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YouTube vuole bandire i video sulle armi: i nostri sport, i nostri interessi

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YouTube vuole bandire i video sulle armi: i nostri sport, i nostri interessi

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La National Shooting Sport Foundation – associazione che rappresenta i produttori americani d'armi – esprime preoccupazione per le nuove politiche di YouTube relative ad "alcuni tipi" di video sulle armi da fuoco: è questo il modo in cui i grandi Social Media pensano di giocare un ruolo nella protezione della società dalla violenza e dal terrorismo? Fino a che punto si può spingere la censura?

Le nuove politiche di YouTube: un buon motivo di preoccuparsi

In queste ore, tutti i più importanti Media del mondo riportano la notizia di un cambiamento delle politiche di YouTube sui video riguardanti le armi da fuoco, con implicazioni potenzialmente gravissime sul nostro mondo.

L'annuncio di YouTube riguardo al cambiamento delle sue politiche sulle armi da fuoco è senz'altro preoccupante. Il sospetto è che le nuove regole possano essere interpretate per mettere al bando moltissimi contenuti, non solo quelli relativi alla vendita di armi e di certi tipi di accessori. Particolarmente preoccupante è la potenziale messa al bando di video di carattere istruttivo e educativo utilizzabili normalmente per istruire apprendisti armieri e tiratori in erba. L'annuncio della nuova Policy da parte di YouTube ha inoltre già dato il "la" agli attivisti antiarmi per iniziare una campagna di segnalazioni contro tutti i video riguardanti armi da fuoco.
 
YouTube – proprio come Facebook – è oggi di fatto l'equivalente virtuale di una pubblica piazza. Esercitare quella che di fatto è una censura può costituire una violazione di quelli che sono considerati in molti Paesi dei diritti costituzionalmente protetti: tra questi il diritto alla libera espressione, alla libera pratica del commercio e – nel caso specifico degli Stati Uniti d'America – il diritto a possedere e portare armi.

La policy ufficiale di YouTube sui video concernenti armi da fuoco è stata recentemente aggiornata con l'uso di quello che unanimemente i sostenitori del diritto alle armi considerano un linguaggio volontariamente ambiguo e universale che potrebbe essere utilizzato per portare in un brevissimo lasso di tempo alla messa al bando da YouTube di quasi tutti, se non proprio tutti, i video e i canali che trattano di armi.

Il documento, intitolato "Norme relative ai contenuti correlati alle armi da fuoco" recita come segue:

YouTube proibisce la pubblicazione di alcuni tipi di contenuti correlati alle armi da fuoco. In particolare, non è consentito pubblicare contenuti che: 

  • Promuovono la vendita di armi da fuoco o di alcuni accessori per armi da fuoco attraverso vendite dirette (ad esempio vendite private) o mediante link a siti che vendono questi articoli. Tali accessori includono tra l'altro dispositivi in grado di simulare il fuoco automatico o convertire l'arma da fuoco in arma da fuoco automatica – ad esempio dispositivi bump stock, grilletti a manovella (gatling trigger), dispositivi DIAS (Drop In Auto Sear), kit di conversione – e caricatori ad alta capacità (ad esempio caricatori o cinture di proiettili che consentono più di 30 colpi).
  • Forniscono istruzioni sulla produzione di armi da fuoco, munizioni, caricatori ad alta capacità, silenziatori/soppressori artigianali o alcuni accessori per armi da fuoco come quelli elencati qui sopra. Ciò include anche le istruzioni su come simulare il fuoco automatico o convertire l'arma da fuoco in arma da fuoco automatica.
  • Mostrano agli utenti come installare le modifiche o gli accessori indicati qui sopra.

Il precedente di Facebook

In quella che si può considerare un'azione parallela, Facebook ha più volte chiuso pagine di legittimi e ben noti distributori e venditori legali di armi che si facevano pubblicità rispettando le regole dello stesso Social Network. L'interpretazione delle regole dipende dai singoli, la maggior parte dei quali hanno pochissima o nessuna familiarità con le attività di vendita legale di armi da fuoco e con le leggi che le governano – tantomeno, spesso e volentieri, con le armi da fuoco stesse! – e che in molti casi non vivono neppure nei Paesi dove tali distributori esercitano le loro attività.

Sia il diritto alla libera espressione che il diritto di possedere e portare armi sono essenziali per godere di una piena libertà. Questo tipo di censura da parte di YouTube – di fatto un attacco al diritto di libera espressione dei suoi utenti – rischia anche di aggredire il diritto a possedere e portare armi di chi si serve da tali utenti Business della nota piattaforma di video-streaming.

