Direttiva Europea Armi: a Bruxelles inizia il trilogo
Entra nel vivo il prossimo lunedì 26 settembre il dialogo trilaterale tra l'Europarlamento, la Commissione Europea e il Consiglio Europeo riguardo alle proposte modifiche restrittive alla direttiva europea sulle armi da fuoco
È stata fissata per il prossimo lunedì 26 settembre la prima data del cosiddetto "trilogo" – il negoziato trilaterale tra il Parlamento Europeo, la Commissione Europea e il Consiglio dell'Unione Europea – sul dossier contenente le proposte di modifica in senso restrittivo alla direttiva europea 91/477/CEE come già modificata dalla 2008/51/CE relativamente al controllo dell'acquisizione e del possesso di armi da fuoco.
La Commissione Europea aveva presentato la sua bozza iniziale lo scorso novembre, all'indomani degli attacchi terroristici di Parigi; ma sin da subito è apparso chiaro che le restrizioni proposte – sproporzionate e pesantemente punitive nei confronti degli onesti appassionati d'armi e dell'intero comparto – erano pronte già da tempo, quantomeno dall'epoca della pubblicazione dell'ormai famoso "libro bianco" pubblicato nel 2013 sotto l'egida dell'allora Commissario UE agli affari interni, Cecilia Malmström.
Tra buone e cattive notizie
La Commissione sperava di poter portare a compimento i suoi progetti di disarmo nel giro di pochi mesi, ma si è dovuta scontrare con una forte opposizione presso il Parlamento Europeo e – su scala minore, ma in maniera non meno decisa – anche presso il Consiglio, che è l'organo che rappresenta direttamente i governi di tutti gli Stati membri.
Poiché i due organi incaricati della codecisione in ambito europeo (Consiglio e Parlamento, appunto) non sono stati in grado di accordarsi su una posizione comune, il "trilogo" dovrà tentare di raggiungere un accordo di compromesso in vista del voto al Plenum dell'Europarlamento, previsto per il mese di novembre.
Il "trilogo" non è aperto alla partecipazione del pubblico o degli Stakeholder, e sono ammessi ai lavori – oltre ai rappresentanti di Europarlamento, Consiglio e Commissione – solo eventuali esperti esplicitamente invitati. Non vi è dunque alcun livello di controllo democratico che i cittadini europei possano esercitare sul processo.
Sotto questo punto di vista, è dunque un bene che agli inizi del mese l'europarlamentare britannica Vicky Ford sia stata riconfermata relatrice del dossier. Presidente del Comitato per il Mercato Interno e la Protezione dei Consumatori (IMCO) del Parlamento Europeo, Vicky Ford si è dimostrata ricettiva rispetto alle lamentele dei portatori di legittimi interessi – e soprattutto dei cittadini che detengono legalmente armi in tutt'Europa – che verrebbero penalizzati dalle proposte estremamente restrittive della Commissione e del Consiglio.
Meno bene è sapere che la delegazione degli europarlamentari al trilogo sarà guidata dalla laburista scozzese Catherine Stihler, che siede tra i socialdemocratici europei. Catherine Stihler è un'antiarmi dichiarata, come testimoniano gli emendamenti di stampo restrittivo al progetto di modifica della direttiva dei quali è stata co-firmataria.
Il suo ruolo, in base alle regole del "trilogo", dovrebbe essere semplicemente amministrativo e prevedere poche possibilità di orientare, eventualmente, i lavori in nostro sfavore. Staremo a vedere se nelle sedute del 26 settembre e del 17 ottobre la Stihler si atterrà al suo ruolo o vorrà scavalcarlo per spingere in direzione di un ritorno in auge delle restrizioni più severe (ban totale con confisca, e altro ancora) proposte dalla Commissione e da alcuni corpi del Consiglio.
Lotta a oltranza
Tra speranze di buona risoluzione – confermate anche da fonti all'interno del processo negoziale – e rischi di pugnalate alle spalle all'ultimo momento, continua anche la battaglia di confederazioni come FIREARMS UNITED, il Network europeo di associazioni di possessori d'armi, che si sta confermando sempre più come quella voce unitaria di cui a livello UE il nostro popolo sentiva veramente il bisogno.
Firearms United ha recentemente fatto un passo avanti nella sua campagna di pressione e informazione nei confronti degli europarlamentari, inviando a tutti una lettera personale contenente fatti e dati sul possesso di armi da parte dei comuni cittadini e i suoi effetti benefici sull'economia e la comune sicurezza, assieme ad un piccolo gadget che voleva essere la "ciliegina sulla torta" di un'iniziativa che finora nessuno aveva mai intrapreso nell'Unione Europea.
Tra le tante reazioni sinora registrate, va' sottolineata in negativo quella dell'europarlamentare verde spagnola Marina Albiol Guzmán, che sui social network si è vantata di aver buttato via tutto ed ha sollevato dei dubbi maliziosi sulla provenienza dei fondi utilizzati per l'iniziativa. Lodevole, invece, l'accettazione dell'europarlamentare ENF polacco Michał Marusik, che ha dimostrato di gradire la lettera e ha lanciato l'hashtag #supportFirearmsUnited in appoggio alle iniziative di contrasto alle restrizioni che l'UE vorrebbe imporre.
Sicuramente due pianeti molto distanti in quanto a rispetto delle istanze dei cittadini europei e soprattutto rispetto di un'iniziativa che quei cittadini hanno sostenuto con le loro libere donazioni a Firearms United. E tutto questo da persone che dovrebbero, per via del ruolo che ricoprono, ascoltare le voci preoccupate di tante persone oneste che non ci stanno a diventare ancora una volta (e magari stavolta in via definitiva!) i capri espiatori dell'incapacità dimostrata dalle classi dirigenti nazionali ed europee nella gestione dell'ordine pubblico e della minaccia del terrorismo.
Le attività di Firearms United, e di molte altre associazioni che in questo momento stanno lottando per la difesa dei nostri diritti – non ultime la FACE e la FESAC – non si fermeranno comunque qui.
Di certo c'è che molto raramente, prima, la Commissione Europea aveva visto le altre istituzioni dell'UE recepire in maniera tanto negativa una sua proposta. E mai prima si era vista una mobilitazione così ampia del nostro mondo per la difesa delle sue prerogative – segno che finalmente qualcosa sta cambiando e che anche una galassia come la nostra, che finora si è caratterizzata per la gretta difesa degli interessi di campanile, si sta rendendo conto della necessità di unirsi sotto un'unica egida per scongiurare una minaccia che rischia, se lasciata concretizzare, di travolgere l'intero comparto con un disastroso effetto domino.
Chi fosse interessato, può scaricare qui i documenti di partenza del trilogo, che sono stati recentemente pubblicati sul sito ufficiale del Parlamento austriaco.