Controllo delle armi: placebo politico inutile
Firearms United Italia riporta un editoriale dal famoso sito Ammoland, che analizza alcune storture del sistema americano che hanno importanti riflessi nella situazione europea: gli antiarmi sono uguali in tutto il mondo!
Ammoland.com è uno dei siti Internet più noti agli appassionati d'armi negli Stati Uniti; oltre alle notizie più aggiornate provenienti dal mercato, Ammoland.com tiene i tiratori statunitensi costantemente aggiornati sulle novità in fatto di politica e legislazione che possano influire sul loro diritto costituzionale a tenere e portare armi.
Ed è proprio da Ammoland.com che viene l'ultimo, interessante editoriale d'opinione pubblicato sulla pagina Facebook di Firearms United - Italia, la branca italiana della rete europea Firearms United, che nell'ultimo anno e mezzo si è affermata e consolidata come Lobby pan-europea per la difesa dei diritti dei legittimi possessori d'armi, e si è distinta nella lotta contro le restrizioni arbitrarie volute dalla Commissione Europea.
Si tratta, infatti, della traduzione di un editoriale a firma di Rob Morse, apparso su Ammoland, e incentrato sulla contrapposizione tra la necessità dei cittadini onesti di difendersi dagli attacchi ingiusti di violenti e criminali e la follia del fronte disarmista politico-burocratico-poliziesco-mediatico che non fa distinzione tra criminali e vittime e arriva a disarmare queste ultime a fronte di aggressioni sempre più brutali da parte di delinquenti senza freni che la legge non può, non riesce a fermare.
Tutto il mondo è paese: come scrive Firearms United - Italia, nel leggere l'editoriale di Rob Morse si ritrovano tutti i Leitmotiv degli antiarmi italiani ed europei, che evidentemente animano anche quelli d'oltreoceano.
E se i disarmisti fanno fronte a livello internazionale, è sempre più importante che lo faccia anche chi ha a cuore i propri diritti civili.
Il "Gun Control": un placebo politico che disarma gli indifesi
Vi proponiamo oggi la traduzione di un editoriale d'opinione apparso oggi sul sito Ammoland.com a firma di Rob Morse.
In genere evitiamo di rilanciare contenuti che si focalizzano solo sulla situazione USA – Paese che è tutt'un altro mondo rispetto all'Italia – ma in questo singolo caso facciamo un'eccezione perché l'editoriale parla delle ossessioni dei fautori del disarmismo d'oltreoceano, e anche una lettura superficiale sarà sufficiente a farvi riconoscere le stesse ossessioni che animano i disarmisti da questa parte dell'Atlantico.
Ci ritroverete le vittime indifese della violenza domestica, degli stalker, dei criminali comuni e dei terroristi, che muoiono dopo che gli è stato negato il diritto (ormai ritenuto privilegio!) ad acquistare, detenere, portare e usare gli strumenti più adeguati a salvaguardare la loro vita, la loro incolumità, e quelle dei propri cari e del prossimo – il tutto in nome del principio generale secondo cui, in fondo, le armi sono brutte e cattive e chi le possiede o le vuole è pericoloso o quantomeno "strano".
Ci ritroverete le reazioni dei nostrani portatori di gessetti e candele a ogni femminicidio, a ogni sparatoria, a ogni strage; ci ritroverete il falso dolore cavalcato da chi desidera solo disarmare chiunque non indossi una divisa, in base ad un principio di superiorità dello Stato che è quantomeno atroce nella sua spietatezza.
Ci ritroverete il comportamento, a metà tra la schizofrenia e lo scherno, di persone come un tale G.B. (sapete di chi parliamo!) che da una parte apertamente mettono sullo stesso piano le vittime e i carnefici, e dall'altra parte ci rinfacciano che “nessuno impedisce alle vittime di chiedere un regolare porto d'armi” (a parte, si dimentica di aggiungere, quelli come lui e i politici e burocrati che sul cittadino armato la pensano come lui, ovviamente).
Ci ritroverete l'allergia all'idea del cittadino armato e l'attaccamento ad una supposta superiorità morale e di diritto di chi si oppone a qualsiasi legge, anche molto blanda, sul miglioramento dei presupposti per il possesso e il porto di armi da fuoco e per l'esercizio della legittima difesa – di cui è un esempio il deputato PD Marco Di Lello che al riguardo ha recentemente dichiarato che:
« Inseguire la destra arretrando sul terreno della civiltà giuridica è due volte sbagliato, perché da oltre duemila anni l’Italia è la culla del diritto e perché non ci porterà neanche un voto in più.»
Su una cosa il cosiddetto "onorevole" Di Lello ha ragione: non un solo voto in più – anzi, molti voti di meno! – avrà chi continuerà a porre sullo stesso piano vittime e carnefici sulla base di un “diritto” che i carnefici hanno dato più e più volte prova di reputare al massimo uno zerbino, e chi in ossequio a tale “diritto” mira a ridurre la violenza (almeno a parole) disarmando le vittime.
ACT TOGETHER, FEEL FREE AND MAKE CHANGES
Dunque, vediamo.
Un uomo uccide la moglie separata e due bambini innocenti in una scuola in California.
E noi siamo così disperati da ignorare che siamo responsabili della nostra stessa sicurezza e da dare la colpa a tutto e a chiunque tranne all'omicida.
Diamo la colpa alle vittime, disarmiamo le persone che sono state aggredite e hanno richiesto ordinanze restrittive contro i loro molestatori.
Ovunque, i politici danno la colpa alle vittime e alle armi.
