Sparatoria di Las Vegas: il problema NON SONO le armi!
59 morti e oltre 500 feriti a Las Vegas, dove un pazzo ha aperto il fuoco sulla folla radunata al "Route 91 Harvest Country Music Festival". Il criminale, Stephen Paddock, ha usato armi automatiche per sparare dalla finestra di una camera al trentaduesimo piano del Mandalay Bay Hotel & Casino
di Pierangelo Tendas, Marco Dell'Acqua, Bruno Circi
Le notizie continuano ad arrivare e ancora non si conoscono tutti i particolari e i motivi di ciò che è accaduto – come sempre le rivendicazioni dell'ISIS sono poco credibili, e le voci secondo cui il colpevole potrebbe essersi recentemente convertito all'Islam devono essere trattate come tali: solo voci.
Eppure, dai professori della LUISS invitati al TG3 al Dinamico Duo Gramellini-Botteri (sempre sulla TV pubblica, sempre coi nostri soldi), fino ai fuffari internettiani di Wired, il coro è unanime e la stampa generalista già salta alle conclusioni.
Che cosa sappiamo di preciso?
Le sparatorie di massa come quella di ieri a Las Vegas fanno sempre scalpore, ma se c'è qualcosa che i recenti fatti di sangue d'alto profilo dovrebbero averci insegnato è di non saltare mai alle conclusioni nella foga del momento.
Purtroppo il fronte disarmista internazionale deve aver marinato la scuola il giorno in cui c'impartivano quella preziosa lezione.
Tutto ciò che dalle prime può sembrare certo, poche ore dopo può rivelarsi essere tutt'altro: vi ricordate la falsa pista dell'uomo con un guanto solo nel caso dell'attentato dinamitardo all'aeroporto di Bruxelles?
Ancora una volta i Mass Media hanno fiutato l'odore del sangue, e ancora una volta stanno reagendo in maniera più adeguata a sostenere un'agenda politica che a informare. Ecco perché abbiamo aspettato diverse ore prima di pubblicare alcunché.
Cosa sappiamo:
- Ci sono stati 59 morti e oltre 500 feriti, alcuni a causa dei colpi sparati, ma la maggior parte per il caos scatenato; un tiratore ha fatto fuoco sulla folla assiepata per il Route 91 Harvest Festival da una stanza del trentaduesimo piano dell'hotel Mandalay Bay.
- Il responsabile, Stephen Paddock, è stato trovato morto (apparentemente suicida) dalla Polizia di Las Vegas quando ha fatto irruzione nella stanza da cui sparava. Una donna, Marilou Danley, è stata ricercata per ore e, dopo essere stata rintracciata, è stata sottoposta a interrogatorio e in seguito rilasciata.
- Nella stanza da cui il killer ha sparato sono state trovate diverse armi automatiche e alcune illegalmente modificate. In due diversi filmati, ripresi da diverse angolazioni – uno dall'hotel, un altro dal luogo del concerto – si sentono distintamente sparare due armi a raffica, con diverse cadenze di tiro.
Le armi a raffica in America
"Ma... in America i mitra si comprano al supermercato! L'hanno detto in televisione!"
Non proprio.
Le armi a raffica, o a fuoco selettivo, non sono acquistabili prontamente in armeria negli Stati Uniti. In base al National Firearms Act del 1934, il loro acquisto e la loro detenzione da parte di privati dev'essere autorizzata dal Governo Federale.
Più specificamente, chi intenda acquistare un'arma a raffica (o "mitragliatrice", che dir si voglia) deve richiedere un'autorizzazione compilando e inviando il modulo ATF Form 4 corredato di un "Tax Stamp": una marca da bollo da 200 dollari.
I tempi di rilascio dell'autorizzazione possono variare da un minimo di sei mesi a oltre due anni, e nel frattempo si viene posti sotto stretta indagine da parte dell'FBI. È necessaria un'autorizzazione separata per ciascuna singola arma a raffica che s'intende acquistare, e se vengono cedute, l'acquirente deve ripetere la procedura.
Se ve lo state chiedendo, la procedura vale anche per tutte le armi da fuoco Title II individuate dalla legge: categoria che include i silenziatori, i Destructive Devices (le armi da fuoco di calibro superiore al .50 o che possano lanciare proiettili incendiari o esplosivi... e le relative munizioni!), gli Short-Barreled Rifles (le arma lunghe con una canna rigata più corta di 16 pollici), gli Short-Barreled Shotguns (le armi lunghe con una canna liscia più corta di 18 pollici) e le Any Other Weapons (le armi corte con impugnatura frontale e le armi mascherate da altri oggetti, come le penne-pistola). Solo il costo della marca da bollo da pagare varia a seconda del tipo di arma.
In più, l'emendamento Hughes alla legge H.R.4332 ha messo al bando il possesso privato di tutte le armi a raffica prodotte e immesse sul mercato civile dopo il maggio del 1986.
