Direttiva Europea Armi: Firearms United va a Bruxelles!
Il 16 novembre, la rete europea Firearms United terrà una conferenza presso la sede del Parlamento Europeo a Bruxelles per illustrare al pubblico i problemi e i rischi insiti nella bozza di modifica restrittiva alla direttiva europea sulle armi
Mentre continua a Bruxelles il cosiddetto "trilogo" sulla proposta di modifica restrittiva alla direttiva europea sulle armi, la Commissione Europea sembra non voler cedere di una virgola rispetto ai suoi piani iniziali che tra le altre cose prevedevano – e prevedono ancora, secondo quanto emerge in una FAQ della rappresentanza della Commissione in Germania pubblicata il giorno 15 ottobre – la messa al bando con confisca di tutte le armi di categoria B7 e di diversi tipi di caricatori.
Sebbene i lavori al Comitato del Parlamento Europeo per il Mercato Interno e la Protezione dei Consumatori (IMCO), conclusisi a giugno, abbiano modificato pesantemente il testo, persistono delle criticità in forma di restrizioni che andrebbero a colpire sempre e solo il mercato legittimo e i possessori legali senza avere il minimo impatto positivo su sicurezza interna e terrorismo.
E sebbene un accordo politico sembri ancora ben di là da venire – tanto che la data del voto al Plenum dell'Europarlamento, inizialmente fissata per il 22 novembre, è scomparsa dai calendari come a voler suggerire una proroga sine die – le notizie che giungono dalle segrete stanze ove si svolge il "Trilogo" parlano di rappresentanti del Consiglio dell'Unione Europea (dunque dei governi dei Paesi membri) intenti a cercare di convincere il Parlamento ad accettare l'imposizione di importanti restrizioni che erano state sinora escluse, con la complicità degli eurodeputati dei gruppi più proibizionisti (socialdemocratici, verdi, sinistra europea).
In questo contesto si inserisce una nuova e importantissima iniziativa di Firearms United, il network che coordina l'azione di numerose associazioni per il diritto alle armi di tutt'Europa: il giorno 16 novembre 2016, Firearms United terrà una conferenza in cui verrà – per la prima volta dal lancio della proposta, ormai risalente a quasi un anno fa' – sottolineata tutta l'inutilità e la dannosità delle restrizioni proposte con l'esame, presumibilmente, di quegli stessi dati sull'impatto economico che la Commissione Europea ha finora voluto tenere nascosti.
E in effetti ce ne sarebbe di che parlare, dalla ben nota mancanza dell'obbligatorio Impact Assessment – che, come già accennato, in tanti sostengono essere stato omesso dalla Commissione Europea nella speranza di far passare le restrizioni senza rendere pubblico il loro impatto negativo su cittadini e operatori del settore – alla mancanza di trasparenza del "trilogo". Tutti fattori che avrebbero normalmente causato già da tempo il naufragio di una qualsiasi altra proposta legislativa; il fatto che si continui a parlare di restrizioni sulle armi (e soprattutto sulle armi oggetto di commercio legale!) può essere solo indice di una volontà politica di rendere quanto più possibile inoffensivi i cittadini di cui le élite europee non si fidano.
Organizzata in collaborazione coi gruppi politici dell'ALDE e dell'ECR al Parlamento Europeo, la conferenza si terrà presso la Sala PHS 1A002 dell'edificio Paul-Henri Spaak, la sede del Parlamento Europeo a Bruxelles, con inizio alle ore 14:00. Sarà disponibile la traduzione simultanea in inglese, francese, tedesco, spagnolo, italiano, polacco e ceco . Tra gli invitati, oltre ai rappresentanti di numerosi gruppi politici, alla stampa specializzata e ai rappresentanti del settore, figurano l'europarlamentare Vicky Ford – relatrice del provvedimento presso l'IMCO – e i rappresentanti della Commissione Europea.
L'accesso alla conferenza è aperto, ma dato l'alto livello di sicurezza che attualmente vige a Bruxelles e presso gli edifici dell'Europarlamento, ai partecipanti è chiesto di registrarsi entro il 9 novembre fornendo alcuni dati personali, e di presentarsi presso l'ingresso principale con almeno 45 minuti d'anticipo prima dell'inizio dell'evento.
Da parte nostra, ci auguriamo ovviamente che l'affluenza sia la più alta possibile. Una sala da oltre 270 posti gremita, e magari una bella folla in fila fuori dalla sala e fuori dall'edificio, rappresenterebbe un segnale importante da parte di chi non vuole vedere 100.000.000 di cittadini europei rovinati e il mercato civile delle armi da fuoco – composto soprattutto da piccole e medie imprese, che mantiene oggi più di 580.000 posti di lavoro – distrutto per un mero puntiglio politico antiarmi, con un impatto praticamente nullo sul traffico illegale che arma le mani di delinquenti e terroristi.