La Banda Grossi: le armi storiche Pedersoli ancora sul grande schermo!
Nel 1860, una banda di briganti era determinata ad impedire l’unificazione d’Italia. Il film "La Banda Grossi" ne ripercorre le gesta, e le repliche di armi Pedersoli ne assicurano l'accuratezza storica
Quella della Banda Grossi è una storia di violenza e di coraggio che ha come protagonista un nullatenente di Urbania di nome Terenzio Grossi. Un misero bracciante per lo Stato, un servitore tradito per la Chiesa, un eroe del popolo per il proletariato marchigiano.
È il 1861 e le Marche vivono un repentino cambiamento politico: norme e consuetudini dello Stato della Chiesa lasciano il posto al nuovo potere piemontese. Nuove regole, nuove tasse e leva obbligatoria, che toglie braccia al lavoro nei campi per combattere guerre di cui non si conosce nemmeno la collocazione geografica.
Su questo sfondo si muove Terenzio Grossi, che con la sua banda di briganti mise a ferro e fuoco la provincia di Pesaro e Urbino con violenze e furti d’ogni tipo. Un brigante che ha alzato la testa in un momento in cui tutti tacevano.
Su questo sfondo si muove anche un Brigadiere dei Carabinieri Reali, determinato a catturare Terenzio Grossi e la sua banda, ma che dovrà fare i conti con la sua coscienza di fronte alla povera realtà del proletariato marchigiano.
Briganti per qualcuno, eroi per altri, anche questi uomini sono stati parte della storia d'Italia, poi dimenticati. Il film La Banda Grossi - una storia vera quasi dimenticata - uscito nelle sale cinematografiche italiane pochi giorni fa - ne recupera la storia attraverso una sceneggiatura per il cinema drammatica e affascinante, con caratteristiche romantiche tipiche del poema epico, del romanzo d’avventura e del western.
La realtà storica
La banda Grossi – organizzazione brigantesca battezzata col nome del suo capo, Terenzio Grossi – operò tra il 1861 e il 1862 nelle Marche settentrionali, in tutta l'area del Montelfeltro, della Val Metauro e della Valle del Cesano.
La storia e le attività della Banda Grossi ebbero luogo nel quadro di rifiuto e all'opposizione che gruppi di indigenti e renitenti alla leva hanno adoperato in contrasto all'Unità d'Italia. La Banda ricevette l'appoggio della popolazione rurale marchigiana, in preda al malcontento per l'imposizione della leva obbligatoria.
L'opposizione all'unità d'Italia le guadagnò anche la collaborazione dello Stato Pontificio, come testimoniato peraltro dall'arresto per favoreggiamento di un parroco e dal passaporto pontificio rinvenuto sul cadavere dello stesso Terenzio Grossi, che oggi è custodito all'archivio di Stato di Pesaro.
Il processo alla banda Grossi si svolse nel giugno del 1864 a Pesaro; tra i capi d'imputazione, oltre ai delitti in contumacia contro le proprietà, vi furono gli omicidi dei carabinieri Filippo Chiuminato, Giuseppe Dini, Carlo Viggè e Giuseppe Racchini.
Terenzio Grossi era già morto da due anni, ucciso da un membro della banda, Sante Frontini, che lo aveva tradito dietro la promessa di un'amnistia e di denaro da parte della Prefettura di Pesaro, ma che invece fu catturato e giustiziato il 25 ottobre 1864. Una terra meravigliosa quella delle Marche, con la provincia di Pesaro e Urbino che nella sua gloriosa storia ha più volte generato traditori della più bassa specie, anche ai giorni nostri.
Le armi storiche Pedersoli
Il film è stato realizzato con particolare cura storica in ogni dettaglio, e la cosa non poteva non riflettersi anche sulle armi, fatto che ha ovviamente coinvolto l’azienda Davide Pedersoli & C. di Gardone Val Trompia, l’unico fabbricante di repliche storiche che potesse mettere a disposizione il mix di armi più vicino a quelle realmente disponibili all’epoca dei fatti narrati nel film.
In particolare, i modelli che Pedersoli ha messo a disposizione e che nel fil vediamo nelle mani dei protagonisti, sono i seguenti:
- Pistola avancarica Mang In Graz
- Pistola avancarica 1814/1844
- Pistola avancarica Queen Anne
- Carabina avancarica da Ussaro modello 1786
- Fucile avancarica Harper's Ferry 1816 (conversione Colt)
- Moschetto avancarica 1814/1844
- Doppietta avancarica Coach Gun
- Pistola avancarica Howdah Hunter
- Fucile a retrocarica Sharps modello 1859
Senza perderci in inutili disquisizioni storico/tecniche da salotto, si tratta di armi perfettamente coerenti con il periodo storico in cui è ambientato il film, e apprezziamo lo sforzo scenico realizzato dalla produzione e dalla regia del film, il cui scopo è stato quello di raccontare una storia – sociale e politica – di un’Italia che l’Italia attuale vorrebbe negare, ma che pure è esistita e ha generato il paese in cui viviamo. Dove peraltro i briganti non sono mai mancati, nemmeno al governo.