Tutte le armi a raffica più recenti sono dunque disponibili solo a chi possa ottenere licenze di tipo Business, rilasciate su base aziendale: poligoni di tiro, compagnie militari o di sicurezza privata, aziende che convertono le armi all'uso di munizioni a salve per l'impiego scenico, e i cosiddetti Special Occupation Taxpayers – produttori, importatori e distributori che in genere rivendono alle Forze dell'Ordine locali.
Come ben sa qualsiasi appassionato d'armi americano, la scarsità di armi a raffica "trasferibili" (Transferable, immesse sul mercato civile USA prima della data-limite del maggio 1986) ha fatto salire il loro prezzo alle stelle.
Le più "a buon mercato", come i mitra Bergmann o Madsen 1950 o MAC-10, costano qualche migliaio di dollari – più o meno quanto una piccola utilitaria, a seconda dello stato – mentre per gli Sturmgewehr della Seconda Guerra Mondiale o per i fucili d'assalto più moderni si può arrivare a diverse decine o anche centinaia di migliaia di dollari.
Su questo link potete vedere i risultati di una tipica asta di armi a raffica "trasferibili" negli Stati Uniti: guardate che prezzi!
Ovviamente ciò rende praticamente nulla la possibilità che le armi a raffica di Paddock fossero legali.
"Ma quando imparerete?!"
Di quanti morti c'è ancora bisogno prima che capiate che dovete rinunciare alle armi, per il bene di tutti?
Questa è la tipica domanda stupida e faziosa posta abitualmente da commentatori disarmisti senza decenza – potremmo rispondere che, lo scorso anno, un tizio in una città francese ha ucciso 86 persone e ne ha ferite 302 in cinque minuti con un camion da 20 tonnellate, senza contare le migliaia di vite perse ogni anno sulle strade. Quindi, se questo è il metodo corretto per rimbecillire i cittadini con giornalismo inutile e dannoso, allora noi chiediamo:
Di quanti morti c'è ancora bisogno prima che capiate che dovete rinunciare ai camion da 20 tonnellate, per il bene di tutti?
Di quanti morti c'è ancora bisogno prima che capiate che dovete rinunciare alle vostre automobili, per il bene di tutti?
La verità, semplicemente, è che non impareremo mai.
Perché le morti e gli omicidi NON DIPENDONO dagli strumenti, ma dalla responsabilità o irresponsabilità dei singoli individui.
La responsabilità collettiva è un concetto che va bene nei totalitarismi, nelle dittature. Nelle democrazie, non solo la responsabilità è individuale – e come tale è individuale la punizione, compresa la perdita dei diritti – ma "l'abuso non esclude l'uso".
Ciò significa che, molto semplicemente, la nostra comunità non sarà mai disposta (né in Europa, né tantomeno negli USA!) a "discutere", "concertare", accettare limitazioni o addirittura auto-limitarsi per crimini commessi da quelli che restano, sempre e comunque, un manipolo di pazzi e di criminali rispetto ai numeri del quadro generale.
Le tragedie come la sparatoria del Mandalay Bay Hotel a Las Vegas sono difficili da evitare ma, nella storia, tutte le lezioni importanti sono state sottolineate col sangue. Di nuovo: non ci si può non domandare quando impareremo.
Prima di tutto, una parola a quanti pensano che un bando delle armi possa proteggerci: ci sono già leggi contro l'omicidio, e non sembra siano servite a fermare molti assassini…
Quale pia illusione spinga qualcuno a credere che proibire di portare armi fermerà qualcuno deciso a fare un massacro, va al di là della nostra comprensione.
Cerchiamo almeno di trarre qualche insegnamento da questo terribile gesto sanguinario.
1. PREAVVISO E SITUAZIONI “INDIFENDIBILI”
Le forze del LVPD erano già in stato di allerta elevata a causa di un video propagandistico in cui esponenti dell'ISIS invocavano attacchi contro gli infedeli. La “strip” figurava tra le immagini del video. La polizia ha risposto con prontezza, nel giro di pochi minuti.
Sfortunatamente, uno sparatore che annaffi di proiettili una folla ammassata di più di ventimila persone può fare un danno spaventoso in un tempo così breve.
Ciascun assassinio di massa prima di questo ci ha insegnato la medesima lezione: a meno che non siano già sul posto (dove si trova l'attentatore), le Forze dell'Ordine possono fare poco più che contare I corpi, persino quando l'attentatore è armato di null'altro che un coltello.
Eppure, ci sono politici che continuano a sostenere che non c'è bisogno che I cittadini portino armi, perché lo Stato li proteggerà. Chiunque oggi faccia affermazioni simili è o scollato dalla realtà al punto che sarebbe bene chiederne l'interdizione, o in eclatante malafede.
2. ESPERIENZA
Eventi precedenti hanno sempre dimostrato che gettarsi a terra non è una buona idea. Le persone a terra vengono eliminate comodamente una ad una dall'attentatore nella maggior parte dei casi, come massacri da quello della Columbine High School in poi dimostrano.
