Springfield 1873 “Trapdoor”

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Springfield 1873 “Trapdoor”

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1873-2023: 150 anni fa lo Springfield "Trapdoor" 1873 in calibro .45-70 Government fu uno dei primi fucili a retrocarica di successo in ambito militare

Springfield 1873 “Trapdoor”

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Chiappa 1860 Spencer Rifle e Carbine

Gli anni della guerra civile americana, ed in particolare quelli che seguirono la battaglia di Gettysburg del 1863, diedero agli organi militari statunitensi più di un motivo per analizzare con sempre maggiore attenzione i vantaggi offerti dai sistemi di otturazione a retrocarica, a ripetizione e non. La fine della guerra aveva lasciato negli arsenali decine di migliaia di fucili ad avancarica il cui valore non poteva tuttavia essere trascurato, soprattutto in considerazione della naturale recessione economica che il paese si trovò a dover affrontare.

Springfield 1873 “Trapdoor”

Da queste considerazioni di base nacque il progetto dell'Ordnance Board di convertire a retrocarica le molte armi ancora disponibili, progetto che già nel 1865 vide la sua realizzazione pratica nel brevetto di Erskine S. Allin, 'Master Armorer' dell'arsenale di Springfield, che lavorò alla modifica degli esistenti modelli 1861 e 1863 dando vita alle prime versioni del famoso Springfield 'Trapdoor'.

 

Nel passaggio al nuovo sistema di otturazione a retrocarica le armi ad avancarica così trasformate mantennero l'originale calibro .58, attraverso però l'impiego di una cartuccia metallica a percussione anulare le cui prestazioni furono presto oggetto di numerose critiche; già nel 1866 furono introdotte alcune modifiche, soprattutto a carico dell'estrattore e del percussore, passando al tempo stesso ad una munizione a percussione centrale in calibro .50 - la .50-70 Government - che utilizzava una palla da 450 grani anziché da 500, spinta da una carica di polvere nera di 70 grani anziché 60.

 

Le prestazioni della munizione erano decisamente migliorate, ma le caratteristiche d'insieme dell'arma, che nel 1868 subì ulteriori ritocchi, rimanevano sostanzialmente invariate: di fatto fino a quel momento gli organi governativi avevano accettato la modifica operata da Allin unicamente come espediente di transizione, per poter 'riciclare' le molte armi ancora disponibili a Springfield.

 

Pensando all'adozione di un'arma lunga completamente nuova, a retrocarica ed eventualmente anche a ripetizione, fra il 1870 ed il 1872 l'Ordnance Board avviò una serie di test sperimentali: i modelli, una cinquantina in tutto, oltre ad armi Remington, Sharps, Winchester e naturalmente Springfield, comprendevano prototipi provenienti da tutto il mondo.

 

Le difficoltà economiche americane del 1873, gli ancora instabili obiettivi della politica interna, nonché l'immancabile ottuso ostracismo delle fazioni militari più conservatrici, e forse anche qualche 'mazzetta', contribuirono alla decisione finale che scaturì dai test appena conclusi: nonostante l'interesse suscitato dal Remington Rolling Block (monocolpo) e dal Ward-Burton (un bolt action con caricatore da otto), riveduto e corretto lo Springfield Trapdoor sarebbe divenuto arma d'ordinanza sia per la fanteria che per la cavalleria. Le valutazioni circa i minori costi di produzione e la maggior robustezza dell'arma a colpo singolo chiusero definitivamente il discorso.

Lo Springfield "Trapdoor" 1873, nelle due versioni fucile da fanteria e carabina da cavalleria

Lo Springfield "Trapdoor" 1873, nelle due versioni fucile da fanteria e carabina da cavalleria

(moderne repliche Pedersoli)

La cartuccia .45-70 Government, in uso ancora oggi

La cartuccia .45-70 Government, in uso ancora oggi

La revisione e standardizzazione del munizionamento ufficiale rappresentò un importante presupposto dell'intero progetto. Nasceva così la cartuccia .45-70 Government, ancora oggi molto popolare, e le neo adottate versioni rifle e carbine dello Springfield Trapdoor 1873 furono quindi camerate per questo calibro.

 

La .45-70 sostituì la .50-70 fondamentalmente per due motivi: fin dal 1860 accurati studi eseguiti in Inghilterra su armi ad avancarica avevano dimostrato i vantaggi balistici di armi calibro .45 con passi di rigatura veloci e proiettili pesanti nell'ordine dei 400-500 grani; inoltre, sebbene la differenza fosse minima, a parità di numero (40 cartucce, la dotazione standard) le cartucce .45-70 pesavano meno delle .50-70.

