Looney Tunes: Taddeo e Yosemite Sam… disarmati. Ecco la nuova frontiera della guerra culturale alle armi
La HBO ha annunciato una “sorpresa” per il reboot della famosa serie di cartoni animati Looney Tunes: i personaggi di Taddeo e Yosemite Sam perdono le loro iconiche armi!
"La censura maltratta le colombe e perdona i corvi"
Decimo Giunio Giovenale
Una delusione attendeva gli appassionati di cartoni animati retrò che aspettavano la data dello scorso 27 maggio per vedere la prima puntata dei Looney Tunes Cartoons, un reboot in chiave moderna dei famosi cartoni animati della Warner Bros. che viene mandato in onda sul servizio di streaming statunitense HBO Max.
Come riportano numerose testate tra cui lo USA Today – uno dei quotidiani più venduti negli Stati Uniti – i personaggi di Elmer Fudd (“Taddeo” nella versione italiana) e Yosemite Sam, due delle spalle più iconiche della serie, perdono ciò che li ha caratterizzati per generazioni: Taddeo non userà più il suo classico fucile da caccia e Yosemite Sam perde i suoi revolver.
Addirittura, data l’associazione strettissima tra Yosemite Sam e le sue pistole, secondo alcune fonti quest’ultimo personaggio potrebbe sparire del tutto. Peter Browngardt, il produttore esecutivo della serie, ha dichiarato al New York Times: «Non ci saranno armi, ma ci sarà la classica “violenza da cartoni animati”: la TNT, la roba ACME, tutto ciò è stato mantenuto».
Come riporta TMZ, testata On-Line americana di proprietà della Warner specializzata in gossip e entertainment, il personaggio di Taddeo, seppur privo di fucile, ora utilizza dinamite, grosse falci e molto altro ancora nella sua caccia senza tregua a Bugs Bunny.
Al di là delle considerazioni – fatte sia da altre testate che da molti fan in rete – sui cambiamenti apportati da Browngardt che pure aveva giurato in corso di lavorazione di voler mantenere il reboot quanto più fedele possibile alle serie originali, nonché sull’importanza delle radici culturali dei personaggi di Taddeo e Yosemite Sam, che sono sempre stati armati per specifici motivi legati alla creazione originale degli stessi – motivi che le nuove generazioni, sia dei fan che degli Showrunner, probabilmente neanche conoscono – è già sorta la polemica sull’ipocrisia di uno show che mette al bando le armi da fuoco, peraltro storicamente sempre apparse nella serie originale, pur mantenendo l’uso di esplosivi e armi da taglio.
A ipocrisia si aggiunge ipocrisia: se la “cancellazione” del fucile di Taddeo e dei revolver di Yosemite Sam non può che inquadrarsi, dunque, come ennesimo capitolo di una lunga guerra culturale contro il possesso e l’uso legale e legittimo di armi da fuoco – guerra che passa per la “denormalizzazione” delle armi da caccia, da sport e da difesa, nel tentativo di instillare nelle nuove generazioni nient’altro che paura verso questi strumenti privi di volontà propria – è impossibile non sottolineare come questa pappina politically correct venga propinata a noi e ai nostri figli da quelle stesse case di produzione che glorificano sullo schermo l’uso illegale e criminale delle armi da fuoco, messe in mano ad attori strapagati per usi non sempre positivi o “eroistici”.
Le stesse case di produzione e gli stessi attori che, spente le telecamere sul set e accese quelle dei telegiornali, dichiarano apertamente il loro supporto alle proposte di legge restrittive sul possesso e l’uso legittimo delle armi da fuoco da parte dei cittadini onesti e controllati, e sostengono le Lobby a ciò votate con generose donazioni.
Non vogliamo arrivare a dire – come già fatto da qualcun altro – che quest’ipocrisia non sia che un aspetto del più vasto declino della civiltà occidentale, assieme a fenomeni come i finti cibi Bio venduti a quattro volte il loro valore, ai falsi vegani e al divieto di fumo anche a casa (per non dire delle direttive europee che pretendono di “combattere il terrorismo” imponendo restrizioni su armi disattivate, carabine sportive moderne e repliche ad avancarica).
Di certo c’è che politici e opinion leader a livello internazionale stanno portando avanti una guerra culturale destinata a distruggere il mondo occidentale dai punti di vista economico e sociale.
Una guerra culturale che, purtroppo, trova poca o nessuna opposizione – quantomeno in Europa – presso quei settori culturalmente ed economicamente sani della società che dovrebbero invece impegnarsi a preservare tradizioni di grande importanza.