Quelli che hanno avuto maggiori probabilità di salvarsi sono quelli che sono fuggiti di corsa e non si sono fermati finché non sono stati ben lontani dal pericolo. Eppure, ancora oggi tocca sentire i media consigliare di “gettarsi a terra in caso ci siano attentatori che sparano”!
Una scelta particolarmente poco salutare quando qualcuno sta facendo fuoco da una postazione elevata. Ma, naturalmente, nessuno al concerto è stato sul momento in grado di rendersi conto della fonte esatta dei colpi, finché tutto non è finito. Nel caso di un attentato con armi da fuoco, correte come se aveste il diavolo alle calcagna, cercate copertura, se disponibile. Correte finché riuscite a continuare a correre, allontanandovi dal luogo dell'attacco quanto più possibile. Un bersaglio in movimento è piuttosto difficile da colpire persino per un tiratore abile. Le vostre probabilità di sopravvivenza sono molto molto superiori se continuate a muovervi.
3. CONOSCENZA E PREPARAZIONE
L'ultima lezione è per noi, che amiamo credere che un'arma ci garantirà la salvezza come una sorta di bacchetta magica letale. Ricredetevi. L'attentatore di Las Vegas sapeva che stava per agire in uno stato con un elevato numero di cittadini armati, quindi si è procurato un vantaggio tattico tramite una posizione elevata, fortificata per impedire di essere preso di sorpresa, e garantendosi un significativo vantaggio balistico sui suoi bersagli.
Persino se decine di persone al concerto avessero avuto una pistola con loro, nessuno avrebbe avuto la benché minima probabilità contro un tiratore armato di fucile distante più di 350 metri e in posizione elevata, persino se fosse stato ben visibile (cosa che non era, salvo qualche vampa di bocca del fucile).
La difesa personale va ben oltre portare un'arma ed essere capaci di usarla responsabilmente ed efficacemente “in situazioni standard”.
Riguarda il sapere come riconoscere il pericolo, ossia comprendere “immediatamente” cosa sta succedendo e l'origine del pericolo, evitando quello stato mentale di diniego in cui la nostra mente è incline a indulgere quando si trova messa di fronte a qualcosa di inconcepibile (“Non può star succedendo davvero...”, invece sì!) e intraprendendo invece il corso d'azione più appropriato che permetta di mettere in salvo noi stessi e i nostri cari.
Questo tipo di preparazione non può essere improvvisata: un addestramento approfondito da parte di un istruttore qualificato e serio è indispensabile.
La preparazione ci può consentire di percepire il pericolo persino prima che si scateni un pandemonio (ricordate i due veterani che hanno fermato un attentatore su un treno quando hanno riconosciuto il suono di un AK che veniva armato?), e di migliorare drasticamente la probabilità di uscirne ugualmente vivi se comunque succede.
Un mucchio di persone tristemente non possono portare armi in Europa, per esempio, dunque essere in grado di rilevare in anticipo una potenziale minaccia può essere la vostra miglior difesa. La migliore persino se siete armati, dato che tipicamente l'azione batte la reazione e, come questo attacco, o quelli attuati con camion in alcuni paesi hanno dimostrato, non sempre una pistola basta a risolvere il problema.
Sia chiaro che tutto ciò non può essere una garanzia di salvezza: ci sono parecchie persone perfettamente addestrate che hanno fatto tutto giusto eppure non sono più tra noi per pura sfortuna, ma potete aiutare molto la fortuna imparando da queste tragedie.
Non possiamo più indulgere nella convinzione che viviamo in un ambiente sicuro. E se da un lato le statistiche ci mostrano che non c'è ragione di essere paranoici, dato che le probabilità di essere coinvolti in un attentato sono meno di una su un milione, dall'altro… ricordiamoci che se siamo noi quel “caso su un milione”, per noi la statistica diventa uno su uno, ed essere preparati ad affrontare simili circostanze può fare la differenza tra la vita e la morte.
Speriamo il meglio, ma sempre preparandoci per il peggio.
Stephen Paddock era perfettamente consapevole di trovarsi in uno Stato – il Nevada – dove le leggi sulle armi sono liberali e il porto difensivo è diffusissimo, e che ciò gli avrebbe reso impossibile effettuare un attacco in stile Bataclan: il rischio per lui sarebbe stato troppo alto. Per questo motivo, Stephen Paddock ha scelto la via del codardo, sparando da una finestra, da grande distanza.
Un'ulteriore riprova, se mai ce ne fosse bisogno, che le armi da fuoco non sono pericolose di per se stesse, anzi possono essere dei salvavita; diventano pericolose solo se cadono in mano alle persone sbagliate.
Alla fine tutto si riduce a una considerazione elementare: le leggi, soprattutto quelle restrittive, non possono proteggerci.
Negli USA, come in Italia, ci sono già leggi che vietano la conversione a raffica delle armi da fuoco e l'omicidio. Quante potenziali vittime sono state salvate da tali leggi?
Se una persona, da qualche parte nel mondo, in questo momento è pronta a massacrare decine di suoi simili, pensare che le leggi contro le armi possano fermarla è di un'imbecillità totale. Questo è l'unico punto su cui ragionare.