Beretta DT11 Trap
Caratterizzato da soluzioni mirate a garantire solidità, precisione e bilanciamento eccellenti, il Beretta DT11 Trap si pone come fucile da tiro ai massimi livelli, non solo per accorgimenti tecnici, ma anche per la qualità costruttiva.
Erede ed evoluzione del DT10 (DT sta per Detachable Trigger, in riferimento al pacchetto di scatto estraibile) che a sua volta raccoglieva il testimone dell’eccellente 682 vincitore di numerosi titoli, il Beretta DT11 è un sovrapposto da tiro di fascia alta in cui tutto è stato orientato al fine di agevolare il tiratore a raggiungere i massimi risultati in gara.
A partire dal tavolo da disegno (o, più precisamente, il CAD) ogni parte del fucile è stata progettata in funzione dell’ottenimento dell’equilibrio ottimale dell’arma che di base si posiziona appena di fronte al perno di bascula. Per preferisse un bilanciamento diverso, l’equilibratura del fucile può essere cambiata mediante appositi contrappesi nel calcio e sulla canna.
Nessun dettaglio è stato trascurato: il grilletto è regolabile, gli estrattori sono maggiorati per garantire sempre la massima affidabilità con ogni genere di cartuccia, mentre i seni di bascula sono dotati di una finitura, realizzata a mano come molti dei dettagli di questo sovrapposto, volta a minimizzare i riflessi che possono disturbare il puntamento.
Le canne sono realizzate con il sistema Steelium Pro. La costruzione è in acciaio trilegato NiCrMo, forato e martellato a freddo e poi sottoposto a un trattamento di distensione degli stress meccanici sottovuoto.
La caratteristica più interessante è indubbiamente la foratura, caratterizzata, anziché dal più comune andamento a triplice profilo cono di forzamento-cilindro-strozzatore, da un profilo conico a tutta lunghezza che consente un transito ottimale della colonna di pallini, riducendo il rinculo percepito così da permettere un doppiaggio più rapido del colpo, e minimizzando la deformazione dei pallini per una rosata più uniforme e una miglior capacità di rottura del piattello.
La bindella, ventilata, è dotata di ponticelli cavi che svolgono la duplice funzione di migliorare il bilanciamento del sovrapposto e di garantire una miglior dissipazione del calore nelle sessioni di tiro intensive.
La bascula è dotata di una finitura a nickel estremamente resistente agli agenti atmosferici.
La sobria pulizia delle superfici satinate è accentuata dai dettagli, come il perno e le curve della bascula, lucidati a specchio. Il logo è accentuato a smalto blu.
Trattandosi di un’arma da competizione di alto livello che dunque vedrà, oltre a un’impiego di vertice in gara, anche un utilizzo intensivo e costante in allenamento, la struttura non deve essere solo pensata per un bilanciamento e puntamento ottimali, ma anche molto robusta.
Da qui l’ispessimento della bascula di 3 mm, strutturato in modo da garantire massima solidità senza andare a compromettere l’equilibrio dell’arma, l’adozione di un chiavistello passante e di inserti sostituibili in quei punti dove l’usura meccanica è critica per la precisione, come la croce dell’astina e le spalline di chiusura delle canne.
La calciatura è in noce selezionato di notevole venatura, con poggiaguancia decisamente alto, che potrebbe risultare eccessivo per alcuni: all’imbracciata nel mio caso la testa restava davvero eccessivamente sollevata, mentre il calcio era un po’ corto per il mio metro e novantasette: questo non è di per sè un problema, perchè il fucile può essere ordinato con calciatura realizzata completamente su misura del cliente, o con il calcio regolabile TSK nella versione Black Pro.
Nella calciatura standard il calciolo e’ in polimero “Multicore”: si tratta di un polimero ultraleggero con una struttura interna a nido d’ape che offre un assorbimento del rinculo eccellente.
Infine, caratteristica definente dell’arma, il gruppo di scatto, estraibile, di tipo boxlock, monogrillo inerziale.
Il grilletto è regolabile, come detto, e i cani sono mossi da molle a V, come si confà a un fucile di livello.
Qualcuno potrebbe obiettare riguardo al definire “di livello” un fucile con scatto boxlock, anziché ad acciarini laterali, ma direi che, vista la qualità di fucili boxlock sin dai tempi dei primi Westley Richards, ci possiamo anche lasciare questo pregiudizio ottocentesco alle spalle.
Lo scatto boxlock è stato a lungo malvisto dai puristi per la sua maggior semplicità di realizzazione, rispetto a un classico Sidelock, e dunque è stato considerato più “plebeo”, ma non bisogna trascurare l’altra faccia della medaglia: permette di avere meno parti e sezioni delle componenti assai più massicce rispetto a un acciarino Sidelock, cosa che si traduce direttamente in una maggiore affidabilità e robustezza, doti essenziali in un fucile da competizione di alto livello destinato non a sparare qualche colpo a caccia e fare bella mostra di sé, ma essere usato, e usato, e usato.
Il DT11 è disponibile in configurazioni adatte a tutte le discipline di tiro.