Olympic Arms K23B Stubby: l'oscuro oggetto del desiderio
Giunto in Italia qualche anno fa in pochi esemplari, l'Olympic Arms K23B Stubby è stato l'AR-15 più corto mai importato, ed è oggi oggetto di desiderio per i collezionisti esperti della piattaforma AR-15. Diamogli un'occhiata!
La Olympic Arms, Inc. di Olympia, nello Stato di Washington, è stata pioniera nella produzione di pistole e carabine di derivazione AR-15 con sistema Bufferless, ovvero che non avessero bisogno di un Recoil Buffer e del relativo tubo per disperdere il rinculo, impiegando invece un semicastello superiore di foggia proprietaria ispirato sotto molti punti di vista da quello dell'AR-18.
Le "pistolone" e le carabine con o senza calcio pieghevole delle serie OA-93, OA-96 e OA-98 anticiparono, negli anni '90, una tendenza oggi più viva che mai. Si trattava di armi decisamente molto avanti rispetto alla loro epoca, che ottennero fama anche e soprattutto grazie all'impiego scenico in decine di film e serie TV dalla seconda metà degli anni '90 sino a tutti gli anni 2000.
All'epoca, però, la customizzazione dei Lower Receiver e dei Buffer sulle varianti AR-15 non era in voga come oggi; per questo l'azienda progettò, alla fine degli anni '90, il suo modello K23B "Stubby" basandosi su un semicastello inferiore standard – cosa che peraltro avrebbe consentito ai corpi dello Stato eventualmente interessati di acquistare solo gli Upper e montarli sui Lower di varianti M16 a raffica per poter usufruire del fuoco automatico su una piattaforma che, altrimenti, nasceva solo in semi-auto.
Considerato pistola in base alle specifiche di legge in Italia, e iscritto a suo tempo al Catalogo Nazionale delle Armi Comuni da Sparo, lo Olympic Arms K23B Stubby fu introdotto sul territorio nazionale a spizzichi e bocconi tra i mugugni delle autorità, e non è oggi più importato né prodotto.
Tecnicamente parlando, il K23B "Stubby" è un AR-15 semi-automatico rimpicciolito per l'impiego da parte di personale impegnato in servizi di trasporto valori o di scorta VIP: guardie del corpo, specialisti in protezione ravvicinata e similari... ma non solo.
Si tratta infatti di un'arma sviluppata quando il paradigma riguardante l'armamento delle Forze dell'Ordine negli USA stava cambiando in seguito alla sparatoria di North Hollywood del 1997: all'improvviso tutto il personale di pattuglia doveva avere accesso ad armi in grado di perforare protezioni antiproiettile, compresi gli agenti motociclisti – le cui armi di rincalzo devono dunque essere di dimensioni tali da trovare posto negli Hard Bag posizionati ai lati della ruota posteriore.
Il semicastello del K23B Stubby è prodotto dalla stessa Olympic Arms, e nei modelli più diffusi – come quello che vedete nelle foto a corredo di questo servizio – è una variante A2, il che significa che presenta un Forward Assist e che sia il mirino a delta che la maniglia di trasporto, integrante la tacca di mira regolabile, sono inamovibili.
Nei modelli di tarda produzione fu impiegato uno Upper A3, con maniglia rimovibile montata su una scina Picatinny per ottiche.
Il semicastello inferiore è un normalissimo modello M4 senza comandi ambidestri, con pulsante di rilascio del caricatore protetto da un generoso Fencing e un calcio in polimero collassabile montato su Buffer Tube a sei posizioni.
Il K23B Stubby è camerato per il calibro .223 Remington e usa caricatori a standard STANAG 4179 di qualsiasi tipo e capacità.
In tutto e per tutto si tratta di un AR-15 ridotto ai minimi termini in quanto a dimensioni: si arriva ad un massimo di 57 centimetri circa ad estensione piena, per un peso totale di 2,7 chili.
La canna è lunga appena sei pollici e mezzo e presenta un rompifiamma a quattro rebbi e un'astina tubolare di tipo Free-Float; i modelli di tarda produzione, con Upper Receiver di tipo A3, presentavano invece un paramani con quattro rotaie per accessori e una variante del rompifiamma "a gabbietta d'uccello" denominato Phantom.
L'assetto tecnico del K23B Stubby della Olympic Arms è il medesimo degli AR-15 di lunghezza normale: stesso sistema di funzionamento, stesso Buffer, stesso scatto – semi-automatico, ovviamente – e stesso blocco-otturatore.
La principale differenza sta nel sistema di presa gas: al posto di un normale tubo di recupero gas dritto, il K23B Stubby impiega un tubo di presa gas denominato "Pigtail" (coda di maiale), perché parte dal blocco di presa gas e prima d'inserirsi nell'Upper Receiver fa almeno due giri attorno alla canna.
In questo modo si riduce la pressione dei gas che vanno ad imprimere la spinta retrograda al blocco-otturatore, che altrimenti sarebbe tanto alta da richiedere un Recoil Buffer più pesante e con una molla di recupero di maggiore resistenza.
Inutile nasconderlo, anche perché tutti i più grandi esperti di AR-15 che hanno avuto modo di provare quest'arma sin da quando è stata lanciata l'hanno sottolineato: il K23B Stubby della Olympic Arms è un'arma con alcuni "limiti" – non si tratta infatti di difetti in senso stretto, ma di limiti, tutti collegati alla ridottissima lunghezza di canna e alle soluzioni tecniche adottate per arrivare a partorire un AR di proporzioni così minime.
Tanto per cominciare, la canna – bottonata in acciaio al cromo-molibdeno, con sei rigature destrorse e passo di 1:7" – è lunga appena sei pollici e mezzo: decisamente molti meno rispetto agli undici pollici e mezzo (29,2 centimetri) considerati pressoché universalmente il minimo sindacale per sfruttare al meglio le caratteristiche balistiche del calibro .223 Remington.
