Luciano Rossi sospeso per tre anni dall'ISSF
Il sito internet Insidethegames.biz rivela oggi che Luciano Rossi avrebbe ricevuto una sospensione di tre anni dal comitato etico dell'ISSF, la federazione internazionale che governa gli sport di tiro accademici e olimpici
La notizia rilanciata dal sito internet insidethegames.biz è di quelle che hanno il potenziale di scuotere il mondo del tiro olimpico dalle fondamenta: il portale ha infatti pubblicato una E-Mail personale nella quale Luciano Rossi comunicava a tutte le federazioni nazionali affiliate alla International Shooting Sport Federation – il comitato internazionale delle discipline di tiro accademiche e olimpiche – di aver ricevuto una sospensione di tre anni e una multa dall'ammontare non specificato dal comitato etico dell'ISSF.
L'ex senatore Luciano Rossi è uno dei nomi che più contano nei circoli che decidono le politiche degli sport di tiro: oltre ad essere presidente della FITAV siede anche nel consiglio direttivo del World Forum on Shooting Activities ed è stato, fino a questa sospensione, uno dei vicepresidenti in carica della stessa ISSF.
La sentenza del comitato etico arriva al termine di una vicenda iniziata a giugno del 2017, quando Rossi è stato accusato di utilizzare i cambiamenti al regolamento olimpico di Tokyo 2020 come scusa per arrivare alla presidenza dell'ISSF.
In base alle regole sull'uguaglianza di genere del Comitato Olimpico Internazionale, infatti, discipline come il tiro a volo nella specialità del Double Trap e il tiro con la pistola e con la carabina a cinquanta metri sono state sostituite per le olimpiadi di Tokyo da gare di tiro con pistola e carabina a dieci metri e di tiro a volo nella specialità Trap a squadre miste.
Secondo le accuse rivoltegli, Rossi avrebbe avuto in mente di convocare un'assemblea generale straordinaria dell'ISSF per contestare questi cambiamenti al regolamento in modo da supportare politicamente una sua campagna personale per la presidenza.
Tra gli accusatori di Rossi ci sono l'attuale presidente dell'ISSF, il messicano Olegario Vázquez Raña, e il magnate russo dell'acciaio Vladimir Lisin, vicepresidente aggiunto dell'ISSF e attuale presidente della European Shooting Confederation (ESC).
Il 17 maggio, proprio Lisin è stato nominato candidato favorito alla presidenza ISSF dallo stesso Raña, che quest'anno abbandonerà il suo ruolo dopo trentotto anni e avrebbe dunque designato nel russo il suo successore.
Non ci sono al momento candidati che concorrano contro Lisin, e stante la sentenza del comitato etico, deve ritenersi ormai morta e sepolta qualsiasi possibilità per Luciano Rossi di competere per la presidenza dell'ISSF.
Al momento non è chiare quali siano le violazioni di cui il comitato etico – composto da giuristi indipendenti dall'ISSF – abbia ritenuto Rossi colpevole. Nel corso di una lunga faida interna all'ISSF nel 2017, infatti, Rossi è stato accusato tra le altre cose di conflitto d'interessi, essendo possessore di quote di un'azienda (la Eurotarget) che produce piattelli usati nel Double Trap.
L'ISSF ha accusato Rossi anche di "disinformazione" dopo che l'ex senatore ha fatto circolare l'anno scorso una lettera in cui accusava il segretario generale dell'ISSF Franz Schreiber e un altro vice-presidente, Gary Anderson, di aver intrattenuto riunioni segrete col CIO allo scopo di sostituire l'uso di tutte le armi da fuoco e ad aria compressa negli sport olimpici con emettitori laser.
Questa possibilità è ritenuta concreta e temuta da tempo da moltissimi appassionati d'armi e di tiro di tutto il mondo: l'eliminazione delle discipline di tiro con armi da fuoco e ad aria compressa dalle olimpiadi porrebbe le basi per il tramonto di molti sport di tiro e potrebbe potenzialmente portare ad una situazione in cui il tiro sportivo non sarebbe più un motivo riconosciuto per il possesso di armi da parte dei cittadini di molti Paesi, soprattutto in Europa.
Luciano Rossi continua a dirsi innocente delle accuse che gli vengono mosse, e ha già annunciato di voler presentare appello al Tribunale Arbitrale dello Sport di Losanna, dichiarando di aver "fiducia che in tale sede sarà fatta giustizia".