Smettiamola di fingere che le leggi fermino gli assassini. È l'autodifesa a fermare gli assassini. E il cosiddetto “controllo delle armi” ha fallito ancora una volta.
Nel recente caso della California, l'omicida era stato condannato per violenza domestica, aveva una lunga storia di abuso di stupefacenti, e ha acquistato l'arma illegalmente.
Si, avete letto bene: un criminale si è procurato un'arma che non avrebbe potuto legalmente possedere nello Stato della California (le cui leggi sulle armi sono più restrittive di quelle italiane, N.d.T.).
E se vi stupisce sapere che la guerra alla droga e alle armi ha fallito, tenetevi forte: era solo l'inizio.
L'assassino ha portato l'arma con se' in maniera illegale, sia sulla sua persona che sulla sua auto.
Il criminale armato è entrato illegalmente nella “Gun-Free Zone” di 1000 yarde (914 metri) attorno alla scuola. Ha illegalmente portato con se' anche le munizioni.
L'assassino ha illegalmente fatto fuoco nel terreno della scuola, diverse volte; ha illegalmente ucciso la moglie separata e due bambini innocenti che le si nascondevano dietro.
Infine si è ucciso.
Eppure, stando a sentire i Mass-Media, quel che ci vuole è un altro po' di leggi che rendano illegale ciò che l'assassino ha fatto.
Secondo i Mass-Media ci vuole più “controllo delle armi” perché le oltre 30.000 leggi sulle armi già in vigore in tutt'America non sono riuscite a fermare un assassino suicida.
Ne vogliamo parlare?
Si, i politici e i Media sono così. E le loro storie... vendono.
L'opinione pubblica preferisce struggersi nel dolore in attesa del prossimo assassinio, preferisce dare la colpa alle armi (e ai loro legittimi detentori, N.d.T.) piuttosto che prendere l'iniziativa per provvedere alla propria difesa.
Pensate che le Forze dell'Ordine possano essere sempre lì a proteggervi? Ripensateci: gli piacerebbe, ma non gli è possibile.
Far finta che il male non esista ha un costo in termini di vite umane. Lasciatemi rivolgere un pensiero alle vittime disarmate che sono morte in attesa che lo Stato gli desse il permesso di difendersi.
In base alla legge del New Jersey, Carol Bowne avrebbe dovuto attendere trenta giorni o meno per ottenere un porto d'armi. Aveva già richiesto un'ordinanza restrittiva nei confronti del suo ex-fidanzato.
Questa minuta parrucchiera ha immediatamente chiamato la Polizia di Berlin, nel New Jersey, quando ha visto il suo ex-fidanzato gironzolare attorno a casa sua e al suo luogo di lavoro. La Polizia l'ha ignorata.
Carol Bowne è morta dopo aver atteso il suo porto d'armi per 45 giorni: i politici e i poliziotti antiarmi del suo Stato hanno preferito vederla morire dissanguata dopo essere stata pugnalata dal suo persecutore sul vialetto di casa che vederla armata.
I politici e i poliziotti antiarmi del New Jersey sono in buona compagnia: qualche settimana fa, il Governatore democratico della Virginia, Terry McAuliffe, ha dichiarato che le vittime di violenza domestica non hanno bisogno di armi per difendersi.
McAuliffe ha esercitato il suo potere di veto su una legge che avrebbe consentito alle vittime di violenza domestica di ottenere un porto d'armi per difesa personale su base speciale dopo aver richiesto un ordine restrittivo verso i propri persecutori – permesso che sarebbe stato in vigore per il tempo sufficiente alle vittime di violenza domestica di richiedere e ottenere un porto d'armi regolare.
Secondo il governatore McAuliffe:
« Tale provvedimento perpetua la pericolosa convinzione secondo cui le vittime di violenza domestica sarebbero più al sicuro se si armassero; il provvedimento 'inietterebbe' armi in una situazione di violenza domestica già di per se' volatile, rendendola più pericolosa, non più sicura.»
Certo, il Governatore McAuliffe ha ragione: la Virginia da oggi è un po' più sicura... per i violenti.
McAuliffe ha reso il mondo tragicamente peggiore per le vittime di abusi; lui e i suoi sostenitori non riescono, o non vogliono, distinguere nettamente le vittime dai carnefici... e sono in buona compagnia.
Neppure i cosiddetti “democratici” eletti in California e New Jersey riescono a riconoscere la differenza, e continueranno a dare la colpa alle vittime e a restare attaccati alla loro fallita fantasia disarmista, continuando a fare tutto quello che possono per impedire alle vittime di difendersi.
Si vergognino, questi politici, assieme a chi li ha votati.
Se la persona con cui vivete vi picchia e voi abitate in uno di questi posti, considerate la possibilità di trasferirvi altrove e acquistare un'arma da fuoco il prima possibile.
Infine, una modesta proposta: e se ci preparassimo a difenderci quando fatti oggetto di violenza, acquistando e detenendo gli strumenti più adeguati? Qualsiasi cosa pur di non continuare a far finta che il male non esista.
Fate qualcosa, qualsiasi cosa, ma non fate finta che approvare un'altra legge disarmista, l'ultima di una lunga serie, rappresenti una soluzione.
Il "controllo delle armi" è un placebo politico travestito da compassione.
I politici fissati con il disarmismo dicono che l'autodifesa sia in realtà una resa alla violenza. Sbagliano.
Difendetevi, e difendete coloro che amate, perché nel mondo esiste il male – un male che le leggi non possono controllare.
Trasferitevi in uno Stato o in un Paese libero, se dovete, ma preparatevi a difendervi con efficacia se siete a rischio. Fatelo per voi stessi, e per coloro che amate e che vi amano.