La canna corta rende il K23B Stubby molto rumoroso, con una vampa di bocca a volte eccessiva, caratteristiche che ne rendono l'impiego assolutamente sconsigliato in spazi chiusi e al buio.
Ma il limite vero è dato dal fatto che i 6,5 pollici di canna non consentono di sfruttare appieno le caratteristiche balistiche della cartuccia .223 Remington: la canna è troppo corta per consentire alla polvere di raggiungere i picchi pressori ottimali, bruciando completamente – da cui la vampa eccessiva in volata. Il fenomeno è osservabile pressoché con tutti i caricamenti, ma è più marcato qualora s'impieghino polveri progressive.
Inoltre, data la lunghezza di canna ridotta, il proiettile della munizione .223 non viene stabilizzato in maniera ottimale. Il K23B Stubby non è dunque fatto per essere efficace su distanze di tiro oltre i 50 metri; non esattamente un limite né un difetto, visto che parliamo di un'arma pensata per l'ingaggio su distanze ridottissime, ma un sintomo dello svantaggio intrinseco del connubio tra la munizione in parola e una canna così corta.
Un altro limite è legato al tipo di tubo di presa gas utilizzato, il "Pigtail", che gira attorno alla canna: un sistema che funziona molto bene per ridurre la velocità ciclica di AR-15 a raffica e il rinculo di quelli semi-automatici con canne di lunghezza superiore ai sette pollici.
Ma quando si ha a che fare con un'arma con canna da sei pollici e mezzo, il tubo di presa gas viene sottoposto a livelli troppo elevati di torsione e trazione.
In caso di impieghi tattici particolarmente impegnativi e stressanti (per l'arma) ciò comportava a volte che il tubo di presa gas finisse per sfilarsi da una delle due estremità, o addirittura per rompersi, rendendo l'arma inutilizzabile. Che poi è uno dei motivi per cui, sebbene il suo Upper Receiver fosse compatibile coi lower a raffica, non un solo K23B Stubby è mai uscito dalla fabbrica della Olympic Arms se non nativo in semi-auto.
Conclusione: se andate in poligono con un K23B "Stubby", cercate di non sparare più 20-25 caricatori "full" in mezz'ora ("impiego stressante" significa questo).
Quello del tubo di presa gas di tipo "Pigtail" è un limite che l'azienda avrebbe potuto evitare impiegando tubi diversi, come il TwinTube dell'armaiolo californiano Tim LaFrance utilizzato sul suo compattissimo M16K, che tra l'altro era a raffica; il TwinTube dissipava all'interno dell'astina una parte dei gas recuperati, riducendo il livello di pressione a cui era sottoposto il blocco-otturatore, pur restando il più possibile dritto e dunque meno influenzato dalle forze di torsione e trazione.
Un'altra soluzione sarebbe potuta essere l'impiego di un tubo di presa gas dritto in congiunzione con un Recoil Buffer e relativa molla più pesanti e resistenti; una soluzione che la Olympic Arms non prese in considerazione perché – come già detto – mirava a rendere l'Upper Receiver del K23B Stubby utilizzabile con qualsiasi Lower senza necessità di ulteriori cambiamenti, e soprattutto perché tutte le loro operazioni di ricerca e sviluppo miravano in realtà a fare a meno di tale componente, che impediva (e impedisce) l'uso di calci pieghevoli.
Insomma, dato il campo d'impiego per cui era stato progettato, l'Olympic Arms K23B non aveva difetti, quanto piuttosto dei limiti: una sorta di occasione mancata, perché si tratta di un'arma di ottima qualità e fattura, di fatto a un passo dalla perfezione progettuale.
Perfezione alla quale però, e per fortuna, possiamo provare ad avvicinarci, visto che oggi la customizzazione completa è molto più in voga rispetto all'epoca: chi possieda un K23B Stubby e voglia eliminare alla radice tali problemi può prendere questa piccola dissertazione come una guida su come agire, e andare a cercare il necessario su siti come quello Brownells, ad esempio.
Dopo oltre quarant'anni di onorata attività, la Olympic Arms, produttrice del K23B Stubby e di molte altre piattaforme di derivazione AR-15, è formalmente fallita nel febbraio 2017. Ed è anche per questo motivo, che l'Olympic Arms K23B "Stubby" è ormai entrato (a ragione) fra gli oggetti del desiderio di appassionati e collezionisti più sfrenati nel micro universo AR-15.
Cosa che nel corso degli anni ha influito sul prezzo, che si è impennato di conseguenza: per l'esemplare da noi fotografato presso l'Armeria Red Point di Ostia, in perfette condizioni, parliamo di 4.500 euro.
Olympic Arms K23B Stubby - Scheda tecnica
Arma non più prodotta/importata
L'esemplare di questo articolo è disponibile presso:
Armeria Red Point di Ostia (Roma)
K23B Stubby
Pistola semi-automatica (arma comune, num. Cat. Naz. 12731)
.223 Remington
Semi-automatico, otturatore a testina rotante, presa di gas diretta
Singola azione
Manuale che interviene sulla catena di scatto
Caricatori compatibili STANAG 4179; la scheda d'iscrizione al Catalogo Nazionale delle Armi Comuni da Sparo prevedeva una capacità di venti colpi
220 mm
Mirino a delta, tacca di mira regolabile su maniglia di trasporto
Da 533 mm a 571 mm, a seconda della posizione del calcio
2,7 kg
Lega d'alluminio per impieghi aeronautici anodizzata in nero; calcio e impugnatura in polimero; canna in acciaio al cromo-molibdeno bottonata
4.500 euro