Springfield 1873 “Trapdoor”
On the Skirmish Line (Charles Schreyvogel - 1900)

On the Skirmish Line (Charles Schreyvogel - 1900)

Per circa vent'anni, la carabina Springfield Trapdoor fu l'arma lunga di ordinanza delle truppe di cavalleria durante le fasi culminanti delle Guerre Indiane

Dal 1865 al 1898 l'esercito americano affrontò 943 scontri con gli indiani, la gran parte dei quali sostenuti da reparti di cavalleria. Protagonista di uno dei momenti più drammatici della storia americana, per tutta la durata delle guerre indiane l'efficacia militare dello Springfield Trapdoor fu tutt'altro che indiscussa, soprattutto per quel che riguardava l'affidabilità del sistema di estrazione, soprattutto dopo il fallimento della missione di Custer sul Little Big Horn nel 1876.

 

Il ruolo di quest'arma fu comunque importante e l'affezione storica che gli americani, ma non solo loro, nutrono ancora oggi nei suoi confronti spinse a suo tempo la Davide Pedersoli nel voler colmare una simile lacuna del mercato offrendone una fedele riproduzione del Trapdoor. Due per la precisione, entrambe camerate per lo storico .45-70 Government: la versione carabina da cavalleria, probabilmente la più popolare ed oggetto delle nostre illustrazioni, e la versione lunga da fanteria, ciascuna delle quali disponibile anche in alcune varianti.

 

Tonda e con una sezione lievemente tronco-conica la canna è avvitata alla porzione anteriore del gruppo di culatta, nel tratto che al suo interno ospita l'estrattore. Alla porzione posteriore della culatta è invece avvitato il tenone che assicura l'intero blocco di otturazione al collo della calciatura.

Springfield 1873 “Trapdoor”
Springfield 1873 “Trapdoor”

In posizione orizzontale l'alzo militare consente regolazioni di tiro fino a 400 yards, 1200 yards quando viene sollevato verticalmente; privo di protezioni laterali, il piccolo mirino a lamina è sollevato rispetto al piano della canna, collocato su una basetta quadrangolare che lo mantiene a livello con la tacca dell'alzo. Anche nel caso del bel Trapdoor Pedersoli vale la solita considerazione comune alla stragrande maggioranza delle repliche di armi storiche: tacca e mirino seguono gli originali per cui, piccoli come sono, un chiaro allineamento si ottiene unicamente in condizioni di controluce.

Springfield 1873 “Trapdoor”

Springfield 1873 “Trapdoor”

L'impostazione della meccanica di scatto è quella tradizionale Springfield a molla avanti, con una prima monta del cane che funge da monta di sicurezza ed una seconda che è quella di sparo.

 

Le superfici dei singoli componenti del meccanismo non sono particolarmente pulite, ma lavorano bene, ad eccezione di un lieve gioco del grilletto rilevato sull'esemplare esaminato. Le superfici di tutte le componenti metalliche sono brunite, ad eccezione dello sportello dell'otturatore che è tartarugato.

 

Il cuore dello Springfield 1873 è la 'trap-door', ovvero l'otturatore ribaltabile. Lo sportello dell'otturatore è incernierato alla culatta in modo da poter essere, in fase di apertura, ribaltato in avanti; al suo interno l'otturatore ospita il percussore inerziale mentre posteriormente, dal suo fianco destro, sporge il chiavistello con cui se ne controlla l'apertura e la chiusura.

 

Messa in tensione da una piccola, ma potente molla l'unghia dell'estrattore colpisce con forza il fondello del bossolo sparato spingendolo indietro contro l'espulsore, che lo fa saltare fuori dalla culatta.

 

Le malfunzioni del sistema di estrazione furono un problema oggettivo dell'arma, sebbene legate a particolari condizioni di tiro intenso: va considerato che fino al 1885 le cartucce .45-70-405 preparate dall'arsenale di Frankford (fornitore dell'esercito) utilizzavano bossoli in rame, il cui morbido metallo rischiava di aderire alle pareti della camera di cartuccia quando l'arma si surriscaldava oltre un certo limite.

 

Nel peggiore dei casi ciò causava, sotto l'azione dell'estrattore, il danneggiamento od il completo distacco del fragile fondello del bossolo appena sparato. Un problema di cui il Trapdoor Pedersoli non soffre sia in virtù dei differenti materiali e tecnologie applicate alla realizzazione dei bossoli oggi disponibili sia, non ultimo e fortunatamente, per l'assenza di necessità contingenti che ci possano forzare a rivivere esperienze come quella di Custer al Little Big Horn.

Springfield 1873 “Trapdoor”
Springfield 1873 “Trapdoor”

Nel 1892 il Krag-Jorgensen, finalmente a ripetizione, sostituì ufficialmente lo Springfield 1873 quale arma d'ordinanza USA, ma in realtà per il vecchio 'Allin Gun' il servizio attivo sarebbe durato ancora qualche anno. Con il Krag-Jorgensen cambiavano i tempi, e con lui le esigenze di un paese che dopo trent'anni di guerre indiane cominciava a dover misurare la propria forza militare con quella di altri paesi. e dal quel momento, lo Springfield 1873 "Trapdoor" entrava nella storia delle armi leggere: prima come ambito trofeo di pochi collezionisti di armi originali, oggi oggetto sportivo o di studio disponibile a tutti, grazie alle moderne repliche Pedersoli

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Uberti 1866 Yellowboy Rifle and Carbine