Il legittimo commercio delle armi da fuoco è essenziale

Un editoriale di 36 pagine del giudice statunitense Diarmuid O'Scannlain sui diritti garantiti ai cittadini USA dal Secondo Emendamento della Costituzione degli Stati Uniti recita: "I nostri Padri Fondatori sapevano che proibire il commercio legittimo di armi da fuoco minerebbe il diritto dei cittadini a possedere e portare armi.”

Questo argomento può estendersi logicamente alle piattaforme di Social Media; è ora che queste, e i loro Manager in particolare, capiscano di avere una responsabilità collettiva in quanto rappresentanti della maggioranza delle "pubbliche piazze" nel mondo virtuale. Ridurre la libertà d'espressione di chi sostiene il diritto alle armi e di chi legittimamente commercia in armi civili è sbagliato anche quando si crede di agire nell'interesse della società, e il risultato più ampio è un grave danno al diritto dei liberi cittadini a possedere e portare armi – danno che può e deve essere arginato.

Dite a YouTube che siete preoccupati da questa nuova politica. Chiedete a YouTube che l'implementazione di queste nuove regole e il processo di revisione dei video siano equi, portati avanti da persone informate e rispettose dei nostri sport, delle nostre passioni, dei nostri diritti e dei nostri legittimi interessi. Siate sempre cortesi, visto che la maggior parte delle persone che leggeranno i vostri messaggi potrebbero non sapere nulla di armi. Cliccate qui per inviare i vostri commenti direttamente a YouTube.

COME DEFINIRLA SE NON UNA VERGOGNA?

COME DEFINIRLA SE NON UNA VERGOGNA?

Carabina ad aria compressa Pardini GPR1 EVO calibro 4.5
GUNSweek.com ha realizzato allo SHOT Show del 2016 questo video di presentazione della carabina ad aria compressa Pardini GPR1 EVO calibro 4,5 del tipo usato nel tiro olimpico.
Il 26 febbraio 2018, YouTube ha inviato a GUNSweek.com un'E-Mail con la quale ci si avvisava della RIMOZIONE del video in quanto "IN VIOLAZIONE DEGLI STANDARD DELLA COMUNITÀ DI YOUTUBE".
Nell'E-Mail era presente un pulsante che diceva "Se credi si tratti di un'errore, presenta appello". Lo abbiamo fatto immediatamente: ad oggi, 22 marzo 2018, non abbiamo ancora ricevuto risposta.
Un paio di ore più tardi, YouTube ha eliminato completamente il video in questione, che altro non conteneva se non una descrizione parlata di una carabina ad aria compressa calibro 4,5 da tiro olimpico, senza ulteriore avviso e senza possibilità di replica.
È questo il contributo che i grandi Social Media intendono offrire per proteggere la nostra società dalla violenza e dal terrorismo? Proprio YouTube, poi, su cui i militanti islamisti postano liberamente video di decapitazioni ed esecuzioni sommarie?

YouTube è un'impresa privata che opera negli Stati Uniti e sottostà alle leggi americane.

La comunità mondiale degli appassionati d'armi e dei legittimi detentori delle stesse, assieme alla comunità dei Videomaker e degli Youtuber in tutto il mondo, deve dunque sperare che questo comportamento estremista e ingiustificato da parte di un'azienda privata che si arroga il diritto di limitare i diritti civili e la libertà d'espressione di milioni di persone non passerà inosservata presso "chi di dovere" – in particolar modo se mai la questione dovesse arrivare alla Corte Suprema degli Stati Uniti d'America.

E non possiamo che farci una GROSSA domanda:
IN SEGUITO A QUESTA DECISIONE DI ELIMINARE "CERTI TIPI" DI VIDEO SULLE ARMI
YOUTUBE RESTITUIRÀ TUTTI I SOLDI
CHE NEL FRATTEMPO HA GUADAGNATO
DAI MILIONI DI CLICK GENERATI
DA QUEGLI STESSI VIDEO CHE VUOLE OGGI ELIMINARE?

Non è questo il modo di combattere il traffico illegale e l'abuso criminale delle armi da fuoco.
Vogliamo sperare che l'Amministrazione Trump e il Governo degli Stati Uniti possano chiarire una volta per tutte cosa è legalmente giustificabile e contrastare dunque queste decisioni irrazionali e arbitrarie che sembrano solo politicamente e ideologicamente motivate, e indirizzate a negare spazi d'espressione alla comunità globale dei legittimi distributori, rivenditori, detentori e utilizzatori di armi da fuoco.