 Euro di iscrizione per sostenere il Comitato. Non vi mettete a fare le moltiplicazioni... 20 euro x... quanto farebbe... Per fare certe cose servono tanti soldi: ma riuscite a immaginare cosa potrebbe accadere? Non è difficile...
Ma va sottolineata una cosa: i video da cui varie testate giornalistiche non di settore stanno prendendo spunto per i loro servizi contro i possessori di armi, la legittima difesa e l’industria armiera italiana in generale – come appunto l'articolo pubblicato oggi da Tiscali Notizie – GUNSweek.com non li ha realizzati per “fare pubblicità” al Comitato Direttiva 477, o per sostenere la politica del Ministro dell’Interno Matteo Salvini. Assolutamente e categoricamente NO.
A differenza infatti di molti “professionisti della comunicazione” che realizzano interviste concordate solo per vendere più copie del giornale o garantirsi gli investimenti pubblicitari di determinati clienti, noi offriamo un palco a chiunque voglia “condividere” in modo efficace il proprio punto di vista. A volte lo facciamo perfino con il mondo della caccia, un ambito di cui normalmente non ci occupiamo in senso stretto.
Ad esempio, le interviste video al Presidente del CD-477 Giulio Magnani, o all’allora candidato Matteo Salvini, e quelle ai Presidenti di ANPAM, CONARMI, Assoarmieri e altri ancora: se avete modo di ascoltare le dichiarazioni di queste persone non è perché noi siamo stati “parziali”, invitando loro SÌ e altri NO. Questo lo lasciamo fare ad altri professionisti della comunicazione.
In verità è tutto molto più semplice: vedete e ascoltate solo le dichiarazioni di queste persone, perché queste sono le persone che hanno accettato il nostro invito a dire la loro con chiarezza e sincerità, su temi d'interesse del comparto armiero o dei cittadini. Altri a cui era stata offerta la stessa identica possibilità non hanno ritenuto opportuno parlare pubblicamente. Persone che tacendo hanno agevolato l’opera di chi sta strumentalizzando le informazioni realizzate e distribuite pubblicamente da GUNSweek.com, per far credere agli italiani che esiste una temibile “Lobby delle Armi”.
Sarebbe MOLTO opportuno che tutti si rendessero conto (noi lo sappiamo già) che esiste una sola lobby, attiva e con ingenti fondi a disposizione: è la “Lobby degli ANTI armi”, che fa grande presa sui cittadini, perché usa tutti gli strumenti di comunicazione online, approfittando dell’ignoranza e delle paure delle persone, ed è molto pericolosa, perché agisce antidemocraticamente e in antitesi con quanto stabilito dalle leggi dello stato e delle norme costituzionali del paese.
Come mai i media generalisti non si occupano mai di fisica quantistica, ma invece parlano in continuazione di armi e legittima difesa, da veri esperti, senza saperne niente?
Semplice: perché la fisica quantistica è complessa, improvvisarsi esperti sarebbe dura, e associazioni universitarie ed esperti di tutto il mondo metterebbero prontamente in ridicolo chiunque ci provasse.
Al contrario, di armi, legittima difesa e sicurezza può parlare qualunque ignorante, perché nessuno li ostacola.
Sarebbe il caso di iniziare a farlo, invece.
Ma in tutto questo un aspetto positivo c’è: GUNSweek.com ha dimostrato al comparto armiero che per uscire dalla cerchia ristretta del piccolo mondo antico degli appassionati di armi e raggiungere anche “gli altri”, è necessario utilizzare meglio il WEB e i Social.
Per ora a trarre vantaggio dall’ottimo lavoro di GUNSweek.com (ce lo diciamo da soli, che facciamo prima) sono solo gli anti armi, ma confidiamo che prima o poi anche il comparto armiero riuscirà a capire che Internet non è solo quel posto “dove si mette il sito della ditta, o dell'associazione”.
Perché invece degli anti armi, l’unico can che dorme che ci piacerebbe risvegliare è proprio il comparto armiero.
Bruno Circi / GUNSweek.com