DIVIETO MUNIZIONI IN PIOMBO: la Commissione UE beccata con le mani nella marmellata!
Firearms United Network ha divulgato un documento che rivela un inquietante tentativo della Commissione Europea di esercitare indebite pressioni tramite il gruppo NADEG per ottenere una messa al bando totale delle munizioni a base di piombo per tutti gli scopi civili – caccia e tiro sportivo – in ogni ambiente!
Come vi abbiamo già annunciato lo scorso anno, la Commissione Europea continua – lentamente, ma apparentemente senza posa – il suo tentativo di mettere completamente al bando ogni uso civile, sia venatorio che sportivo, in tutti gli ambienti, delle munizioni a base di piombo tramite apposite modifiche al regolamento REACH.
L'epidemia di Coronavirus può aver forse rallentato la sua marcia, ma non l'ha fermata. L'ultimo capitolo l'ha scritto il Firearms United Network, organizzazione pan-europea per il diritto alle armi, che ieri, 5 maggio 2020, ha diffuso sulle sue pagine Facebook un documento riservato in lingua inglese trapelato dal DG ENV, ovvero la Direzione Generale della Commissione Europea per l'Ambiente.
Traduzione in italiano del documento originale fatto trapelare dal Firearms United Network. L'originale in lingua inglese può essere letto e scaricato in formato PDF a questo link.
Gruppo di esperti per le direttive sugli uccelli e gli habitat ("NADEG")
14mo Meeting, 6-7 maggio 2020
Documento N°: Doc Nadeg 20-05-03
Documento informativo
OGGETTO: lavoro sulle munizioni al piombo
L'Unione Europea e i 23 Stati membri che hanno firmato l'Accordo sulla conservazione degli uccelli acquatici migratori dell'Africa-Eurasia si sono impegnati a mettere al bando l'uso di munizioni a base di piombo nelle zone umide. Inoltre, la messa al bando delle munizioni al piombo nelle zone umide è uno dei punti dell'accordo firmato nel 2004 tra la BirdLife International e la FACE (Federazione europea delle associazioni per la caccia e la conservazione) sotto gli auspici della Commissione.
Nel dicembre 2015, la Commissione ha chiesto all'ECHA di preparare un dossier di cui all'Allegato XV del Regolamento (EC) N° 1907/2006 sulla Registrazione, Valutazione, Autorizzazione e Restrizione delle sostanze chimiche (REACH) per la potenziale imposizione futura di restrizioni sull'uso di munizioni a base di piombo in tutti i terreni umidi nell'Unione Europea. Il dossier include una valutazione del rischio, un'analisi delle alternative e una valutazione socioeconomica.
I comitati per la valutazione dei rischi (RAC) e per la valutazione socioeconomica (SEAC) dell'agenzia hanno fatto pervenire i loro pareri alla Commissione il 17 agosto 2018.
Tutti i documenti sono disponibili per la consultazione sul sito dell'ECHA.
In base alle opinioni del RAC e SEAC, la Commissione ha valutato che sussistano rischi inaccettabili per l'ambiente e un potenziale pericolo per la salute umana legati all'uso di munizioni a base di piombo nelle aree umide e in quei casi in cui le munizioni possano ricadere in zone umide, e che tali rischi vadano affrontati a livello europeo.
In base a tale opinione, nel rispetto dell'Articolo 73 (1) of REACH, la Commissione ha iniziato la procedura legislativa per emendare l'Allegato XVII del Regolamento REACH. Le proposte della Commissione sono attualmente in discussione presso il Comitato REACH.
La Commissione invita i membri del NADEG a contattare le autorità nazionali competenti per il REACH, in particolare i loro rappresentanti nazionali nel comitato REACH, per sensibilizzarli sul problema e assicurare un voto positivo per la bozza di regolamento della Commissione. Il Comitato si esprimerà il 3 giugno (la nuova bozza di regolamento sarà all'ordine del giorno per la Commissione e messa ai voti se le condizioni consentiranno una riunione nel mese di giugno 2020).
