Una Sabatti Tactical Sport Multiradiale in .308 Win per il tiro accademico a 300 m
Lui la chiama la "Sabattina". Riccardo Ranzani racconta a GUNSweek.com com'è nata l'idea di utilizzare una carabina Sabatti Tactical Sport con canna Multiradiale in calibro .308 per gareggiare nel tiro accademico a 300 metri. E battere tutto e tutti.
L’idea è una di quelle che ti viene così, semplicemente sfogliando una rivista. Sono sempre stato tentato dal tiro a 300 metri, e gareggiando nelle specialità ISSF di carabina a 10m e a 50m, 3 posizioni e a terra, ho sempre ammirato i tiratori stranieri con cui mi capitava di confrontarmi, gente che aveva la fortuna di tirare con armi “vere” a una distanza “vera” in poligoni bellissimi immersi nel verde.
Purtroppo però, qui in Italia le discipline a 300m non attraversano un momento facile: i poligoni aperti sono pochi, quasi tutti al nord, i praticanti pure. Ma il problema principale sono i costi: il mercato in Italia e all’estero è dominato dai mostri sacri del settore, come Grunig+Elmiger o Bleiker camerate in 6mm BR, che offrono armi dal costo elevatissimo, e dalla durata effimera (1.500 colpi, 2.000 se va bene, dopodiché addio canna).
E così, arriva l’idea. Vedo che ci sono armi Italiane, le Sabatti, che nel tiro a lunga distanza fanno faville, specie ora con le nuove canne Multiradiali. Fanno rosate impressionanti, intorno a ⅓–½ MOA.
E allora mi chiedo: ma perché nessuno usa queste armi? perché nessuno prova a impiegarle nel trio accademico a 300 metri?
In fondo, la distanza non è proibitiva, e anche se non c’è il 6mm BR Norma che ormai spopola, il .308 Winchester e il 6,5x47 Lapua sono disponibili e sono ancora usati (poco, ma usati in campo internazionale).
Chiedo in giro, e tutti ti sconsigliano: armi inadatte dicono, nate per usi diversi, con possibili problemi di riscaldamento precoce e altrettanto precoce insozzamento della canna, con conseguente migrazione dei colpi.
Ma siamo gente cocciuta noi ciociari, e allora con mio padre che mi asseconda nella follia decidiamo di contattare l’Ing. Emanuele Sabatti, spiegandogli la nostra idea.
Con tutta la cortesia e la disponibilità che non ti aspetteresti dall’amministratore di una grossa azienda, l’Ing. Sabatti ci risponde direttamente e decide di aiutarci, e con lui montiamo un’azione Sabatti Tactical di serie completa di canna multiradiale .308 Winchester su una calciatura Anschütz Precise in Ergal, lo stato dell’arte nelle calciature da competizione per tiro accademico.
Sulla carabina abbiamo montato anche una slitta Contessa, per poter fissare una diottra Anschütz 7020, mentre un amico di Avellino ci realizza artigianalmente un supporto tunnel da montare in volata.
Con l’aiuto di un appassionato tiratore di Alessandria, superato il problema dell’accoppiamento azione-calciatura attraverso uno chassis di adattamento, mettiamo alla prova la carabina, e sin da subito la “Sabattina” mostra di trovarsi bene a suo agio sui 300 metri, e nonostante tutto il suo peso derivante dalla massiccia canna (lunghezza 69 cm diametro 28 mm), l’arma si dimostra ben gestibile in ogni posizione, sorprendentemente bene anche in ginocchio e in piedi, oltre che a terra.
È ora di provare l’arma in gara. Dopo qualche tiro di taratura al poligono di Pavia si va in gara a Codogno al 2° Trofeo Federale a 300m. Gara di esordio: Arma Libera 3 posizioni, qualche colpo di prova e in gara la carabina realizza subito un bel 96 in ginocchio, con tre colpi in sequenza in 0,45 MOA. Un risultato impressionante pensando che si tira con mire metalliche, arma imbracciata e munizioni commerciali Lapua.
La gara va benone e finiamo 1° di categoria e 2° assoluti, con 551 punti nelle 3 posizioni: un risultato insperato e incredibile per una arma che non doveva riuscire a fare la gara e un tiratore all’esordio a 300 metri. La canna che secondo gli esperti non era adatta e doveva cedere la sua precisione al calore… non dà nessun segno di subire surriscaldamento, anzi le rosate migliori le fa proprio a canna molto calda.
La gara successiva è Carrara. In un caldo luglio, poligono difficile (con 9 m di dislivello piazzola di tiro – bersaglio): un colpo incrociato ci impedisce di fare un bel punteggio, anche se alla fine il risultato è ugualmente accettabile.
E alla fine siamo a settembre, a Tolmezzo, la gara finale di stagione in cui si assegna il titolo italiano. L’abbiamo preparata bene la Sabattina: questa estate con sacrifici enormi ci siamo spostati diverse volte dagli amici di Colle Val d’Elsa, e qui abbiamo cercato la giusta cartuccia, le giuste dosi e palle, arrivando a delle soluzioni che daranno il loro contributo.
In particolare le Sabatti .308 MRR in genere danno il loro meglio con palle ben pesanti, 175 e 185 grani, ma per noi quel peso non va, non può andare, quelli sono pesi e cariche per armi appoggiate, non imbracciate: in ginocchio e in piedi ci vuole qualcosa di più leggero… alla fine scegliamo le palle Lapua Scenar da 155 grani, caricate con 40 grani di N140 e un OAL non molto spinto.
Il risultato è il record italiano di categoria, 561 punti nelle 3 posizioni, con un margine di miglioramento enorme, visto che in ginocchio e in piedi potevamo fare molto di più: ma il punteggio basta e avanza per il Titolo Italiano, il 1° posto di categoria, il 1° posto assoluto e il record.
Non male per un’arma che non doveva essere adatta e per un calibro come il .308 Winchester, considerato desueto per il tiro accademico a 300m.