Charter Arms: "l'altro" revolver americano
Non ci sono solo i grandi marchi: l'americana Charter Arms offre un'ampia selezione di revolver da difesa affidabili, con una lunga storia alle spalle – e ora disponibili anche in Italia!
Se si pensa ai revolver prodotti negli Stati Uniti, il pensiero va subito a tre nomi principali: Colt, Smith & Wesson, Ruger. Questo è naturale, ma corretto solo in parte: se i tre grandi marchi storici rappresentano in effetti il Gotha dell'industria americana delle armi a tamburo, è altrettanto vero che molti altri Player hanno fatto e continuano a fare la fortuna del segmento sul mercato americano e internazionale.
Tra questi c'è sicuramente la Charter Arms.
La storia della Charter Arms è relativamente recente, avendo avuto inizio "solo" negli anni '60, in un luogo molto particolare: la "Gun Valley" del New England, zona nota per la produzione armiera e per l'alta concentrazione di aziende del settore sin dai tempi dell'indipendenza americana.
Un'area paragonabile alla nostra Val Trompia – quantomeno fino a quando molti Stati della zona (Massachussets, Connecticut, Delaware, Maryland e altri) non sono caduti in mano alle forze politiche disarmiste che oltre a limitare per via legislativa il diritto alle armi di milioni di cittadini onesti hanno anche causato l'esodo di aziende storiche da quello che una volta è stato il cuore pulsante dell'industria armiera USA.
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A fondare la Charter Arms, nel 1964, fu Douglas McClennahan – progettista armiero giovane ma già di grande esperienza, avendo lavorato per Colt, Ruger e High Standard – che aveva in mente l'idea di realizzare un revolver da difesa che fosse non solo affidabile e di grande qualità, ma anche accessibile economicamente.
Ricordiamoci infatti che all'epoca le armi da fuoco erano più costose di oggi in proporzione al reddito medio soprattutto delle classi meno abbienti, e particolarmente care erano le armi realizzate dai marchi che rappresentavano il Non Plus Ultra del mercato armiero civile.
I revolver dominavano ancora il segmento delle armi difensive e di servizio – a parte le Forze Armate, di pistole semi-automatiche si parlava poco o nulla – e chi non aveva i mezzi economici doveva accontentarsi di armi prodotte soprattutto da piccole industrie tedesche ed importate a basso costo, ma di piccolo calibro (in genere .22 o .32, più raramente .38), realizzate in larga parte in lega di zinco e in generale di qualità decisamente mediocre.
Una categoria d'armi che si sarebbe guadagnata nel corso degli anni la nomea di "Saturday Night Specials" e che la legge Gun Control Act del 1968 avrebbe poi bandito dall'importazione.
Douglas McClennahan realizzò il suo sogno nel 1966 con il lancio del modello "Undercover", all'epoca un autentico capolavoro d'ingegneria armiera: dal peso di soli 453 grammi, con una canna da due pollici e un tamburo da cinque colpi calibro .38 Special, prodotto negli stabilimenti Charter Arms di Bridgeport, nel Connecticut, lo Undercover fu il revolver in acciaio più leggero e piccolo del suo tempo, nonché quello con meno parti mobili e uno dei più sicuri, dato che presentava un sistema di blocco automatico del cane che proteggeva dagli sganci accidentali.
Questo mix di qualità costruttiva, caratteristiche tecniche innovative e prezzo ragionevole ebbe un buon effetto sulle vendite, soprattutto presso le Forze dell'Ordine, tanto che presto i Charter Arms divennero tra i preferiti degli operatori di Polizia come armi di riserva (Backup) e per il porto fuori servizio. Nulla riuscì per diversi anni ad intaccare il successo dell'azienda, che nel 1976 spostò la sua sede da Bridgeport a Stratford, sempre nel Connecticut.
Ma i tempi cambiano e nel 1990 l'azienda dichiarò fallimento a causa del calo della popolarità dei revolver come arma da difesa e da servizio. Non ci volle molto tuttavia, prima che l'azienda rinascesse col nome di Charter 2000: ma fu un'operazione mal gestita e l'azienda dichiarò bancarotta nel 2005.
Tuttavia, erano e sono troppi gli americani affezionati a questo marchio e l'azienda tornò definitivamente operativa con il nome originale di Charter Arms, grazie alla famiglia di David Ecker, amico di lunga data del fondatore Douglas McClennahan e socio al 50% della prima Charter Arms.
Complice un ritrovato interesse del mercato americano e internazionale verso i revolver come armi da difesa personale, oggi la Charter Arms continua a produrre armi di ottima qualità se rapportati al loro prezzo e all'affidabilità che offrono.
I revolver della Charter Arms sono fra i più compatti e leggeri e sono realizzati su telaio monopezzo, come i Ruger. Sono anche quelli con meno parti mobili, e tutti presentano canne con otto rigature destrorse anziché sei, per migliorare le prestazioni balistiche, data la ridotta lunghezza della canna che in quasi tutti i modelli si attesta sui due pollici.
Il sistema di blocco automatico al cane dei revolver Charter Arms li rende molto sicuri, offrendo inoltre una corsa del cane più corta e rapida. Anche il tamburo presenta caratteristiche uniche – bloccato in chiusura su tre punti anziché due, ma privo di perno di blocco in apertura, caratteristica unica tra i revolver prodotti negli Stati Uniti.
in conclusione, cinquant'anni fa i revolver Charter Arms nacquero da un'idea, a sua volta nata da un progettista che sapeva benissimo cosa fosse un revolver, ma soprattutto, come sarebbe stato possibile realizzarne uno che costasse poco, ma rimanesse pienamente affidabile.
Dal primo modello iniziale, l'Undercover in calibro .38 Special con canna da 2", Charter Arms arriva oggi a contare 12 modelli e un totale di oltre 60 varianti.
Le vicissitudini legate alla cattiva gestione imprenditoriale che l'azienda ha sofferto per quasi vent'anni, insieme ad una brutta nomea dovuta all'abuso delle rivoltelle dell'azienda in due celebri occasioni – David Berkowitz, il Serial Killer noto come "Il figlio di Sam", usò un Charter Arms calibro .44 Special per i suoi delitti e Mark David Chapman usò un Charter Arms calibro .38 per assassinare John Lennon nel 1980 – e ai gusti del mercato che a partire dagli anni ottanta avevano messo in disparte i revolver in generale, hanno contribuito a mettere ingiustamente in ombra il marchio Charter Arms, costruendo dubbi non giustificati sulla qualità di questi revolver.
Se per dimostrare agli amici che siete esperti di revolver da difesa volete spendere il doppio, forzando confronti sulle caratteristiche di marche più blasonate, siete liberi di farlo. Ma quì non stiamo mettendo in discussione la qualità delle finiture Ruger o Smith & Wesson.
Vogliamo solo evidenziare il fatto che se la funzione del revolver che cercate è la difesa personale (ma anche il puro divertimento), nessun revolver più costoso vi darà più di quello che potete avere da un revolver Charter Arms. Semplice quanto vi pare, ma affidabile.
I revolver Charter Arms sono ora finalmente disponibili anche in Italia e avremo presto modo di provarli sul campo.