Parallelamente, la Commissione ha chiesto ad ECHA di valutare una potenziale messa al bando del piombo negli habitat terrestri diversi dalle zone umide e nei pesi da pesca (cf. risoluzione 11.15 della Convenzione sulle Specie Migratorie). L'ECHA ha concluso che ci sono indicazioni di rischio sufficienti legate a tali usi del piombo per giustificare l'adozione di ulteriori regolamenti. Il 16 luglio 2019, la Commissione ha chiesto all'ECHA di preparare un dossier di cui all'Allegato XV per l'imposizione di restrizioni sulla commercializzazione e sull'uso di munizioni a base di piombo, quali munizioni in piombo spezzato in terreni diversi dalle zone umide e munizioni per armi a canna rigata utilizzate sia in aree umide che in habitat differenti, nonché sui pesi da pesca in piombo.
L'ECHA sta lavorando attualmente al dossier di cui all'Allegato XV per tali restrizioni, da sottoporsi ai comitati scientifici nell'autunno del 2020. Tutte le informazioni su questo processo saranno rese pubblicamente disponibili sul sito dell'ECHA.
I membri del NADEG possono contribuire anche al procedimento in corso per la potenziale imposizione della messa al bando di munizioni a base di piombo in habitat terrestri diversi dalle zone umide e nei pesi da pesca. Una volta che sarà iniziato il dibattito presso i comitati scientifici dell'ECHA, saranno indette due consultazioni pubbliche.
Che cosa significa questa lettera?
Il succo della lettera è che la Commissione Europea chiede apertamente ai membri del NADEG (Comitato di esperti sulle direttive per gli uccelli e gli habitat della Commissione Ambiente UE) di fare pressione sui rappresentanti dei loro Paesi presso il Comitato REACH affinché acconsentano al divieto dell'uso di munizioni al piombo in tutti gli ambienti terrestri, non solo nelle zone umide, nonché per il divieto dell'uso di pesi da pesca in piombo.
Questa è una flagrante violazione delle norme che regolamentano il procedimento legislativo europeo, che prevedono (o dovrebbero prevedere) che la Commissione Europea e i suoi membri agiscano come parte imparziale del processo legislativo volto a creare leggi migliori, senza utilizzare il loro potere per sostenere alcun tipo di agenda ideologica.
Già in passato abbiamo scritto quali sarebbero le conseguenze dirette della messa al bando delle munizioni a base di piombo per tutti gli impieghi venatori e sportivi; e sebbene la documentazione della Commissione Europea si basi sulle "evidenze scientifiche" presentate dall'ECHA, sulla pericolosità delle munizioni a base di piombo per l'ambiente e per la salute umana e animale non vi è consenso nella comunità scientifica.
E dati i precedenti delle "valutazioni scientifiche, socioeconomiche e d'impatto" delle agenzie UE – ad esempio come quelle che hanno costellato il processo di approvazione della direttiva europea 2017/853 sulle armi – la comunità dei legali detentori di armi di tutt'Europa ha più di un motivo di dubitare della validità e dell'imparzialità dei dati ECHA.
Pare chiaro come questo pervicace attacco sia di natura ideologica: ben sapendo quali e quanti danni la messa al bando dell'uso di munizioni a base di piombo avrebbe sull'industria armiera, sull'intero comparto nel suo complesso, e sulle legittime attività di milioni di appassionati di caccia e tiro in tutta l'Unione, la Commissione Europea intende punirci per l'esemplare resistenza che, tra il 2015 e il 2017, abbiamo opposto riuscendo a respingere gran parte delle proposte liberticide della Commissione stessa in materia di direttiva armi.
Ma soprattutto, c'è la volontà politica della Commissione di aderire alle richieste e alle posizioni delle frange più estreme della galassia ambientalista, restando attaccata ai piani sul "Green Deal Europeo" anche ora che la recessione causata dall'epidemia di COVID-19 consiglierebbe di prendere altre strade per non peggiorare una situazione economica che in tutti i comparti si preannuncia decisamente grigia e che per molti di questi compromette ogni speranza di ripresa nel futuro prossimo.
Se le istituzioni dell'Unione Europea intendono continuare ad alienarsi ulteriormente le simpatie dei legali detentori di armi, e a causare danni economici a tutti gli Stati membri affossando un comparto che vale miliardi, noi non possiamo certo impedirglielo. Non si lamentino, però, se il sentimento antieuropeo cresce in tutti i Paesi e se, dopo l'esperimento britannico, si parla sempre più insistentemente di "Exit" in tanti altri Paesi dell'Unione.
Ci aspettiamo ora di vedere con quali documenti, e con quali strategie, un comparto industriale ed economico che vale miliardi intende proteggere se' stesso, i suoi interessi, e i diritti dei milioni di suoi clienti in tutta Europa.